La verità sui conti del Comune di Palermo: le responsabilità del ‘rigore’ europeo, del Governo Renzi e della Regione di Crocetta

UN ANNO FA IL SINDACO LEOLUCA ORLANDO AVEVA INIZIATO UNA VELATA CRITICA ALL’UNIONE EUROPEA E ALL’EURO. POI HA LASCIATO CADERE TUTTO. PERCHE? PRESSIONI & PROMESSE DALLA GERMANIA? A QUANTO PARE NON MANTENUTE… DIA RETTA A NOI, SINDACO: SI INTESTI UNA BATTAGLIA AUTONOMISTA PER LA SICILIA, MAGARI IN CHIAVE CATALANA. IN ALTRE PAROLE, TORNI A FARE POLITICA

Un comunicato di Sandro Leonardi, consigliere comunale di Palermo del PD, fa il punto della situazione sul rendiconto 2013.

“Oggi la commissione Bilancio del Comune di Palermo (ieri per chi legge) – scrive Leonardi – dopo l’audizione dell’assessore al ramo Luciano Abbonato, ha bocciato il rendiconto 2013. Una decisione doverosa che fa venire a galla il reale stato dei conti dell’amministrazione Orlando. Altro che il ‘modello Palermo’ tanto decantato dal Sindaco: Palermo affonda e lui non se ne accorge”.

“La bocciatura della commissione – spiega Leonardi – fa il paio con il parere negativo del collegio dei Revisori dei conti. Criticità evidenti su cui né l’assessore, né gli uffici hanno saputo dare risposte esaurienti. Il PD boccerà in Aula questa manovra, perché le scelte politiche di questa Amministrazione fanno pagare i tagli alle famiglie, allo sviluppo e al sociale, aumentando le tasse in cambio di servizi scadenti. Adesso la battaglia si sposta in Aula, dove abbiamo già prelevato il consuntivo che dovrebbe essere trattato la prossima settimana, ben consapevoli del fatto che anche in caso di bocciatura, nonostante quanto detto da chi vuol fare terrorismo, non si scioglierà il consiglio comunale”.

Noi siamo democratici. Pubblichiamo tutto. In altra parte del nostro giornale potete leggere un intervento del consigliere comunale – sempre di Palermo – di Italia dei Valori, Filippo Occhipinti. Altre considerazioni molto critiche sul rendiconto 2013 del Comune di Palermo.

Tuttavia, il comunicato di Leonardi e le dichiarazioni di Occhipinti raccontano una verità parziale. Vediamo di capire come stanno, in realtà, le cose.

L’Amministrazione di Leoluca Orlando ha ereditato una situazione finanziaria pesantissima. Frutto della follia della passata gestione di Diego Cammarata che, a partire dal 2008, è andata avanti con interventi del Governo Berlusconi, che ha utilizzato una fetta consistente del Fas (Fondo per le aree sottoutilizzate) per pagare i debiti della Giunta Cammarata e della Giunta di Catania retta allora da Umberto Scapagnini.

L’utilizzazione impropria del Fas – che sarebbe dovuto servire per gli investimenti e non per pagare i precari del Comune di Palermo e i debiti del Comune di Catania! – è andata avanti fino a quando Berlusconi non è stato sostituito da Monti a Palazzo Chigi. Finiti i soldi del Fas, Cammarata è letteralmente scappato dal Municipio di Palermo, perché non sapeva più cosa fare. E questo già la dice lunga sulla ‘classe dirigente’ di Forza Italia in Sicilia!

Un Governo nazionale responsabile – ci riferiamo al Governo Berlusconi – già nel 2009 avrebbe dovuto imporre il dissesto finanziario al Comune di Palermo, visto che Cammarata, ‘giocando’ con il precariato stabilizzato e non stabilizzato, aveva portato i dipendenti comunali da 10 mila e 20 mila.

