Cinque magrebini, probabilmente provenienti dalla Tunisia e attualmente ospiti dell’hotspot di Lampedusa, questa mattina si sarebbero introdotti a casa di una donna lampedusana di 50 anni, molestandola. La vittima ha reagito affrontando il gruppo con un bastone e urlando per chiedere aiuto, facendo loro credere che in casa ci fossero altri familiari. L’abitazione della donna, nella quale si sarebbero introdotti i cinque migranti che non sono ancora stati identificati, si trova nella strada che collega la struttura di accoglienza di contrada Imbriacola al centro storico del paese.
«Sono entrati a casa mia mentre stavo svolgendo le solite faccende domestiche, mi hanno colta di soprassalto – avrebbe scritto la donna nella denuncia riportata dall’agenzia di stampa Ansa – e si sono posizionati dalla parte opposta del tavolo al quale stavo lavorando. Hanno cominciato a canzonarmi, mandandomi dei bacetti da lontano, ridendo e facendo versi esplicitamente allusivi alla sfera sessuale. Uno di loro – ha proseguito – ha anche simulato il gesto di abbracciarmi, provando ad avvicinarsi un po’ di più ma io, prendendo un bastone, l’ho allontanato immediatamente». E, infatti, i migranti sarebbero andati via prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Molestie che si configurano a livello penale nel reato di tentata violenze sessuale.
«Io ho incontrato il marito e il figlio della vittima – racconta a MeridioNews il sindaco di Lampedusa, Totò Martello – e ho visto la rabbia nei loro occhi per quanto accaduto questa mattina». Circa un mese fa il primo cittadino aveva già segnalato che sull’isola si stava creando un «vero e proprio problema di sicurezza e, in quell’occasione – lamenta – sono stato accusato (dall’ex sindaca Giusy Nicolini ndr) di essere un razzista e un terrorista. Adesso, però, sono i fatti che parlano chiaro e mi danno ragione. La mia non era affatto una mistificazione né una ricerca esasperata delle prime pagine dei giornali».
In questo momento, l’hotspot di Lampedusa ospita circa 500 migranti, la maggior parte dei quali di nazionalità tunisina, «più del doppio di quelli che dovrebbero effettivamente esserci – sottolinea il sindaco – senza considerare il fatto che qui sull’isola, superate le 48 ore, le persone sbarcate dovrebbero essere trasferite altrimenti si crea un sovraffollamento. Ordine pubblico, rispetto delle regole e accoglienza sono tre cose diverse che non si possono confondere e – aggiunge Martello – ogni cosa deve essere chiamata con il proprio nome. Io chiedo il rispetto della legge e, alla luce dei fatti, invece troppo spesso questi extracomunitari disobbediscono compiendo dei reati».
Per il primo cittadino l’unica soluzione possibile in questa situazione è «lo svuotamento dell’isola di tutti i migranti che ci sono, innanzitutto per una questione di ordine pubblico e poi per riportare anche tranquillità e senso di sicurezza fra i lampedusani».
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