La Sicilia affonda, mandiamo a casa la politica ‘ascara’

DI CRISI IN CRISI, DI “RIMPASTO” IN “RIMPASTO”, NEL MONDO DELLA “POLITICA POLITICATA”, IN QUASI TUTTE LE ISTITUZIONI RAPPRESENTATIVE LOCALI E NON, NEI CONVEGNI, NEI CONGRESSI, NEI COMIZI ELETTORALI E … TELEVISIVI, NELLA REGIONE, NEL PARLAMENTO ITALIANO, NEI GOVERNI REGIONALE E CENTRALE, NELLE SEGRETERIE DEI PARTITI E DEI SINDACATI, TRIONFANO IL “MANUALE CENCELLI” E LE LOGICHE SPARTITORIE, TIPICHE DELLA “CULTURA” MAFIOSA. MENTRE LA “QUESTIONE SICILIANA” RIMANE FUORI DALLA PORTA (BEN CHIUSA, PERALTRO)

E’ avvenuto ed avviene che 75 mila Lavoratori Siciliani, nel 2013, siano stati licenziati ed altri 175.000 siano in “Cassa Integrazione” o in “Mobilità” o siano titolari di “Sussidi”. Tutto questo mentre i giovani siciliani emigrano all’estero.

Sull’onda delle celebrazioni di un “Primo Maggio” particolarmente mesto (per non dire: triste), dobbiamo ricordare a noi stessi che il tasso di disoccupazione, in Sicilia, è previsto – per l’anno in corso – nella misura del 23,1 per cento, quando la media “italiana” è del 13 per cento.

Il Pil (Prodotto interno lordo) non progredisce: è fermo allo 0,6 %. Ed i consumi potrebbero calare del 12 per cento. Tutto questo è scandaloso.

Il tutto mentre le potenzialità della Sicilia vengono boicottate in ogni settore e mentre l‘ASCARISMO dominante impedisce che si adotti una strategia siciliana per l’economia siciliana.

Insomma: occorre un’inversione di tendenza decisa ed immediata.

E’ doveroso, infatti, reagire cercando di bloccare, innanzitutto, il fenomeno della DEINDUSTRIALIZZAZIONE in corso, prima che sia troppo tardi.

Si dovrebbero affrontare e risolvere positivamente alcuni casi specifici, significativi e scottanti, come quelli del salvataggio e del rilancio del POLO METALMECCANICO-AUTOMOBILISTICO di TERMINI IMERESE. Sì, dunque, ad una eventuale “rivoluzione” tecnologica del tipo della produzione dell’auto elettrica. Analoga attenzione merita il rilancio del settore della MICRO-ELETTRONICA, oggi a rischio di estinzione o, peggio, di “rimozione”.

Occorrerebbe pensare al “dopo-petrolio” ed a tutti problemi connessi. Con senso di responsabilità e … con la Sicilia nella mente e nel cuore.

Esistono altri settori produttivi che, singolarmente o tutti assieme, potrebbero consentire alla “Sicilia Produttiva” di riconquistare il Mondo (… il mercato internazionale, cioè).

Ma i Siciliani devono riprendere la consapevolezza di sé stessi. E devono ritirare la “delega”, il “consenso”, la “legittimazione” a coloro che sono al servizio di interessi contrari e contrastanti con quelli della Sicilia. A coloro, cioè, che hanno tradito i diritti fondamentali, gli interessi, le speranze di rinascita, di progresso e di sviluppo del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana.

Per essere più chiari: nessuno ci vuole o ci può regalare niente. Devono essere (dobbiamo essere) i Siciliani di tenace concetto – in prima persona e direttamente – a riaprire quella “porta chiusa”, alla quale abbiamo fatto sommariamente cenno. Magari a spallate e ….. senza fermarci mai più.

SICILIA, SVEGLIATI!

Foto di prima pagina tratta da essepress.com

 

Giuseppe Sciano

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