Non è che sottovalutiamo i politici siciliani? Non è che con la fretta di giudicarli quali ascari, tiranni ed affaristi, prendiamo qualche abbaglio? Il dubbio irrompe all’improvviso. A generarlo sono le parole pronunciate da Beppe Lumia, Senatore del Pd a Roma, promotore de il Megafono in Sicilia, nonché regista del Governo Crocetta insieme con la lobby dei “professionisti dell’antimafia” di Confindustria Sicilia, nel corso della direzione regionale del Pd, ancora in corso al San Paolo Palace di Palermo.
Il Senatore, con la sua capacità oratoria, ha ricordato a tutti un grandissimo filosofo: Arthur Schopenhauer e la sua opera somma: “Il mondo come volontà e rappresentazione”. Di che si tratta? Detto in maniera molto rozza (non abbiamo la saggezza degli esponenti del Megafono), in questo capolavoro dell’intelletto umano, il filosofo tesdesco sostiene che ognuno di noi percepisce la realtà che vuole. E, in effetti, Lumia, nel suo intervento parla di cose che, evidentemente, percepisce solo lui:
“Questo e’ un partito che si isola dalla stampa nazionale e mondiale, che vede con simpatia un Presidente per la prima volta davvero in grado di rompere col passato. I cittadini siciliani, i giornali, l’opinione pubblica, la classe dirigente nazionale del partito vedono il presidente Crocetta come una grande risorsa” ha detto dinnanzi ad una platea inferocita che ha votato il documento del segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, che propone l’abbandono della Giunta Crocetta.
Ma che giornali legge Lumia? Di quale opinione pubblica parla? E, soprattutto, dove vive? In Sicilia, a quanto ci risulta, si parla di un Governo che si era presentato come rivoluzionario, e che invece si è piegato ai diktati di quattro affaristi, peraltro non eletti, e si è inchinato dinnanzi a quelli degli apparati ministeriali romani legati alle oligarchie finanziarie dell’Ue. Altro che popolo Siciliano…
Forse, il Senatore dal doppio partito, non ha letto la seconda parte dell’opera del filosofo tedesco. Dove spiega che vero è che la realtà fenomenica è come c’è la rappresentiamo ma che tra noi e la vera realtà è come se vi fosse uno schermo che ce la fa vedere distorta e non come essa è veramente: il velo di Maya di cui parla la filosofia indiana, alla quale Schopenhauer spesso si rifà.
Il 21 Settembre scorso, ricorreva l’anniversario della morte del filosofo tedesco, datata 1860. Non è da escludere che il suo spirito stia vagando proprio in questi giorni nell’Universo, e che magari, si è fermato anche al San Paolo Palace hotel. Ma solo per pochi secondi.
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