La reazione di Palermo dopo la citofonata di Salvini Il sit-in della comunità tunisina: «Io spaccio amore»

Da tutta la Sicilia si sono radunati cittadini tunisini, attivisti, associazioni, partiti politici e vari movimenti politici nazionali ed internazionali, nonché comuni cittadini. Tutti in piazza Pretoria per il sit-in organizzato dalla consigliera della Consulta delle Culture e rappresentante della comunità tunisina a Palermo Nadine Abdia. Una manifestazione nata dall’esigenza di prendere posizione contro il gesto compiuto settimane fa dal leader della Lega Matteo Salvini, che a Bologna, nel quartiere Pilastro, ha citofonato a casa di Yassin, 17enne di origine tunisina, chiedendogli se fosse uno spacciatore. Un episodio che ha suscitato subito parecchie polemiche. 

Nadine Abdia ha voluto ringraziare il sindaco di Palermo, presente anche lui al sit-in, perché «la scelta di manifestare sotto Palazzo delle Aquile significa che noi tunisini ci sentiamo cittadini palermitani. Noi siamo qui per dire che la comunità tunisina non è straniera, ma parte integrante di questa città», ha sottolineato infatti la consigliera. Al sit-in presente anche l’onorevole Sami Ben Abdelaali, della commissione Affari Esteri del Parlamento tunisino, che è stato il primo a condannare il «comportamento inqualificabile» dell’ex ministro dell’Interno e a chiedergli di porgere le sue scuse alla famiglia tunisina coinvolta. 

«Il gesto di Salvini non dà l’immagine vera dell’Italia, che è un Paese con una grande tradizione di ospitalità, tolleranza e amicizia – ha affermato il parlamentare -. È un episodio che bisogna dimenticare, per noi che lavoriamo per i buoni rapporti tra i due Paesi». A scendere in piazza anche l’ex governatore Rosario Crocetta, residente in una città vicino Tunisi, che ha voluto rimarcare la vicinanza della Sicilia. «Non sono assolutamente di passaggio, ho voluto partecipare a questa manifestazione perché sono molto vicino al popolo tunisino, che è stato offeso da quella citofonata. Mi auguro – ha aggiunto – che si possa vincere la battaglia contro il decreto sicurezza, che ha dei connotati anticostituzionali e discriminatori», ha continuato Crocetta, ponendo l’accento sull’allarme razzismo che sta scuotendo l’Italia e che «non va assolutamente sottovalutato».

«Non voglio annoiare o far vergognare nessuno, quindi non parlerò di Matteo Salvini – ha esordito, invece, il sindaco Orlando, anche lui a fianco della comunità tunisina radunata a piazza Pretoria -. Per me il Mediterraneo non è un mare che divide, ma un continente di acqua che unisce, perché siamo tutti palermitani», ha concluso il primo cittadino. Oltre alla Consulta delle Culture, alla manifestazione hanno aderito anche la Consulta della pace, Rifondazione Comunista, Cgil Ragusa, il Ciss – Cooperazione Internazionale Sud Sud, Mete Onlus, Leu – Sinistra Italiana, l’associazione Adduma – avvocati dei diritti umani, Forum Antirazzista, Uniti Senza Frontiere e la maggior parte delle comunità di migranti presenti a Palermo.

Antonio Melita

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