LA DICHIARAZIONE SUL “CONSORZIO DI ENTI” – PROPOSTA CONTRO LA QUALE SI E’ SUBITO SCAGLIATA LA TITOLARE DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE – POTREBBE ESSERE STATO UN TRANELLO, PERFETTAMENTE RIUSCITO, PER FARE IN MODO CHE L’ASSESSORE SI METTESSE CONTRO LA PIAZZA E ALCUNI DEPUTATI DELL’ARS CHE DOVREBBERO SOSTENERLA CONTRO LA CENSURA
Tutti danno per scontato – e noi i primi – che il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, stia difendendo strenuamente l’assessore regionale alla Formazione professionale Nelli Scilabra. Alla luce di quanto sta succedendo negli ultimi giorni, in verità, noi cominciamo a nutrire qualche dubbio. Proviamo a raccontare il perché.
Proviamo ricordare quello che è successo l’1 ottobre scorso a Palermo. Dopo la marcia dei lavoratori della Formazione professionale, il presidente Crocetta convoca la solita riunione con sindacati, dirigenti degli enti formativi e – caso un po’ insolito – un bel numero di parlamentari di Sala d’Ercole che fanno parte della Commissione legislativa Cultura e Lavoro: la Commissione che si occupa di Formazione professionale e di politiche del lavoro.
Nel corso della riunione Crocetta – come ha già fatto sei o sette volte in un anno e mezzo – promette di pagare i dipendenti del settore formativo che non paga da un anno e, in alcuni casi, da due anni. Solite parole, condite con 130 milioni di euro pronti per essere spesi. Alla storia dei 130 milioni di euro, ovviamente, non crede quasi nessuno.
Ma la riunione non è importante per la storia dei 130 milioni di euro. La riunione diventa importante perché, a un certo punto, qualcuno pone al presidente della regione la domanda ‘giusta’:
“Presidente – dice uno dei presenti – non sarebbe il caso di ipotizzare un “contenitore unico” dove far confluire tutti i dipendenti della Formazione professionale?
Crocetta non si tira indietro. E risponde di aver pensato più volte a un “Consorzio di enti”.
Si racconta che quando il governatore comincia a parlare di “Consorzi di enti”, l’assessore Nelli Scilabra, presente alla riunione, si alza dal posto dove sta seduta e inizia, con espressione preoccupata, a parlare, con i gesti, con alcuni suoi collaboratori presenti all’incontro.
L’assessore Scilabra ha ragione di essere preoccupata. Nel disegno di legge di riforma del settore formativo che ha presentato all’Ars, di fatto, c’è un’apertura – a dir la verità, più di un’apertura – ai privati e alle scuole. Ma soprattutto ai privati.
E’ la linea che dovrebbe piacere tanto a Confindustria Sicilia. E al senatore Giuseppe Lumia, grande alleato degli ‘industriali’ dell’Isola e sponsor della stessa assessore Scilabra. Della partita dovrebbe essere anche la segretaria generale della presidenza della Regione, Patrizia Monterosso, l’eminenza grigia della Formazione professionale siciliana che il solito Lumia ha imposto a Crocetta.
Con la sua apertura, improvvisa, al “Consorzio di enti” Crocetta – perché non provare a immaginarlo? – prova a rompere l’accerchiamento dei vari Lumia, Confindustria Sicilia, Patrizia Monterosso e Scilabra. Insomma: prova a scombinare i giochi a Lumia.
L’idea lanciata lì dal presidente della Regione non viene raccolta subito. Ne parla qualche giornale – e tra questi LinkSicilia – il giorno dopo. La replica del ‘sistema’ Lumia non si fa attendere. A dare “l’interpretazione autentica” del Crocetta-pensiero è la stessa assessore Scilabra, che in una mezza intervista – come abbiamo raccontato in altra parte del giornale – spiega che il governatore non si riferiva agli enti.
