Regionale

Così muore il lago di Pergusa: tra caldo e rifiuti, senza manutenzione. Governo e Ars cercano soluzioni

Sulle sue rive hanno camminato Cicerone e John Milton, lì Persefone, figlia di Demetra, dea della natura, raccoglieva fiori quando venne rapita da Ade, il dio degli inferi, secondo il mito che dai greci proseguì tra i romani e che racconta come sarebbe nato il susseguirsi delle stagioni. Adesso il lago di Pergusa rischia seriamente di scomparire. Già quest’estate l’allarme di associazioni e cittadini era stato lanciato e aveva raggiunto la politica, ma in mancanza delle tanto agognate piogge, la situazione sembra più che mai compromessa, tanto da unire persino maggioranza e opposizione all’Assemblea regionale siciliana, dove a un’interrogazione presentata da un preoccupato Sebastiano Venezia, deputato del Partito democratico, ha risposto in maniera non meno interessata l’assessora regionale all’Ambiente Elena Pagana, che ha incassato la disponibilità alla collaborazione di tutto il gruppo Dem.

Il segnale più forte di allarme si era avuto a settembre, quando il lago ha dato ospitalità ad alcuni fenicotteri, segnale paradossalmente tutt’altro che positivo, perché la loro presenza è stata indice di un forte abbassamento del livello delle acque, sempre più calde e di una loro eccessiva salinizzazione, tale da fare cambiare aspetto e stato al lago, trasformato ormai in laguna di acqua salata. E i fenicotteri a Pergusa non si vedevano dagli anni Novanta, altro periodo di forte crisi del lago, solo che adesso, dei fenicotteri, vengono persino trovate le carcasse. L’interrogativo più grosso a livello politico è quello relativo alla ricerca di una possibile soluzione che possa ridare acqua al bacino, un tema che tuttavia ne porta con sé diversi altri, su cui si sta lavorando su tutti i livelli amministrativi.

«La situazione è sempre drammatica – dice a MeridioNews Franz Scavuzzo, presidente del circolo Legambiente Erei – Abbiamo istituito un comitato tecnico-scientifico con diversi biologi dell’università di Palermo, che hanno partecipato a titolo gratuito e sono venuti a fare un sopralluogo per vedere flora e livello di salinità e contestualmente abbiamo fatto pressione affinché Comune, Provincia, consorzio di bonifica e altri enti che hanno in capo la pulizia dei canaloni che portano acqua al lago facessero il proprio dovere. Da una nostra ricognizione erano tutti ostruiti da terra e altro materiale, immondizia, vegetazione e quant’altro. Il comune di Enna, per la sua parte, ha pulito, la provincia sta iniziando adesso le operazioni di pulizia».

 Tra le soluzioni immediate, la strada che sembra più percorribile è quella che porta al trasferimento dell’acqua in eccesso della diga Ancipa di Traina al lego di Pergusa, espediente già utilizzato nel 2003. «La diga Ancipa negli anni è stata svuotata di diversi metri cubi di acqua perché non è stata collaudata al suo massimo» spiega Scavuzzo, ma anche in questo caso ci sono dei rischi. Anzitutto «vent’anni fa, quando si effettuò il trasferimento dell’acqua, si andò incontro a una grande moria di pesci» dice Pagana in Assemblea, inoltre, sempre a causa delle scarse piogge l’acqua in più non sarebbe poi così abbondante.

In ogni caso si tratta di rimedi che possono funzionare nel breve periodo per fare fronte all’emergenza, che sarebbe tuttavia soltanto rinviata, il problema principale resta ancora quello della gestione di tutta la riserva. «La governance del lago è affidata alla provincia di Enna che non ha risorse e personale – prosegue l’assessora Pagana – l’idea è quella di provvedere a presentare una nuova legge che possa riassegnare la governance e che coinvolga il territorio». Parole che fanno il paio con quelle spese da Legambiente: «La prima cosa da fare sarebbe riprendere il monitoraggio, fare analisi, monitorare la qualità delle acque, quello che si faceva fino al 2015. Con lo sfacelo delle province, infatti, è venuta meno anche qualsiasi tipo di manutenzione. Inoltre alla riserva naturale non è mai stato destinato un dirigente, un presidente di riserva, non è stata mai sotto l’attenzione dalla politica regionale».

Politica regionale che si è concentrata sul lago solo negli anni Cinquanta, quando fu costruito l’autodromo che corre lungo il perimetro del lago. Un autodromo che sarebbe dovuto essere un tempio dei motori – malgrado la sua assoluta incompatibilità con una riserva naturale speciale come quella di Pergusa – che ha persino ospitato la Formula1, ma solo per quattro anni, dal ’62 al ’65 e per anni la Superbike e la Formula3000 e che dal 2004 a oggi vive di tanti bassi e pochi alti per gli adeguamenti non sufficienti alle grandi competizioni internazionali.

Gabriele Ruggieri

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