L’emergenza migranti. L’aria che tirava in Sicilia. Il coinvolgimento di politici locali e nazionali. Comunione e Liberazione e il suo sostegno al centro-destra di Alfano. Sullo sfondo, le risate di Luca Odevaine, componente del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale e delle tre commissioni di gara per l’aggiudicazione dei servizi di gestione del centro d’accoglienza (Cara) di Mineo. Le stesse risate che condiscono il racconto di Odevaine al proprio commercialista, quando spiega com’è nato e si è sviluppato il business dei migranti nella provincia di Catania.
Siamo ancora nel periodo dell’emergenza. A palazzo Chigi viene organizzata una conferenza Stato-Regioni a cui Odevaine partecipa come rappresentante dell’Upi, l’Unione delle province italiane. «Eravamo in cinque che coordinavamo tutta l’emergenza Nord Africa», spiega al professionista. «Quando è successo tutto il casino … 5000 a Lampedusa … lo scandalo … le cose così – continua – la gestione dell’emergenza venne tolta al ministero dell’Interno e venne affidata alla Protezione civile». A capo c’è Francesco Gabrielli. È appena prima di questo passaggio, ricostruisce Odevaine, che si pensa al residence degli aranci di Mineo, un complesso pensato per i soldati statunitensi di Sigonella, da riconvertire in luogo di accoglienza per i richiedenti asilo. «Requisirono questo centro di Mineo che era vuoto perché c’erano i militari americani – dice Odevaine – Lì credo che Letta (Gianni Letta, ndr) soprattutto fece un piacere a Pizzarotti (costruttore e proprietario del residence, ndr) e requisirono questo coso dandogli un sacco di soldi … che gli pagavano quasi sei milioni di euro l’anno d’affitto … Se vai sulla Catania-Gela, vicino lì ci stanno le pubblicità dell’affitto dei residence a 900 euro al mese. Se tu moltiplichi quei 900 euro per tutti i residence che ci stanno e 365 giorni all’anno fa quattro milioni … per cui gli hanno dato sei milioni».
Secondo Odevaine, anche il successivo affidamento del Cara alla Croce rossa sarebbe stato mediato dall’allora sottosegretario Letta. Riferendosi forse alla sorella – che lui indica come la moglie – Maria Teresa Letta, vicepresidente della Cri. Ma la Protezione civile inizia ad avere dei dubbi sui costi del centro. Timori condivisi da Gabrielli proprio con Odevaine. «Questa roba non aveva senso. Intanto la gestione della Croce Rossa costava il doppio di qualunque altro centro in Italia. In quel momento si stavano pagando 45 euro, facendo i calcoli la Croce Rossa ne costava 90, senza servizi poi. Ti davano solo da mangiare, da dormire e l’assistenza medica. Non c’era mediazione culturale…». L’ipotesi che si fa strada in Gabrielli è quella di chiudere il centro. Oppure, propone Odevaine, di fare una gara. Così prende forma il suo viaggio in Sicilia per l’affaire migranti e l’incontro con l’allora presidente della Provincia di Catania e dell’Upi, Giuseppe Castiglione. Al tavolo del pranzo, c’è anche una sedia vuota. «Capì che quello che veniva a pranzo con noi era quello che avrebbe dovuto vincere la gara». L’intercettazione registra le risate di Odevaine.
Che dà prova di diplomazia al suo interlocutore, raccontando di come avrebbe convinto Castiglione a far entrare nell’affare anche altre realtà non siciliane. «Guarda, io capisco che dobbiamo assolutamente valorizzare tutte le realtà locali, fare un consorzio di cooperative che gestisca… Però ‘sta roba qua non può essere affidata solo a piccole cooperative locali, consorzi… Se qui non se fa una cucina, se qui non se fa una roba che c’abbia una sua professionalità, rischiamo un disastro… Non se pò fa». Così Odevaine avrebbe introdotto nell’affare gli imprenditori de La Cascina, che si occupavano di ristorazione per le grandi realtà private e sociali. «Ho conosciuto loro, gliel’ho presentati a Castiglione e poi è nato questo». Una situazione favorevole diventata presto ben più grande, continua il racconto. «Castiglione si è avvicinato molto a Comunione e liberazione, insieme ad Alfano e adesso loro … Comunione e liberazione di fatto sostiene strutturalmente tutta questa roba di Alfano e del centro-destra, sono tra i principali finanziatori di tutta questa roba… e Lupi è il ministro del coso … delle Opere pubbliche … e Castiglione fa il sottosegretario … all’Agricoltura… ed è il loro principale referente in Sicilia … cioè quello che poi gli porta i voti».
«Io li ho messi insieme», dice fiero Odevaine. Ripercorrendo le tappe che lo hanno portato a presiedere le commissioni sui tre appalti per il Cara di Mineo e a discuterne – grazie alla delega ottenuta da Castiglione – con l’ex prefetta etnea e poi ministra dell’Interno Anna Maria Cancellieri. La stessa che avrebbe chiesto a Odevaine di trovare un soggetto pubblico che facesse da tramite tra i privati gestori del servizio e il ministero. «E io mi sono inventato questo consorzio dei Comuni della zona, i quali all’inizio non volevano il Centro. Adesso se provi a levarglielo, te ammazzano perché 350 persone ci lavorano…».
Una processione vissuta in preghiera con la sospensione di tutti i segni festosi. Niente banda…
Un uomo, 29enne originario del Bangladesh, è stato accoltellato la scorsa notte a Palermo, nel mercato…
La Polizia, a Catania, ha denunciato un 20enne responsabile del furto di un borsello all’interno…
I carabinieri della sezione Radiomobile della compagnia di Marsala hanno arrestato in flagranza un 35enne…
Un operaio irregolare, originario del Màghreb, è stato abbandonato per strada nell'isola di Panarea, lontano…
«Dopo un anno di silenzio assordante alle richieste di soluzioni, nessuna risposta è stata data,…