La strana mozione di sfiducia al sindaco Orlando Mezza opposizione non sarebbe stata coinvolta

Igor Gelarda è sicuro: «Ci saranno tanti altri che firmeranno la mozione di sfiducia, piano piano si aggiungeranno altre firme», ma i giochi sembrano tutt’altro che fatti. E il problema, per i detrattori del primo cittadino, non è legato solo alla mancata firma del documento da parte di Forza Italia, ma al fatto che di questa mozione buona parte dell’opposizione di sala delle Lapidi pare non sapesse niente. 

«La proposta del centrodestra era stata quella di attendere le dimissioni di Leoluca Orlando – dice ancora Gelarda – Dopo avere capito che era un’idea impossibile, abbiamo concretizzato questa sfiducia, che non è altro che la presentazione del conto di quello che ha fatto e di quello che non ha saputo fare. Chi non dovesse firmare la sfiducia come farà a presentarsi alle amministrative il prossimo anno? La gente pensa che i palermitani hanno la memoria corta? Ormai il sindaco ha completamente mollato, non c’è più governance, ormai è allo sbando totale. Ritengo che i numeri ci siano, che il progetto sia quello del centrodestra compatto che andrà a governare questa città».

Ma di questa ricerca di numeri per fare andare in porto la mozione, anche nella chat di gruppo che racchiude tutte le anime della minoranza, pare non se ne sia mai nemmeno parlato. «Non conosciamo quali siano i contenuti di questa mozione – commenta a MeridioNews Viviana Lo Monaco, capogruppo del Movimento 5 Stelle – Tutti ne parlano e nessuno la vede. Noi non abbiamo ricevuto nessun pezzo di carta da firmare, l’abbiamo letto sulla stampa. Abbiamo tra l’altro una chat di minoranza e non vi è traccia né di quando l’ha annunciato Marianna Caronia e neanche di quando l’hanno annunciato Igor Gelarda, Mimmo Russo o Francesco Scarpinato. Quando siamo stati noi a proporre la mozione l’abbiamo inviata a tutti i colleghi, in modo che potessero integrarla o sottoscriverla così com’è. Questo è invece un modo becero di fare pubblicità a sé stessi. Guardo con un certo sospetto tutte queste dinamiche».

Oltretutto pochi giorni fa i capigruppo dei movimenti che compongono l’opposizione avevano sancito un accordo verbale che prevedeva di portare a termine alcune importanti votazioni ancora in sospeso, come quella sul Bilancio consolidato e il piano triennale delle opere pubbliche, prima di tentare di disarcionare l’amministrazione guidata da Orlando. Da qui il no di Forza Italia. «I dubbi di Forza Italia sono legittimi – continua Gelarda – hanno una strategia diversa, vogliono mettere al sicuro alcune cose fondamentali per la città e poi eventualmente sfiduciare il sindaco. Io e gli altri firmatari pensiamo che non sarà in grado di fare assolutamente nulla più per la città. Ma ciò non toglie, che il centrodestra sia comunque compatto e unito per la ricostruzione della città. In questo momento sono diverse le visioni su come fare cadere prima il sindaco, ma su quello che dobbiamo fare dopo, divisioni non ce ne sono».

«Per carità, io volevo sfiduciare Orlando già due anni fa – conclude da par suo Lo Monaco – quando abbiamo presentato la nostra mozione avrei voluto che tutti si unissero al nostro appello. Finora siamo rimasti a sostenere la trattazione di alcuni atti per evitare di perdere 60 milioni di euro di trasferimenti statali che rischiano di non arrivare a Palermo se non si vota il bilancio consolidato. Preferisco che velocemente si passi ad approvare due o tre cose, modificandole per quanto possibile e che se ce ne dobbiamo andare via lo facciamo tra un mese, dopo avere messo in sicurezza i conti dell’amministrazione. Vogliamo veramente bloccare i quasi 500 loculi da costruire che sono nel Piano triennale delle opere pubbliche o perdere i 60 milioni di trasferimenti statali legati al Consolidato?» 

Gabriele Ruggieri

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