L’altra Europa per Tsipras anche a Catania La società civile contro l’austerità e i tagli

L’altra Europa per Tsipras. Più di uno slogan secondo il comitato catanese del nuovo soggetto politico di cittadinanza attiva in corsa alle elezioni europee di maggio. «Perché per noi esiste la possibilità di un’Europa che persegua altri obiettivi rispetto a quelli attuali di austerità e che dia risposte alla maggior parte delle persone e non solo alle élite», spiegano dal gruppo etneo che ha al suo interno due partiti, Rifondazione comunista e Sel, ma soprattutto gli animatori di diverse realtà sociali. Dalle lotte contro l’installazione delle antenne militari statunitensi Muos a Niscemi alle rivendicazioni del mondo del lavoro.

Tutto nasce dall’appello di un nucleo di intellettuali italiani – tra cui lo scrittore siciliano Andrea Camilleri – a sostenere Alexis Tsipras, candidato della Sinistra europea alle prossime elezioni e leader di Syriza, il movimento greco che si batte con forza contro le misure di austerità volute dall’Unione europea per la Grecia e non solo. «L’intenzione dei promotori è quella di riunire sotto un solo simbolo i movimenti e i partiti di sinistra in un percorso comune – spiega Valentina Ruffino, 25 anni, studentessa di Lettere moderne, lavoratrice della grande distribuzione e membro della segreteria provinciale di Sel – Tsipras per noi è un simbolo di una lotta condivisa affinché non si ripeta quello che è successo in Grecia nell’ultimo anno». Un Paese al collasso, tensioni sociali altissime, l’economia che non riparte. «Vogliamo portare in Europa tutti i temi che accomunano le nostre esperienze, oggi lasciati da parte – continua Ruffino – Il diritto al lavoro, la tutela dei lavoratori, l’abbattimento delle disuguaglianze. Contro l’austerity e i tagli senza investimenti».

Un percorso unitario che, soprattutto a Catania, è un caso più unico che raro. Ma che parte da un obiettivo che spesso ai cittadini sembra troppo distante. «Le politiche europee incidono invece fortemente sulla vita delle persone perché impongono agli enti locali di non sforare certe spese – spiega Andrea D’Urso, 33 anni, precario università e attivista – Con ripercussioni sui tagli ai servizi sociali, sulla mancata creazione di posti di lavoro e sull’incremento della flessibilità». «Come in una famiglia – continua Ruffino – per quanto si possa risparmiare, quei soldi non basteranno a farla crescere. Se invece dai loro lavoro, fissando dei tetti minimi di retribuzione sotto il quale non è più dignitoso, avranno dei soldi da investire». Obiettivi da finanziare non più attingendo alla tasche dei cittadini. «A livello europeo, ad esempio, si possono tassare le transazioni finanziarie, la cosiddetta economia virtuale», è la proposta di D’Urso.

Legato al tema dell’austerità è poi quello del debito pubblico degli Stati, uno dei freni principali alla possibilità di investimento. «Non tutti i cittadini lo sanno, ma ogni anno l’Italia paga 84miliardi di euro di interessi – spiega D’Urso – Per questo noi proponiamo di rinegoziare il debito, affinché non diventi una scusa per non spendere, aumentandolo ancora di più, e sia possibile invece intraprendere politiche di investimento per il lavoro e la riconversione ambientale della produzione». Economia e lavoro, dunque, ma non solo. «La nostra lista ha al centro anche il tema dell’immigrazione, per il quale le risposte devono venire dall’Europa», aggiunge Ruffino.

A cercare di portare avanti tutte queste istanze saranno i candidati, proposti dai comitati locali e scelti da quello nazionale per formare una lista per ogni collegio. Nel caso delle isole unico per Sicilia e Sardegna. Con una importante novità. «Ogni raggruppamento porterà un candidato alla commissione europea, non più composta da tecnici, ma con ruolo politico». Le liste saranno ammesse se accompagnate da una raccolta di 150mila firme a sostegno in tutta Italia. «Sarebbero bastate anche le firme di alcuni parlamentari, ma si è deciso così per mantenere il movimento autonomo», sottolinea D’Urso.

«I candidati saranno membri della cittadinanza attiva che in questi anni hanno lavorato sui territori», aggiunge Ruffino. Con un unico limite: non essere stati in corsa negli ultimi dieci anni in competizioni elettorali nazionali o regionali. Una scelta che somiglia a quella del Movimento 5 stelle, «ma qui non parliamo di sconosciuti che devono appartenere a un movimento – conclude D’Urso – Si tratta di candidature che vengono da un impegno civico e professionale importante. Da lotte importanti, quella come No Muos e No Tav».

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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