Tra le migliaia di candidati allAssemblea regionale siciliana si proporranno al voto dei siciliani anche alcune centinaia di volti nuovi che i partiti hanno inserito nelle proprie liste sulla base di valutazioni di ogni genere. Vi sono candidati e candidati individuati per il potenziale di voti, altri per parentele con politici di lungo corso di cui dovrebbero raccogliere il consenso consolidato nel tempo, altri infine scelti per rappresentare categorie sociali, altri, infine, sulla base di storie personali caratterizzate da impegno nel sociale e nel cosiddetto pre politico.
Mentre i media si soffermano sui profili più discussi e, in qualche caso, scandalosi, come il figlio del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, poca è lattenzione a quei candidati che, come spesso accade, non fanno notizia proprio perché non appartengono ad alcuno o non destano specifiche o pruriginose attenzioni.
Link Sicilia ha deciso di dare voce ad alcuni di essi, cercando di capire se, nonostante tutto, vi siano nella vasta folla di aspiranti anche esperienze umane e professionali che in una Regione normale dovrebbero incarnare la speranza di un vero cambiamento.
Abbiamo iniziato con Cettina Foti. Ora continuiamo intervistando Giusella Iannazzo, 53 anni, madre di tre figli, insegnante da molti anni nella borgata di Cruillas, esponente del mondo scout nella cui associazione cattolica lAgesci, milita da oltre 40 anni con diversi ruoli di responsabilità. Gisella Iannazzo è candidata nella lista di Italia dei valori nel collegio di Palermo.
Signora Iannazzo, come mai ha scelto di candidarsi alle prossime elezioni regionali?
E stata una scelta dettata da ciò che vedo intorno a me, soprattutto nel mondo delle periferie. Noi insegnanti siamo i primi a registrare il malessere di un territorio. Attraverso i bambini ed i ragazzi che ogni giorno incontriamo siamo in grado di misurare i cambiamenti che avvengono nelle famiglie, il livello di disperazione di certe situazioni, lincremento dei sentimenti di paura e di sfiducia nel futuro, loscura presenza di vincoli allesercizio della libertà in ogni forma. In alcuni casi assistiamo alla trasformazione di molti di coloro che abbiamo avuto come alunni e sovente ne leggiamo sulle cronache le vicende microcriminali o il coinvolgimento in reati. Mi sono chiesta, allora, dopo decenni di impegno nel campo delleducazione, se molte delle nostre istanze siano presenti nella mente e negli atti di chi governa e mi sono risposta di no. La politica siciliana vive di clientelismo e si è costruita negli anni sfruttando il bisogno di chi non avendo voce, finisce con il credere di non avere nemmeno diritti.(a sinistra, Gisella Iannazzo)
Crede che vi siano spazi per candidature come la sua oppure che i partiti sappiano già su chi puntare veramente?
Probabilmente i partiti sono principalmente interessati ad ottenere consenso, spesso ad ogni costo, non guardando tanto per il sottile e finendo con lindividuare candidati che una volta eletti saranno pesantemente controllati dalle segreterie o dai colleghi più esperti. Questo è stato certamente vero negli ultimi anni. Oggi però i partiti sanno bene che rischiano di scomparire sotto la pressione dellantipolitica che avanza con volti spesso ambigui ed esponenti dalle provenienze opache. Credo che, non tanto per virtù quanto per necessità, i partiti siano disposti ad aprirsi anche ad esperienze che vengono da altri mondi, rinunziando, almeno in questa fase, a fagocitarne le nuove energie, le idee innovative, il rifiuto di compromessi.
Le ha accettato di essere candidata in un partito come Italia dei Valori che ha recentemente ribaltato il quadro politico della Città di Palermo, seppur grazie ad un premio di maggioranza senza precedenti, ottenuto attraverso la vittoria di Leoluca Orlando. Sa dirci il motivo di questa adesione?
Più che Italia dei Valori, conosco bene molte persone che vi sono confluite dopo lesperienza straordinaria della Primavera di Palermo e del Movimento La Rete. Di queste persone, con cui ho condiviso la tensione di quegli anni verso il riscatto della Sicilia e il ripristino della Legalità e che oggi rivestono nel partito posizioni di responsabilità mi fido e so che rappresentano uneccezione nella politica siciliana. Quando il senatore Fabio Giambrone mi ha proposto la candidatura non ho avuto esitazioni e ho accettato molto volentieri. Come donna credo di aver già dato il mio contributo personale e sociale mettendo al mondo tre figli, oggi adulti ed indipendenti, educando migliaia di alunni e centinaia di ragazzi e di giovani capi in Agesci. Credo di avere assolto con dignità a quei compiti e sento ora il dovere di mettere a disposizione la mia esperienza anche attraverso il servizio nelle Istituzioni, in un momento di grande emergenza per la Sicilia. (a destra, il Senatore di Italia dei valori, Fabio Giambrone)
Tra i candidati a Presidente più accreditati la lista IdV appoggia Giovanna Marano, unaltra donna in un panorama politico totalmente maschile. Quale pensa possa essere il valore aggiunto di tale possibile svolta?
