La revoca del Muos di Niscemi: speriamo non arrivi l’impugnativa al Tar

Ci auguriamo di sbagliarci. Anzi, per essere ancora più chiari, ci auguriamo che la revoca delle autorizzazioni per la realizzazione del Muos di Niscemi, disposta dal Governo della Regione, convincano i militari americani a smontare le nuove e le vecchie antenne per trasferirle in uno sperduto angolo di deserto. Ciò posto, il trionfalismo, le dichiarazioni dell’assessore regionale, Mariella Lo Bello, e la soddisfazione dei parlamentari regionali grillini ci sembrano, quanto meno, in netto anticipo sul possibile incedere degli eventi.

La prima nota stonata che i deputati del Movimento 5 Stelle avrebbero dovuto notare e stigmatizzare è l’annuncio della revoca, che è arrivata, guarda caso, il giorno prima della grande manifestazione nazionale di oggi cui stanno partecipando, secondo le prime informazioni, circa 10mila persone.

La seconda nota stonata, strettamente interconnessa alla prima, è che non c’è bisogno di essere avvocati amministrativisti per sapere che la revoca è un provvedimento amministrativo che, in quanto tale, può essere impugnato di fronte al Tar (Tribunale amministrativo regionale).

Lo ripetiamo: noi ci auguriamo che i militari americani trasferiscano vecchie e nuove antenne (cioè il Muos) in qualche altra parte del mondo. Ma non possiamo nascondere che i militari Usa potrebbero impugnare il provvedimento di revoca davanti al Tar.

Se ciò dovesse avvenire, gli stessi militari americani potrebbero richiedere, pronto accomodo, la sospensiva del provvedimento di revoca el Governo regionale in attesa che i giudici amministrativi entrino nel merito della vicenda. E poiché il Tar, di solito, si pronuncia, sul merito, dopo un anno, o un anno e mezzo, o giù di lì, i militari americani avrebbero tutto il tempo per completare la realizzazione del Mous.

Abbiamo già manifestato, sin da ieri, le nostre perplessità. Il Governo regionale ha avuto oltre quattro mesi di tempo per revocare le autorizzazioni. E, stranamente, tira fuori questa revoca il giorno prima di una grande manifestazione popolare contro il Muos.

Una revoca che arriva prima che una speciale commissione, che dovrebbe pronunciarsi sugli effetti che le onde elettromagnetiche del Muos possono provocare sulla salute di milioni di siciliani, abbia fatto conoscere i propri deliberati. Di fatto, una scortesia verso chi fa parte di questa commissione speciale.

Insomma, ci sono tante cose strane in questa revoca pronunciata ventiquattr’ore prima di una grande manifestazione anti-Muos.

Noi non ce lo auguriamo, ma non vorremmo che tutta questa storia possa trasformarsi in una beffa.

No Muos day da Niscemi a Bologna, passando per Cagliari e Torino

 

Redazione

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