«A metà gennaio le famiglie assegnatarie dei 96 alloggi popolari dell’ex palazzo di cemento di Librino riceveranno le chiavi per accedere negli appartamenti». È un annuncio di quelli importanti, fatto più e più volte nel corso degli ultimi anni. Questa volta, a fare il nodo al fazzoletto è il sindaco Salvo Pogliese alla fine di una riunione operativa seguita a un presidio spontaneo che gli aspiranti abitanti della torre hanno organizzato in piazza Università.
«Sono felicissimo – ha detto in un afflato di entusiasmo il primo cittadino – perché finalmente concludiamo una vicenda lunga e complessa che ci ha fatto rinviare più volte questo momento». A rimanere con i piedi più saldati per terra è, invece, l’assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici Enrico Trantino che, a settembre, aveva fissato l’ultima deadline – ovviamente ancora una volta rimandata – per lo scorso 30 novembre. Intanto, finora delle penali intimate alla ditta per i ritardi delle proroghe non c’è mai stata nessuna traccia.
«In pratica,
è fatta al 99 per cento – spiega a MeridioNews l’assessore che si mostra più cauto – Mancano solo due certificati, quello antincendio e quello dell’ascensore. Dalla ditta hanno assicurato che gli alloggi potranno essere consegnati a partire dall’11 gennaio. Ma – aggiunge Trantino – c’è un condizionale che condiziona anche me». In ogni caso, rispetto al cronoprogramma iniziale, si tratterebbe di un ritardo di circa tre anni. Per la riqualificazione, l’immobile di 17 piani – per anni simbolo di degrado e illegalità del quartiere periferico – nel 2011 era stato inserito dall’amministrazione comunale nel finanziamento ex Gescal per oltre nove milioni di euro.
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