Sembra non finire mai la conta dei migranti morti ieri mattina a largo di Lampedusa a causa di un incendio a bordo dell’imbarcazione che li trasportava. Sono 111 le salme già recuperate e custodite nellhangar dellaeroporto dellisola, tra cui quattro bambini, ma un altro centinaio di copri sono stati individuati sotto lo scafo del barcone inabissato a una quarantina di metri di profondità, che si è rivoltato dopo le fiamme. Le condizioni del mare, peggiorate nella notte, rendono difficile stamattina il recupero dei cadaveri. Tanti sono anche i feriti. Mentre la politica nazionale, tra polemiche e appelli all’Ue, risponde agli attacchi contro la legge sull’immigrazione in vigore dichiarando per oggi il lutto nazionale.
Una tragedia, quella di ieri sulle coste di Lampedusa, la cui eco si è subito diffusa, persino fino alla stazione aerospaziale internazionale. «Ho sentito la tragedia di Lampedusa da quassù. Anche se siamo lontani 400 chilometri dalla Terra, siamo comunque vicini all’umanità», dice l’astronauta italiano Luca Parmitano, in collegamento dalla Iss con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «È un orrore, è un orrore», ripete tra le lacrime il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, che ha lanciato un appello «per dare una giusta sepoltura a questi disgraziati». Perché sullisola non cè più posto. Sono in arrivo da Porto Empedocle 120 bare. L’appello è stato accolto anche dal sindaco di Agrigento Marco Zambuto, che ha messo a disposizione 80 loculi nel cimitero di Piano Gatta, a due passi dalla Valle dei templi. Il sindaco Nicolini lancia un attacco alle leggi italiane e in particolare al reato di immigrazione clandestina. A tal proposito avanza il dubbio che tre pescherecci non siano intervenuti in soccorso dei migranti, pur trovandosi sulla loro rotta per timore, «perché l’Italia è il paese che processa i pescatori che salvano vite umane per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina», afferma Nicolini. Secca la replica del comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto, Felicio Angrisano: «E’ ridicolo e assurdo e offende pensare che ci siano stati ritardi ieri mattina nel soccorso del barcone naufragato».
Come il sindaco di Lampedusa, anche lUnione camere penali italiane che, insieme ai componenti dell’Osservatorio carcere Ucpi, afferma la necessità di «porre fine a una politica in questo campo che favorisce tragedie come quella odierna», critica «una politica che riempie luoghi di trattenimento quali i Cie (centri di identificazione ed espulsione ndr), il cui orrore è stato toccato con mano dai penalisti». La colpa, ancora una volta, sarebbe della legislazione, «destinata a violare i più elementari diritti umani, in quanto respinge chi fugge da guerre civili e da violenze, frustra il diritto di asilo politico e costringe alla reclusione in luoghi infami senza alcuna ragione che legittimi la privazione della libertà personale per un tempo illogicamente lungo e senza aver commesso reati».
Ieri a Lampedusa è arrivato il ministro dellInterno Angelino Alfano che, come molti altri esponenti politici e non solo, ha chiesto lintervento dellUnione europea, contattando direttamente il presidente della Commissione europea Manuel Barroso. «Questa è la frontiera dell’Europa e noi siamo un Paese che fa tutto il possibile in termini di soccorsi, di assistenza e di accoglienza e a volte paga un dazio in termini di sicurezza, ma l’Europa deve fare il resto – afferma Alfano – L’Unione deve proteggere questa frontiera e capire che il regolamento di Dublino fa acqua da tutte le parti e va cambiato». Intanto nel pomeriggio il presidente del Consiglio Enrico Letta ha convocato una riunione urgente dei ministri per proclamare una giornata di lutto nazionale prevista per oggi.
Ma non sono mancate le tensioni. Il vice-capogruppo della Lega Nord alla Camera Gianluca Pini ha infatti accusato il ministro Cecile Kyenge e la presidentessa della Camera Laura Boldrini di essere responsabili moralmente della tragedia. «La loro scuola di pensiero ipocrita, che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei Paesi del terzo mondo, porta a risultati drammatici come questi – dice Pini – Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza, si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra. Tanto la Boldrini quanto la Kyenge hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi». La risposta del ministro, che riceve attacchi dalla Lega nord sin dal giorno del suo insediamento, non si è fatta attendere: «Le considerazioni del parlamentare della Lega sono offensive non solo per me e per la presidente Boldrini, ma anche nei confronti delle vittime, della coscienza civile degli italiani e per chi si sta adoperando per dare sostegno ai profughi, ma preferisco non continuare una contrapposizione sterile – ribatte – Se uno vuole occupare il palcoscenico, non è questo il momento».
A quanti invece chiedono soluzioni concrete, come il controllo serrato dello spazio marittimo per evitare simili tragedie, risponde senza dubbi il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica: servono i droni. Secondo il militare, infatti, i velivoli senza pilota – di cui alcuni esemplari si trovano nella base americana di Sigonella – sarebbero in grado di fornire «una sorveglianza più continua e puntuale così da individuare gli sbarchi prima che avvengano e i punti di riunione dai quali partono i barconi carichi di migranti, che finiscono per diventare vittime dei trafficanti di esseri umani». Perché possa essere attivato un tale controllo, però, è necessario non solo un accordo con i Paesi rivieraschi, ma anche la «definizione di un quadro giuridico a livello europeo». Inoltre, seppure questi mezzi venissero utilizzati per finalità non militari, «solamente l’Aeronautica Militare in Italia ha le capacità tecniche per l’uso dei droni. Capacità di altissimo livello, al pari di quelle degli Stati Uniti e Israele», conclude Tricarico.
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