Guardi, sarò molto sincera e diretta come sanno coloro che mi conoscono. Credo che uno dei principali mali allorigine dei tanti fallimenti della politica siciliana risieda proprio nel non aver mai espresso una classe dirigente in cui le donne – non importa di quale partito – fossero rappresentate in modo significativo e determinate. Tutto nella politica locale risente degli aspetti più discutibili della cultura maschile: lesercizio del potere come appartenenza, larroganza dei privilegi, il disprezzo – molto poco nascosto – della cultura, la sottovalutazione delleducazione, lassenzadi senso del giusto e del bello. E, soprattutto linestinguibile desiderio di restare nel ruolo, una volta conquistatolo, il più a lungo possibile, spesso, ad ogni costo. Non sono mai stata femminista in nessuna delle fasi che il movimento delle donne ha attraversato in questi decenni, ma resto fermamente convinta che il difetto della nostra attuale classe dirigente sia soprattutto di genere. La politica siciliana è sempre stata funerea e grigia sin dallinizio, oggi è patetica e disprezzata da tutti. Non vi è gioia né entusiasmo in alcuno degli attuali esponenti e, in molti casi, anche in questi giorni, pochi di essi credono in un futuro diverso e operano veramente per un cambiamento possibile.
Crede che unaffermazione cospicua delle donne presenti nelle diverse liste possa far cambiare qualcosa in Sicilia?
Ne sono assolutamente certa. Nonostante i tanti luoghi comuni circa la rivalità tra donne,è bene ricordare che essa si esaurisce davanti alle grandi battaglie per la dignità dei più deboli e degli emarginati. Le donne, anche appartenenti a schieramenti diversi, sanno trovare la sintesi (che è cosa diversa dalla mediazione spesso raggiunta dagli uomini, al ribasso) nella direzione della generatività. E un elemento connesso alla stessa natura femminile che, anche dietro identità politiche diverse, dà sempre frutti visibili e duraturi. Questestate ho trascorso alcune settimane di vacanza in Finlandia dove le donne votano dal 1906 e da sempre rivestono ruoli di primaria importanza ad ogni livello istituzionale. Di tale influenza la società finlandese risente in maniera visibile con una legislazione che privilegia i soggetti più deboli, il ruolo della famiglia, la tutela della diversità. E ciò al punto da incoraggiare le donne di qualsiasi condizione a mettere al mondo due o più figli, sapendo di poter contare su una società solidale che dà grande valore a tutto ciò.
Quali dovranno essere, a suo avviso, le priorità assolute del prossimo Governo regionale?
“Le sembrerà strano ma la risposta è semplice: sgombrare ogni ostacolo burocratico nel mondo del lavoro e della formazione. Che il lavoro manchi in Sicilia è secondo me una colossale mistificazione. Manca invece un corretto orientamento dei percorsi formative alle effettive vocazioni della Sicilia e cè assoluto bisognosi di un apparato amministrativo reso il più accessibile possibile, sottraendolo ad ogni discrezionalità e sopprimendo le mille sovrastrutture costruite in questi anni per dare risposta a chi vi lavora e non invece ai destinatari dei servizi. E il caso di Servizi per lImpiego elefantiaci e in mano ai partiti e ai sindacati, come pure di una fantomatica Agenzia per il Lavoro che è il luogo in cui sono state gestite le più scandalose stabilizzazioni del secolo. E tutto questo mentre lEuropa da spazio, nonostante la crisi, al merito, alla mobilità, alla diffusione capillare e non scolastica delle lingue straniere, allo scambio tra i giovani, alla rimozione di ogni ostacolo alla digitalizzazione in ogni settore. Il ritorno alla fiducia nel fatto che i propri sacrifici e meriti saranno riconosciuti è la più forte energia in grado di mobilitare la rinascita della Sicilia e darà luogo ad uninedita percezione dei siciliani e delle siciliane di non essere più figli di un dio minore. Il resto seguirà naturalmente. (a destra, un’altra immagine di Gisella Iannazzo)
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