Una segnalazione alla Corte dei Conti e un’interrogazione parlamentare indirizzata all’assessore all’Economia Gaetano Armao. Vuole vederci chiaro, il deputato pentastellato Giovanni Di Caro, che ha presentato questa mattina l’atto parlamentare per chiedere chiarimenti al governo a proposito di una delibera di giunta dello scorso 27 dicembre in cui si predispone l’iter per la vendita di alcuni immobili, di cui la stessa Regione non conoscerebbe il valore.
Secondo la denuncia di Di Caro, la Regione avrebbe intenzione di «vendere i propri immobili, di cui non conosce il valore, facendoli acquistare dal Fondo pensioni. Un’operazione anomala e sulla quale va fatta totale chiarezza».
La ricostruzione del deputato del Movimento 5 stelle all’Assemblea regionale è questa: «Il 27 dicembre – precisa Di Caro – con delibera di giunta regionale, l’assessore dell’Economia Gaetano Armao ha avviato le procedure per vendere al Fondo pensioni l’intera quota del 35 per cento detenuta dalla Regione nel Fiprs (Fondo immobiliare pubblico della Regione Siciliana). Questa cessione – continua – avverrebbe intanto a titolo di acconto, in quanto la valutazione effettiva del valore immobiliare sarebbe rimandata a un momento successivo e a occuparsene sarebbe una commissione trilaterale, composta da un rappresentante dell’assessore per l’Economia, un rappresentante del Dipartimento regionale delle finanze e del credito e un rappresentante del Fondo pensioni».
Insomma, secondo l’accusa del deputato, si tratterebbe di una «vendita senza trattativa, perché è sempre la Regione a vendere, imporre il prezzo e comprare. Inoltre – aggiunge Di Caro – l’operazione avverrebbe in questa prima fase a scatola chiusa, perché, a quanto pare, non esiste un elenco degli immobili che dovrebbero essere ceduti e il governo non ha ancora l’inventario dei beni immobili da inserire nel conto del patrimonio, così come prevede la legge. Una situazione paradossale e con molti rischi, perché prevede l’investimento di somme accantonate per le pensioni degli ex dipendenti regionali. Anche per queste ragioni – conclude – ho inviato la documentazione alla Corte dei Conti per le verifiche del caso».
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