I DISASTRI PROVOCATO DAL GOVERNO CROCETTA E L’INCAPACITA’ DEL PD SICILIANO DI PRENDERE IN MANO LA SITUAZIONE DIMOSTRANO CHE IL CENTROSINISTRA NON E’ IN GRADO DI AMMINISTRARE LA SICILIA. LA VICENDA DEL MUTUO E CHI INTERESSI SPORCHI CHE NULLA HANNO A CHE VEDERE CON LA NOSTRA ISOLA
Nella cosiddetta Prima Repubblica la Sicilia era un’enclave moderata controllata dalla Dc. Con l’avvento della Seconda Repubblica a governare l’Isola, fino al 2008, è stato il centrodestra. Subito dopo le elezioni regionali del 2008 ci si chiedeva com’era possibile che, nonostante la condanna di Totò Cuffaro, i siciliani avessero tributato alle liste del centrodestra quasi il 70 per cento dei voti.
“Gli elettori siciliani continuano a sbagliare”, sentenziava qualcuno. Da qui un’operazione trasformista che ha portato al Governo della Regione il centrosinistra senza il consenso elettorale. Questo è avvenuto, grosso modo, dal 2009 al 2012 (anche se già in campagna elettorale, nel 2008, Raffaele Lombardo trescava con la sinistra).
Quattro anni di Governo regionale trasformista hanno regalato alla Sicilia la rocambolesca vittoria di Rosario Crocetta alla presidenza della Regione, eletto nel 2012 con appena l’11 per cento dei voti, con una coalizione che lo sostiene che non supera il 32 per cento. Eletto grazie a una legge elettorale sbagliata che, in presenza di più di due candidati, può non assegnare la maggioranza in Aula al Governo nonostante la presenza del ‘listino’: cosa che si è verificata nel 2012.
Ma se si trattasse solo di questo sarebbe nulla. Quello che emerge, da cinque anni a questa parte, è che gli elettori siciliani avevano ragione da vendere a votare sempre in maggioranza centrodestra. Perché il centrosinistra siciliano – e l’ha dimostrato e continua ogni giorno che passa a dimostrarlo Rosario Crocetta – non sa governare. Non è culturalmente in grado di governare la Sicilia.
La Regione siciliana non ha mai brillato. Ma non è mai stata sull’orlo del dissesto finanziario. Cinque anni di Governo del centrosinistra hanno portato la Regione siciliana sull’orlo del dissesto finanziario.
In oltre sessant’anni non ci sono mai stati problemi di pagamento del personale. Oggi non ci sono i soldi per pagare il personale.
Anche il precariato non è iniziato ora. E cominciato nei primi anni ’80, quando i dipendenti della Regione, da circa 2 mila, sono diventati 7-8-10 mila. Poi alla fine degli anni ’80 con l’arrivo degli articolosti, dei tecnici delle sanatorie edilizie e via continuando.
Con il Governo Prodi – legge Treu – sono arrivati gli Lsu, i Lavoratori socialmente utili. Altri precari. Che in Sicilia si sono sommati ai precari creati a Palermo e a Catania dagli allora e oggi di nuovo Sindaci, Leoluca Orlando e Enzo Bianco.
Nel 1997 la sommatoria di tutti questi precari – molti dei quali inventati dalla sinistra, come gli Lsu e i precari di Palermo (Gesip e altro ancora) e Catania – sembrava impossibile da gestire. Eppure i Governi siciliani di centrodestra li hanno gestiti, dando risposte concrete. Questi sono fatti. Non ammetterlo sarebbe intellettualmente disonesto.
Piaccia o no, il sistema ha retto fino al 2008. Certo, poi è arrivata la crisi. Ma le crisi economiche, in Sicilia, non sono mai mancate. E, bene o male, prima dai democristiani, poi dal centrodestra, sono sempre state gestite.
Piaccia o no, ma la situazione, in Sicilia – negli uffici della Regione siciliana – non è più sotto controllo da quando governa la sinistra.
I responsabili politici dell’attuale disastro hanno nomi e cognomi. Sono Raffaele Lombardo, Rosario Crocetta, Giuseppe Lumia, Antonello Cracolici.
