Ci sono storie che nessuno vorrebbe mai raccontare. Storie che parlano di un degrado indegno per ogni Paese che si voglia dire civile. E’ il caso, ad esempio, della sede palermitana dell’Istituto zootecnico sperimantale della Sicilia. Un ente pubblico che, sulla carta, svolge un ruolo importante di ricerca (e non di profilassi come scritto precedentemente).
Tutto questo, però, resta sulla carta. Le professionalità che lavorano al suo interno, infatti, non sono nelle condizioni di svolgere il loro lavoro.
Le condizioni dell’Istituto sono pietose e, nonostante gli sforzi dei dipendenti che non percepiscono stipendi da tre mesi, assicurare buone condizioni di vita agli animali sta diventando impossibile.
A partire dai capannoni con l’amianto, o dai mangimi che scarseggiano da giorni. La fame è talmente tanta tra gli animali, che si sono registrati già casi di cannibalismo: maiali che hanno mangiato i loro cuccioli in mancanza di altro. Animali malati che non si possono curare per mancanza di farmaci. Animali debilitati che non riescono ad allattare i piccoli. Una vergogna inaudita dinnanzi al quale gli animalisti dovrebbero insorgere.
Non solo. I dipendenti, esposti per ovvie ragioni a agenti patogeni, non sono sottoposti a visite mediche da anni. Particolare che potrebbe presentare profili di rilevanza penale.
In quale Paese che si definisce civile si possono riscontrare situazioni simili?
Se poi ci chiediamo perché sta succedendo tutto questo, perché non evengono erogate le risorse necessarie al buon funzionamento dell’Istituto, la situazione diventa tragicamente paradossale: sarebbe solo un cavillo burocratico a bloccare tutto, come spiega a LinkSicilia, il deputato regionale di Forza Italia, Vincenzo Figuccia: “Le risorse ci sono, non vengono erogate perché nella relazione tecnica che accompagna il bilancio manca la firma di uno dei commissari straordinari che si sono susseguiti nel tempo”.
Una situazione assurda- sottolinea il deputato- per un cavillo burocratico si stanno lasciando padri di famiglia senza uno stipendio e senza le necessarie precauzioni sanitarie. Per un cavillo burocratico si stanno lasciando morire gli animali, o comunque li si abbandona in uno stato di sofferenza. Se non si interverrà immediatamente, insieme con i sindacati e gli animalisti, ai quali rivolgo un appello per sensibilizzarli su questo tema, porteremo avanto ogni azione di protesta necessaria”.
La replica dell’Istituto zootecnico: “Tutto falso”
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