Quarantaquattro chilometri con vista Etna e, soprattutto, spazzatura. Sono soltanto alcune delle caratteristiche della strada statale 284, arteria che attraversa la fascia pedemontana del vulcano, fondamentale per collegare i Comuni di Randazzo, Maletto, Bronte, Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodia e Paternò. Una lunga lingua di asfalto tristemente famosa anche per il gran numero di incidenti stradali: in dieci anni sono stati circa 400 i sinistri con almeno 50 persone decedute. Fronte, quest’ultimo, su cui si sta cercando di porre rimedio con l’istallazione di barriere spartitraffico e autovelox, anche molto discussi. Lo stesso non può dirsi per quanto riguarda il nodo immondizia. Da un lato amministrazioni comunali incapaci di sorvegliare il proprio territorio, dall’altro truppe di incivili che trasformano quasi tutte le piazzole di sosta in discariche a cielo aperto. Un mix che ha come risultato finale quello di fornire una cartolina indegna per una strada molto battuta non solo dai residenti dei vari Comuni ma anche dai turisti.
La tratta messa peggio è quella compresa tra Adrano e Paternò. I due svincoli che permettono l’ingresso nel primo Comune sono entrambi stracolmi di rifiuti. Sacchetti e resti di ogni genere si trovano in uno slargo nei pressi del passaggio a livello della ferrovia Circumetnea. Copione identico nel secondo ingresso: in meno di un chilometro due aree di sosta sono inutilizzabili dagli automobilisti perché piene di immondizia. Circa 400 metri in direzione dello stadio dell’Etna di Adrano e sulla sinistra c’è l’ennesima discarica. Proprio nel territorio di Adrano nei giorni scorsi un uomo di 67 anni è stato sorpreso dai carabinieri mentre bruciava rifiuti. Spento il rogo, in uno slargo abitualmente utilizzato dai venditori abusivi di frutta, i resti della spazzatura incenerita non sono stati rimossi da nessuno.
Spostandosi in macchina in direzione Paternò, dopo avere superato lo stadio di Adrano, per qualche chilometro non c’è traccia di spazzatura. Pochi minuti in auto e la visione però torna a essere la solita. Basta superare il lungo rettilineo tra Biancavilla e Santa Maria di Licodia, lo stesso recentemente interessato dalla sostituzione dello spartitraffico centrale e dall’istallazione di un nuovo autovelox, per imbattersi nell’ennesima piazzola stracolma di rifiuti. Superato il bivio d’ingresso per Ragalna e poco dopo quello per Santa Maria di Licodia, nel giro di due chilometri ci sono addirittura quattro discariche abusive.
Il tour lungo la statale 284 si conclude a Paternò. Quarantaquattro chilometri con vista Etna e spazzatura. A controllare dovrebbero essere, in un mix di responsabilità, Anas, ente proprietario della strada, e Comuni. Da anni però il copione è sempre lo stesso, con periodici interventi emergenziali di rimozione dei rifiuti. L’alternativa potrebbe essere l’istallazione delle foto trappole con le telecamere di sorveglianza ma, dopo la richiesta di convocazione di un tavolo tecnico da parte di alcuni consiglieri comunali dei Comuni della zona, il sistema di prevenzione non è ancora operativo.
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