IN UN PAESE SERIO, QUANDO CI SI RENDE PROTAGONISTI DI CERTE AFFERMAZIONI, BISOGNA POI FAR SEGUIRE ALLE PAROLE I FATTI. IL LEADER DEL MOVIMENTO 5 STELLE, CARTE ALLA MANO, DOVREBBE DIMOSTRARE CIO’ CHE AFFERMA. MAGARI DICENDO AI SUOI PARLAMENTARI REGIONALI IN SICILIA – AD ESEMPIO – DI FARE CHIAREZZA SUL PSR…
Secondo Beppe Grillo, l’Unione europea non dovrebbe più dare soldi alle Regioni del Sud – e segnatamente a Sicilia, Calabra e Campania – perché queste risorse finirebbero, rispettivamente, a mafia, ‘ndrangheta e camorra.
A noi la sparata di Grillo sembra un luogo comune che il leader del Movimento 5 Stelle sta utilizzando per motivi di bottega. Magari per attirare i consensi dell’elettorato incolto e rozzo del Centro Nord Italia che, in genere, orienta i propri voti sulla Lega Nord.
Sui fondi europei – che poi europei non sono affatto, ma sono soldi italiani – ne sentiamo di tutti i colori.
Intanto l’origine di questi ‘fondi europei’. L’Italia, oggi, contribuisce con svariate decine e decine di miliardi di euro all’anno al mantenimento dell’Unione europea. I 4, 5 miliardi di euro (che, come vedremo, sono anche meno) che Bruxelles stanzia ogni sette anni con i fondi strutturali per le Regioni italiane ad Obiettivo convergenza (Regioni con un reddito medio inferiore alla media europea che sono la Sicilia la Calabria, la Campania e la Puglia) sono ben poca cosa, anzi pochissima cosa rispetto a soldi che la Ue si prende dal nostro Paese.
Lo stanziamento della Programmazione 2007-2013 è stato di circa 11 miliardi di euro tra Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale: circa 6 miliardi e mezzo di euro), Fse (Fondo sociale europeo: circa 2,3 miliardi di euro), Psr (Piano di sviluppo rurale: circa 2,1 miliardi di euro) e Fep (Fondo europeo per la pesca: circa 200 milioni di euro).
Precisiamo che il cofinanziamento a carico dello Stato e della Regione è pari a circa il 50 per cento. Ciò significa – per essere chiari – che su questi 10 miliardi e mezzo stanziati nel 2007, la metà è a carico dello Stato (per una quota pari all’80 per cento circa) e della Regione siciliana (per una quota pari a circa il 20 per cento).
Questo ci dice già che la dizione “fondi europei” è sbagliata. Si tratta per metà di fondi europei e per metà di fondi italiani. E, in ogni caso, considerato che l’Unione europea all’Italia costa un sacco di soldi, non è esagerato dire che quelli che vengono chiamati “fondi europei” sono, in realtà, soldi del nostro Paese.
Il nostro giornale ha cercato di fare chiarezza sui fondi europei destinati alla Sicilia.
Sul Fesr i dati sono stati diffusi proprio ieri. All’inizio erano 6,5 miliardi le risorse del Fesr. Strada facendo si sono ridotti a 4,5 miliardi di euro circa (con i 2 miliardi di euro tolti alla Sicilia sono stati finanziai i Pon, Piano operativi nazionali: e sarebbe interessante sapere di questi 2 miliardi di euro gestiti da Roma quanti sono stati spesi in Sicilia).
Di questi 4,5 miliardi di euro, solo un miliardo e 800 e rotti milioni di euro sono stati certificati, ovvero spesi.
Ciò significa che, dal 2007 ad oggi, l’Unione europea, per il Fers Sicilia ha speso 900 milioni di euro circa. Degli altri 900 milioni, l’80 per cento (circa 750 milioni di euro) li ha tirati fuori lo stato e 150 milioni di euro circa la Regione siciliana. Se poi, come dice Grillo, questo miliardo e 800 milioni è finito alla mafia, beh, noi non lo sappiamo.