Con molta probabilità, senza rendersene conto, l’assessore Scilabra fa il gioco di Crocetta. Perché, di fatto, l’assessore, chiudendo alla possibilità di salvare gli oltre 8 mila lavoratori con i Consorzi di enti – si mette contro gli stessi lavoratori del settore (che infatti ieri l’hanno attaccata). E, soprattutto, si mette contro tanti parlamentari di Sala d’Ercole che la prossima settimana, in Aula, dovrebbero salvarla da ben due mozioni di censura, con richiesta di dimissioni: una del Movimento 5 Stelle e l’altra del centrodestra.
Su questo punto va fatta una precisazione. In queste ore i vari sponsor del Governo Crocetta – con in testa Lumia – stanno esercitando pressioni sui tanti parlamentari di Sala d’Ercole per convincerli a non votare la censura all’assessore Scilabra.
Il passaggio è delicato perché non tutti i deputati la pensano come Lumia e i suoi alleati imprenditori. A molti deputati del centrosinistra l’idea che il ‘sistema Lumia’ – con dentro gli ‘industriali’ – si debba impossessare delle risorse del Fondo sociale europeo 2014-2020 non va proprio giù.
A complicare tutto ci si è messo il PD siciliano, che è passato all’opposizione. Con i nove voti dei parlamentari del Partito Democratico passati all’opposizione, lo scenario d’Aula, per l’assessore Scilabra, diventa critico.
Questo spiega il perché, dai giorni del flop-day fino a qualche giorno fa, Nelli Scilabra non ha più aperto bocca.
Ma l’1 ottobre ha rotto il silenzio. E l’ha fatto – di certo senza pensarci molto su – mettendosi contro tutti i dipendenti della Formazione professionale (che domani torneranno in piazza ancora più determinati nel farle la ‘guerra’) e andando contro quei parlamentari di Sala d’Ercole (che non sono affatto pochi) che guardano con favore all’ipotesi di un “Consorzio di enti”, vuoi perché non vogliono gettare in mezzo alla strada gli oltre 8 mila dipendenti degli enti, vuoi perché, palesemente o sottobanco, sono contrari a Lumia e al suo sistema di potere.
La nostra, ovviamente, è solo una chiave di lettura. Ma è un fatto – oggettivo – che dopo quanto successo l’1 ottobre scorso nella riunione post-marcia della Formazione, la posizione dell’assessore Scilabra, dentro e fuori l’Assemblea regionale siciliana, piuttosto che migliorare, è notevolmente peggiorata.
Ecco, se Crocetta ha fatto questo per rompere, come abbiamo già accennato, l’accerchiamento, è stato bravo. Così facendo avrebbe ottenuto almeno tre obiettivi.
Primo: avrebbe messo in discussione la ‘filosofia’ di una riforma del settore che adesso non avrà vita facile a Sala d’Ercole.
Secondo: avrebbe indebolito l’asse Lumia-Monterosso-Scilabra-Confindustria Sicilia.
Terzo: con tutti i dipendenti del settore ‘sparati’ contro l’assessore Scilabra, molto difficilmente, in caso di approvazione della censura con richiesta di dimissioni, Crocetta potrebbe mantenere in Giunta l’assessore. Perché, a questo punto, oltre a tutti i problemi, avrebbe permanentemente contro la piazza.
Dobbiamo ricordare un personaggio centrale della Formazione professionale – la dottoressa Anna Rosa Corsello – non è più dirigente generale dei dipartimenti regionali Formazione e Lavoro. E la dottoressa Corsello, piaccia o no, era molto vicina alla dottoressa Monterosso.
Di fatto, la dottoressa Corsello è uscita di scena. Con Crocetta che non possiamo certo considerare estraneo alla baraonda avvenuta ad agosto.
Ora nei guai c’è l’assessore Scilabra. E non sono guai di poco conto. Anzi.
Non è messa meglio la dottoressa Monterosso. Che si è già ‘sciroppata’ la prima condanna, piuttosto pensante, dalla Corte dei Conti. Ora – sempre per la storia delle ‘integrazioni’ – si attendono altri pronunciamenti dei giudici contabili.
Insomma, se la situazione, per la dottoressa Monterosso, dovesse peggiorare, Crocetta non avrebbe molte armi per ‘difenderla’. Così, dopo la dottoressa Corsello, potrebbero uscire di scena anche l’assessore Scilabra e la segretaria generale.
Fantapolitica? Vedremo.
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