La Ztl che non piace ai biciclettai di via Divisi Ma in centro c’è chi la esalta: «Ora si respira»

Come mai i biciclettai di via Divisi sono contrari alla Ztl? Il paradosso tutto palermitano è nella manifestazione dello scorso 25 ottobre, quando nella storica strada del centro storico tutti i commercianti hanno aderito alla protesta contro il provvedimento dell’amministrazione Orlando. Si potrebbe pensare che la pedonalizzazione e la zona a traffico limitato portino solo vantaggi a chi vende biciclette. A quanto pare non è così. Tante sono le lamentele di chi lavora con le due ruote. C’è chi afferma che con la ztl non arrivano più neanche i rifornitori, chi critica la coincidenza tra gli orari del provvedimento e quelli delle attività commerciali, chi se la prende con la solerzia dei vigili che multano le auto parcheggiate. 

«Non si può chiudere tutto» dice ad esempio Maria Cosentino, che prosegue l’attività di  famiglia esistente da due generazioni. «Non ci sono parcheggi, non ci sono navette, e i pass sono troppo costosi. Noi ad esempio col furgone paghiamo 300 euro all’anno». Per Flavio Garofalo, altro commerciante di via Divisi, i riscontri della ztl già ci sono e sono negativi. «Per chi deve portare la bici a riparare diventa difficile venire qui – spiega. Finisce che noi paghiamo per non lavorare. Già c’è una crisi totale, se poi ci mettiamo la Ztl che è stata fatta solo per fare cassa non va bene». Gli dà manforte anche il collega Pino: «Io ho già avuto un padre di famiglia che doveva organizzarsi per venire, capire dove mettere l’auto, pagare il pass; e invece ha preferito andare dal biciclettaio sotto casa».  Che poi racconta di essere praticamente sequestrato dalla Ztl: «Arrivo prima delle 8 del mattino e me ne vado dopo le 20 per non pagare il pass d’entrata».

Ma non mancano le proposte, e anche gli stessi biciclettai non chiudono completamente le porte. «Ci voleva un cambiamento progressivo – dice ancora Maria Cosentino -.  Io ho un bambino che porto col passeggino in giro, che sta all’altezza dello scarico delle auto, quindi la Ztl non può dispiacermi. E’ l’assenza di gradualità che non ci piace. E poi ci vorrebbero pass più economici». Viene condivisa da molti la proposta di Andrea Maniscalco, riparatore di bici. «Perchè non si può realizzare una soluzione tampone? – dice. Che so, dalle 13 alle 16 si potrebbe consentire l’accesso alle auto, così noi possiamo sbrigare alcune commissioni e magari i clienti che hanno difficoltà a muoversi coi mezzi pubblici potrebbero concentrarsi in quell’arco orario».

Ad avere un’idea diversa è Davide Ficarra, storico gestore di locali notturni in centro storico. Che, pur non essendo direttamente interessato dalla ztl, per incentivare i cittadini ha anche lanciato un’iniziativa: a chi esibisce il pass verrà effettuato uno sconto di un euro su ogni consumazione. Ficarra però non guarda solo al singolo provvedimento. «Finalmente c’è un’idea di città – dice – con una serie di provvedimenti che stanno bene insieme, dalle pedonalizzazioni alla ztl. Nelle città del nord Europa non si può entrare nei centri delle città, ci si muove con i mezzi pubblici ed è quello a cui dovrebbe tendere anche Palermo. Vivo in centro da trent’anni, tra via Maqueda e corso Vittorio e finalmente l’aria è più pulita, si respira meglio».

Poi il gestore del bar Garibaldi torna sulla manifestazione, anche qui per rilanciare con altre proposte. «Più che distruggere la città  – è il suo commento – io opterei per iniziative diverse. Per esempio chi viene a Ballarò a fare la spesa col pass avrà offerto il caffè dai commercianti. Chi protesta cosa vorrebbe? Tornare indietro ad avere le macchine in città? Si dovrebbe invece investire sul rilancio della Vucciria che potrebbe diventare un polmone commerciale per la via Roma e riportare tanta gente a frequentare quel mercato e tutta la zona che adesso è completamente abbandonata».

Andrea Turco

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