Il primo è stato sistemato dalla Giustizia. Il secondo – Crocetta – si ritrova su una ‘macchina’ che non sa guidare. Molti immaginano che stia provando a tenersi le poltrone, dagli assessorati regionali in giù. Anche noi l’abbiamo pensato. E forse, almeno in parte, abbiamo sbagliato. Perché la sensazione che si ricava da certe storie – come quella sul mutuo da quasi un miliardo, una follia per fortuna sventata – è che l’attuale presidente della Regione, più che comandare, sembra subire.
Restano e Cracolici e Lumia. Che, non a caso, dopo aver affondato la Regione, stanno provando in tutti i modi a scappare, destinazione il Parlamento europeo.
Il primo – Cracolici – pensa di essere già candidato. Naturalmente nel PD.
Il secondo – Lumia – prima ha tentato di mettere su una lista assieme ad altri soggetti più o meno civici. Fallito questo tentativo, sta provando ad andare in lista, anche lui nel PD. Dimenticando di avere alle spalle non ricordiamo più se cinque o sei mandati parlamentari.
Cosa, questa, che gli ha ricordato il segretario regionale del PD, Fausto Raciti. Siccome la Sicilia, per i vari Lombardo, Crocetta, Cracolici e Lunia è sempre stata al primo posto, è arrivata la replica: senza posto in lista per Lumia, Crocetta non procederà al rimpasto della Giunta.
Crocetta e Lumia non vogliono cambiare la Giunta? Dal PD romano arrivano ‘voci’ di commissariamento della Regione siciliana. Batti e ribatti. Mentre la Sicilia affonda.
Come potete notare, ricatti e contro-ricatti. Avevano torto o ragione i siciliani a non volere votare per la sinistra siciliana? Può la mancata assegnazione di una poltrona a Lumia – desideroso di portare la sua ‘particolare’ Antimafia a Strasburgo e Bruxelles – bloccare una Regione? Per ora, piaccia o no, è quello che sta succedendo.
C’è anche una storia nella storia: quella del mutuo. Il Mutuo ‘ascaro’ da quasi un miliardo di euro con gli ‘amici’ della Cassa Depositi e Prestiti che erano già pronti a erogare alla Regione siciliana un mutuo al tasso del 5 per cento. Tutto questo mentre ad altre Pubbliche Amministrazioni del nostro Paese i tassi praticati variano dal 2,5 al 2,8 per cento. A noi siciliani avrebbero fatto uno ‘sconto’ al contrario: dal 2,2 al 2,8 per cento in più!
E’ o non è, quella di questo strano mutuo, un’operazione dalle molte ombre e dalle pochissime luci?
Il mutuo ‘truffaldo’ e ‘ascaro’ è stato bloccato. Ma chi pensava di avere giù ‘chiuso’ un’operazione alle spalle delle famiglie e delle imprese siciliane. che avrebbero pagato Irpef e Irap maggiorati per i prossimi trent’anni (per restituire a chi ci avrebbe concesso questo ‘conveniente prestito’ un miliardo di euro si sorte capitale, più 900 milioni di interessi), non si rassegna.
Sempre dagli ambienti di una ‘certa’ sinistra, c’è la volontà di tenere a galla questo folle mutuo. Nella speranza che la politica siciliana si ‘redima’, torni in maggioranza ‘ascara’ e indebiti i siciliani per pagare altri strani debiti, in parte fasulli.
Ora spunta la notizia che, senza il mutuo ‘ascaro’, ci sarebbe un altro ‘buco’ di quasi 400 milioni di euro. Che – ma guarda che caso! – si sanerebbe contraendo il mutuo. Geniale!
Siamo arrivati alla fine della storia. La sinistra ha dimostrato di non sapere governare la Sicilia. Resta da capire cosa faranno l’attuale centrodestra e i grillini dell’Ars. Da questi due schieramenti dovrebbe venire fuori il nuovo Governo dell’Isola.
Bisognerà capire se manterranno l’autonomia dalle forze – probabilmente non siciliane – che verrebbero imporre il mutuo da un miliardo per propri interessi.
Detto in parole semplici, se il mutuo passerà, con l’avallo del centrodestra e dei grillini, significherà che anche questi soggetti politici sono coinvolti in uno squalido gioco al massacro contro la Sicilia.
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