Ma visto che lui è un leader politico nazionale, quello che dice dovrebbe dimostrarlo. Altrimenti qualcuno dovrebbe procedere contro di lui, perché non si possono lanciare accuse così gravi contro un’intera comunità senza poi dimostrare quanto di afferma. In un Paese serio dovrebbe essere così.
Da questi conti – al di là delle battute facili – non è difficile capire perché questi “fondi europei” (che poi – questo non ci stancheremo mai di ripeterlo – non sono affatto europei, ma soldi nostri) non si spendono in Sicilia. In parte c’è la responsabilità della burocrazia e della politica regionale. Ma, in buona parte, c’è la responsabilità dello Stato, che dal 2007 ad oggi avrebbe dovuto contribuire, per il solo Fers con quasi 3 miliardi di euro e, invece, ha ‘sganciato’ solo 900 milioni di euro.
Sul Fondo sociale europeo i conti li abbiamo fatti noi la scorsa settimana. Lo stanziamento iniziare ammontava a circa 2,1 miliardi di euro.
Di questi, 450 milioni di euro sono finiti al Miur e dovrebbero tornare in Sicilia con il ‘Piano giovani’.
Del restante miliardo e 600 milioni e rotti di euro, 800 milioni circa sono stati certificati (e quindi spesi in Sicilia); gli altri 800 milioni di euro debbono ancora essere utilizzati.
Ora, se gli 800 milioni di euro del Fondo sociale europeo sono andati alla mafia, noi non lo sappiamo: ma Grillo farebbe bene a dimostrarlo. Idem per i 450 milioni di euro del ‘Piano giovani’. Benché ‘trasformati’ in fondi nazionali per evitare la rendicontazione e Bruxelles, sempre di fondi europei si tratta.
C’è, poi, il Psr. Sono altri 2,1 miliardi di euro o forse di più. Di questi soldi non si sa nulla.
Ma sui fondi del Piano di sviluppo rurale i parlamentari del Movimento 5 stelle potrebbero chiedere un report su come, fino ad oggi, sono stati spesi. Invece, sui fondi del Psr, regna il silenzio assoluto: anche da parte dei deputati grillini.
Restano i 200 milioni del Fep. Anche su questo fronte le notizie sono frammentarie. In genere i pescatori siciliani, questi soldi, nemmeno li chiedono. Proprio stamattina pubblichiamo la notizia di 22 milioni di euro per i Gruppi di azione costiera. Stanziati nel 2007, i procedimenti sono stati attivati in questi giorni. Con quasi sette anni di ritardi. Con il rischio che non si riesca nemmeno a spenderli.
Se facciamo un’analisi sulle risorse Fep destinate alla Sicilia, c’è il ‘rischio’ di scoprire che gli unici soldi per sono quelli per sagre, festini e feste: altro che investimenti nelle marinerie siciliane!
In conclusione, a noi le parole di Grillo sono apparse sopra il rigo e fuori luogo. Questo personaggio, senza rendersene conto, continua a rovinare il lavoro che i protagonisti del Movimento 5 Stelle svolgono nel territorio.
In Sicilia, ad esempio, i grillini, fuori dall’Ars, non stanno lavorando male. Dentro l’Ars combinano qualche ‘inchiappo’ politico. Come l’appoggio a leggi sbagliate (Consorzi di Comuni e Aree-Città metropolitanee). E gli ‘amoreggiamenti’ di questi giorni con il Governo di Rosario Crocetta sulla finanziaria ter.
Ribadiamo: se Grillo ha le prove di quello che dice, lo provi. Con i fatti e non con le chiacchiere. E dica ai suoi in Sicilia – ad esempio – di fare luce sui soldi del Psr finiti nelle tasche dei politici e dei burocrati…
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