Nel calderone dei 20 mila dipendenti del Comune di Palermo ci mettiamo i precari stabilizzati in base a una folle legge regionale, i precari voluti dallo Stato con un’altra irrazionale stabilizzazione (vedi ex Amia) e i precari della Gesip.

La gestione commissariale del Comune di Palermo successiva alla ‘fuga’ di Cammarata è stata inutile, perché ha lasciato tutto immutato, limitandosi ad annacare il pupo.

Orlando, appena eletto Sindaco, ha trovato uno scenario tremendo. Ha cercato di barcamenarsi ed è stato bravo. Ma non ha raccontato tre verità. Tre omissioni che, adesso, gli si stanno ritorcendo contro, anche per la disonestà intellettuale di personaggi che ha ‘allevato’ (i consiglieri comunali di Italia dei Valori) e del PD.

La prima verità che Orlando avrebbe dovuto raccontare è che il Comune di Palermo non può pagare tutto questo personale. Né si può pensare di andare avanti con la Cassa integrazione.

La seconda verità è che il Comune di Palermo, già in difficoltà, non può reggere i tagli – peraltro contestuali – di Regione e Stato.

Da una parte c’è la Regione di Rosario Crocetta che ha azzerato il Fondo regionale per le Autonomie locali. Tre anni fa questo fondo ammontava a 900 milioni di euro per tutti i Comuni siciliani. Oggi è a zero euro.

Il tutto in cambio di una percentuale delle aliquote Irpef già ai massimi livelli.

Ancora più incomprensibili i tagli dello Stato ai Comuni. Tagli incredibili disposti dal Governo Letta e dal Governo Renzi.

Per la cronaca, oltre ai tagli ordinari, lo Stato non ha riconosciuto ai Comuni siciliani – che li hanno richiesti solo in modo blando: e qui l’ANCI Sicilia avrebbe potuto fare molto di più – le risorse della legge sul federalismo fiscale.

In base a questa legge nazionale il Comune di Palermo – restando al capoluogo siciliano, anche se il problema riguarda tutti i Comuni dell’Isola – per attutire il colpo provocato dai tagli imposti dalla legge sul federalismo fiscale avrebbe dovuto introitare le risorse finanziarie legate alla perequazione fiscale e infrastrutturale. Ma questi fondi gli vengono ancora oggi negati dallo Stato.

Qui arriviamo alla seconda verità che Orlando tace: le responsabilità dello Stato.

Il problema è di alleanza politica. Il Governo nazionale di Matteo Renzi, piaccia o no, è di centrosinistra. Il Governo regionale di Rosario Crocetta, piaccia o no, è di centrosinistra. La Giunta comunale di Palermo, piaccia o no, è di centrosinistra.

Siamo arrivati alla terza verità politica che Orlando non racconta ai palermitani: e cioè che il centrosinistra, da Roma a Palermo, passando per la Regione siciliana, sta affondando il capoluogo siciliano e i suoi 700 mila abitanti.

Il tutto mentre il Governo Crocetta sta affondando la Sicilia. E mentre Renzi sta affondando l’Italia in combutta con Berlusconi (che in cambio dell’Italia affondata salva le proprie aziende: un vero ‘statista, Berlusconi…).  

Orlando tace per solidarietà politica – una solidarietà quasi ‘massonica’ – di cordata. Dovrebbe denunciare con vigore l’inconsistenza politica e programmatica del Governo Renzi: e non lo fa. Dovrebbe denunciare i danni enormi che il Governo Crocetta sta provocando alla Sicilia: ma, a parte qualche scaramuccia, tace.

Orlando, di fatto, con i suoi silenzi, sta coprendo il PD e, soprattutto, il Governo Renzi che sta finendo di sfasciare l’Italia. Basti pensare alla folle riforma del Senato, che non ha nulla a che vedere con il baratro economico che sta inghiottendo l’Italia, ma che Renzi difende, forse perché l’ha promesso alla signora Merkel.

