La voce della disperazione tra l’indifferenza delle istituzioni e un mondo che guarda ma non si commuove

I MIGRANTI DI PALERMO, SENZA CASA E SENZA LAVORO, SONO ARRIVATI SULLE COSTE DEL PALAZZO DI CITTA’

di Aldo Di Vita

L’odissea degli ultimi non ha mai fine, a Palermo si consuma l’ennesimo pianto dei poveri nella piazza Pretoria, simbolo delle istituzioni dove risiede l’antico palazzo del Senato siciliano, oggi Comune di Palermo. Tale luogo è diventato la dimora ufficiale dei palermitani disperati senza lavoro e senza casa. Le loro piccole tende sono l’ultima spiaggia e l’unico ricovero per queste povere famiglie.

Nelle tende vi sono dei bambini piccoli che hanno bisogno di aiuti a livello alimentare e garantire loro un’igiene di pulizia certa. Spero nel vostro buon cuore di cittadini, che diate una mano portando viveri e quant’altro.

Ecco cosa è oggi Palermo, una città agonizzante dove manca di tutto.

Abbiamo una disoccupazione giovanile che supera il 50%, attualmente c’è un solo lavoratore su quattro. Il 50% delle attività commerciali chiuse, il 30% di lavoratori in nero. La grande industria non più presente nell’intera Isola. Nella sola Palermo i grandi centri commerciali storici, come Max Living e Migliore hanno chiuso e il Cantiere navale è ridotto ai minimi storici come risorse umane.

E tutto questo sotto gli occhi delle istituzioni inesistenti e inoltre la totale indifferenza dei media e dell’intera opinione pubblica.

Oggi si consuma l’ennesimo atto di apatia, da parte di chi deve garantire lo sviluppo e la rinascita economica di Palermo. Ma a pagare sono sempre le fasce più deboli, i poveri che non hanno più garanzie e ammortizzatori sociali.

Esorto le istituzioni a un rapido intervento per dare subito una sistemazione dignitosa a chi non ha più nulla tranne la speranza che si concretizzi nell’agognato sogno di avere un tetto sopra la testa.

Inoltre faccio presente che nella sola zona di Palermo vi sono delle strutture comunali, regionali e statali in disuso e abbandonate. Basta solo una spesa contenuta per rendere tali strutture abitabili. Garantendo una adeguata assistenza e controllo dei disagiati. E nei limiti chiedere un contributo minimo, a chi è in grado di pagare, per le spese di manutenzione per evitare che poi tutto vada in malora. Come in altre occasioni. La gente va aiutata e guidata con attenta sensibilità, da parte delle istituzioni, dando delle regole da rispettare, ma contemporaneamente ridare opportunità che mirino a un reinserimento nella vita sociale con dignità.

Redazione

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