La Sardegna a grandi passi verso l’istituzione della Zona Franca integrale. E in Sicilia?

NELLA NOSTRA ISOLA, INVECE, ‘STABILIZZIAMO PRECARI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. MENTRE LA POLITICA E’ IMPEGNATISSIMA A FARE LA ‘CRESTA’ SULLE ENERGIE ALTERNATIVE. LI’ CAMBIANO LO STATUTO PER AIUTARE LE IMPRESE. DA NOI CAMBIAMO LO STATUTO PER SCRIVERCI CHE, A PAROLE, FACCIAMO ANTIMAFIA…

La Sardegna si avvia a diventare una Zona franca integrale. La notizia la leggiamo sulla rete, sule agenzie. E c’è una cronaca dettagliata di quello che si sta facendo sul L’Unione Sarda.it

“La Giunta Regionale presenterà un proprio emendamento di modifica all’articolo 12 dello Statuto, prevedendo l’estensione della Zona franca a tutto il territorio regionale. E’ quanto comunicano il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e l’assessore della Programmazione, Alessandra Zedda in merito alla Zona Franca integrale”.

E in Sicilia? Nulla di tutto questo.

In Sardegna, invece, la prima Commissione Autonomia del Consiglio regionale, presieduta da Ignazio Artizzu, ha approvato – con i voti della sola maggioranza e l’astensione del PD e del gruppo “Sardegna è già Domani” – l’emendamento che unifica le proposte di modifica dello Statuto sardo.

La “prima Commissione Autonoma del Consiglio regionale ” sardo è l’equivalente della prima Commissione legislativa di Sala d’Ercole (Affari istituzionali), dove l’attuale presidente che ancora non si vuole schiodare dalla poltrona, Marco Forzese, invece di occuparsi della Sicilia, ha trovato più comodo, lo scorso agosto, andarsi a patteggiare le poltrone dell’Irsap con il presidente Rosario Crocetta e con Confindustria Sicilia.

Notare la differenza: in Sardegna la politica discute di Zona franca integrale, perseguendo l’interesse generale dell’Isola, cercando di dare un sostegno concreto al mondo economico sardo. In Sicilia, invece, alla politica, delle imprese, non gliene può fregare di meno: per ora ministri siciliani, presidenti, assessori sono impegnati a ‘stabilizzare’ precari e a ‘grattare’ i soldi delle liquidazioni degli ex consorzi Asi.

“La nuova formulazione, concordata con i rappresentanti dei Comitati per la Zona Franca della Sardegna, Maria Rosaria Randaccio, Francesco Scifo e Andrea Impera – leggiamo sempre su L’Unione Sarda.it – prevede che:

Il territorio della Regione autonoma della Sardegna è posto fuori dalla linea doganale e costituisce zona franca interclusa dal mare territoriale circostante”.

“Nella richiesta di revisione – sottolineano Cappellacci e Zedda – punteremo sul fatto che il diritto al riconoscimento di una Zona franca estesa a tutto il territorio regionale non sorgerà con la nuova formulazione, ma esiste da quando è stato approvato lo Statuto Sardo. Auspichiamo che il Consiglio regionale sostenga e recepisca l’emendamento perché per tagliare il traguardo e rilanciare il nostro sistema economico non si può prescindere da una fiscalità di vantaggio che deve arrivare dalla Zona franca integrale”.

“Sulla trattativa per la zona franca integrale con l’Ue – si legge sempre nel giornale sardo – abbiamo fatto ulteriori passi avanti. Oggi (ieri per chi legge ndr) ho avuto un incontro col responsabile del consiglio giuridico della Commissione, che si occupa di materia doganale e l’Europa offre massima disponibilità. Il percorso è realizzabile. Deve essere proposto dallo Stato membro. Quindi l’Italia deve fare propria la nostra proposta, trasferirla all’Europa, e questa la deve semplicemente accettare”.

Questa la dichiarazione del governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci (nella foto a sinistra), che non gira la sua Isola per ‘sistemare’ il ‘Patto con i Sindaci’, ma va Bruxelles per occuparsi di Zona franca.

“A livello europeo – dice Cappellacci – c’è la massima disponibilità, dipende solo dall’iniziativa dello Stato italiano. Noi peraltro oggi portiamo in commissione, al consiglio regionale, una proposta di modifica del nostro articolo 12 dello Statuto che disporrà nel senso dell’apertura a tutto il territorio della Sardegna, di zona franca extra-doganale”.

E noi? Noi in Sicilia lo Statuto lo modifichiamo per scriverci che siamo contro la mafia. Ed è anche logico: avendo al Governo ?I Professionisti dell’Antimafia’ non possiamo che occuparci di queste cose…

In compenso, ieri, il nostro presidente Crocetta ha presentato le aree metropolitane. E cosa sono? Semplice: i Comuni di Palermo, Catania e Messina sono alla frutta. Il Governo regionale propone di Comuni vicini alle tre città di ‘auto-incaprettarsi’, diventando i dormitoi di Palermo, Catania e Messina…

Grande Sicilia, grande presidente Crocetta…

 

Redazione

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