Siamo arrivati al punto centrale del problema: la follia di un’Unione europea gestita in modo ferocemente antikeynesiano, all’insegna di un rigore apparentemente demenziale.

Il Giappone ha un debito pubblico doppio rispetto a quello dell’Italia. Eppure il Giappone, gestendo la propria sovranità monetaria, se la passa bene. Ha un’economia in crescita, la disoccupazione è bassissima, i consumi sono alti e vivono tutti bene.

L’Unione europea, invece, ha trasformato il debito pubblico italiano – che è dello Stato – in debito delle famiglie e delle imprese. Un calcolo truffaldino che ha un solo obiettivo: derubare al nostro Paese gli asset (già abbiamo salutato Alitalia: tra qualche mese diremo addio ad altri grandi gruppi economici pubblici) e far pagare ai cittadini – imprese e famiglie – il debito pubblico: oggi con le tasse ai massimi livelli, domani con un prelievo sui conti correnti e sui fondi comuni, dopodomani togliendo agl’italiani le abitazioni.

Perché ai tedeschi l’idea che gli italiani abbiano un debito pubblico pari a quasi 2 mila e 400 miliardi di euro e siano proprietari di case non piace proprio: e quindi si vogliono prendere le abitazioni di proprietà del’italiani, non prima, però, di avere ‘pelato’ famiglie e imprese del nostro Paese con le tasse e con qualche prelievo forzoso…

Come potete notare, il ‘rigore’ dell’Unione europea della signora Merkel è tutt’altro che demenziale, ma è finalizzato a impoverire il nostro Paese.

Orlando molte di queste cose le sa. Non a caso, un anno fa o giù di lì, ha iniziato a criticare, anche se velatamente, non tanto l’euro, quanto il ‘rigore’ economico dell’Unione europea. Ha anche organizzato un convegno.

Poi, però, improvvisamente, Orlando ha lasciato cadere l’argomento. Perché? Sappiamo che il Sindaco di Palermo ha antichi rapporti con la Germania. La stessa Rete, se non ricordiamo male, nei primi anni ’90 del secolo passato, aveva anche radici tedesche (Orlando ha studiato anche in Germania).

Il Sindaco ha ricevuto qualche promessa dagli eredi del pangermanesimo? Se è così – e noi non lo crediamo – queste promesse si stanno rivelando fallaci. Non solo. La formazione politica che dovrebbe aiutarlo – i ‘compagni’ del PD che il Sindaco difende con i suoi silenzi, avallando la demenziale politica pro-Merkel di questo Partito – lo stanno pure mollando. Forse perché vorrebbero prendere il suo posto.

A questo punto, Sindaco Orlando, perché non racconta la verità? Perché non dice quello che lei pensa dell’Europa del rigore? Anche lei sta con la signora Merkel, in quel Ppe che non ha nulla, ma proprio nulla a che vedere con il popolarismo di Sturzo e che, invece, ha molto, ma molto a che vedere con il ‘compasso e la squadra’?

Parli, Sindaco Orlando. Torni a fare politica. Lei ha la statura culturale e politica per porre questioni serie alla signora Merkel e al Governo Renzi (la Regione di Crocetta nemmeno la citiamo perché ormai è un’aporia…). Lo faccia nell’interesse della città e della Sicilia. Perché lei ha tutti i numeri per intestarsi anche il rilancio dell’Autonomia siciliana sul modello catalano.

Lasci perdere le tasse, Sindaco Orlando. Già Irpef e Irap, a Palermo, sono ai massimi livelli. La Tasi e la Tari non solo non risolverebbero i problemi di Palermo, ma la esporrebbero alle critiche – legittime – dei palermitani.

Il conto lo presenti al PD che oggi le contesta il rendiconto 2013. Voglio Palermo per trattarla come stanno trattando l’Italia e la Regione siciliana? Gliela ‘regali’. Vediamo dove vanno i signori del PD con il Governo Renzi-Merkel e con i disastri di Crocetta.

Lei, invece, torni a fare politica.

Redazione

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