Carbone, diavolina, carne pronta per finire dritta sul barbecue e, ovviamente, anche l’immancabile uovo di cioccolata da gustare dopo l’abbuffata. È tutto quello che, nel giorno dedicato alla spesa, Alice ha deciso ugualmente di acquistare. Ha messo tutto lì, nel suo carrello, malgrado in programma non ci sia nessuna scampagnata con gli amici nella solita area attrezzata di San Martino né un pranzo da gustare in casa con la famiglia. Eppure ecco che è finito tutto ugualmente in quel carrello, perché lei questa Pasqua piena di limiti, chiusure e distanziamento vuole festeggiarla comunque. Anche da sola, in quella piccola casa in affitto vicino al mare, dove da pochi mesi vive insieme al suo amico di sempre, Eugenio, un gattone nero che non la lascia mai. «Se sarà triste? No, solo diversa – racconta la giovane a MeridioNews -. Avrei potuto fingere che fosse un giorno come un altro, perdendomi dietro le cose di lavoro, le faccende da sbrigare o qualche lettura da riprendere. E magari posticipare i festeggiamenti a quando tutto sarà tornato normale. Ma è così, forse, che sarebbe stato davvero triste. Insomma, perché rinunciare a festeggiare, seppur a modo mio?».
«La cosa che questa emergenza ha stravolto più di tutto – continua – sono i nostri rapporti: per sentire o addirittura vedere qualcuno devo per forza ricorrere alla tecnologia. Niente più incontri, niente più uscite, niente più abbracci. È uno stravolgimento, per quanto temporaneo, abbastanza forte – spiega -. Ma non sarebbe un po’ come far vincere il virus e tutte le paure che si trascina dietro, se la mia festa dipendesse esclusivamente dalla possibilità di stare con qualcuno o meno?». Per incontrarsi di nuovo, pensa Alice, ci sarà tempo, prima o poi. Perché, quindi, nell’attesa, fingere che sia un giorno come tutti gli altri, lasciando aperta la porta a solitudine e sconforto? «In oltre un mese di isolamento da tutti e tutto c’è stato tanto su cui riflettere, tanto da rivedere – aggiunge -. Mi sono accorta ora come non mai che in fondo non sono che una privilegiata. Ho un tetto, un lavoro che posso continuare a svolgere da casa in modalità smart, un compagno fidato che sola non mi fa sentire mai e una buona connessione Internet per raggiungere in un attimo tutti quelli di cui sento la mancanza. C’è chi tutto questo non ce l’ha. C’è chi è rimasto bloccato in una regione che magari non è la sua, chi ha perso ogni guadagno e di certo sta pensando a tutto tranne che al barbecue e alle scampagnate rimandate, c’è chi sta male. Insomma, tutto quello che ho mi sembra un buon motivo per festeggiare oggi, senza tristezza, anzi. Con la consapevolezza che presto tutto sarà anche più bello di prima, è quello che mi auguro».
Una privilegiata, dice Alice. Perché, tra le fortune che sente di avere, c’è anche quella di essere rimasta nella sua casa, nella sua città. Una fortuna che non tutti hanno avuto. Come Alessandro, ad esempio, che da un anno e mezzo vive a Milano, dove ha trovato lavoro. «Che cosa farò oggi? In realtà niente di più di quello che ci è permesso fare da un mese a questa parte – racconta -. Resterò qui a casa, che da un mese è praticamente anche il mio ufficio, nei miei 30 metri quadri di monolocale». Al contrario dei progetti messi su da un’altra palermitana come lui, Alessandro non ha previsto nessuna grigliata in solitaria. «Penso che purtroppo sembrerà una giornata qualunque, accompagnata da qualche buon film, spero anche da un buon pasto visto che a differenza di buona parte degli italiani le mie capacità culinarie in quarantena non sono per niente migliorate – scherza -. Certo, sarà strano fare gli auguri a tutti di buona Pasqua ma di fatto “Pasqua” per come la intendiamo noi non lo è affatto. Niente grigliate, niente mangiate infinite, niente scambi di uova di cioccolato. Non potremo neanche maledire la pioggia, perché per la prima volta dopo anni il tempo sarà, a quanto pare, meraviglioso».
«Non c’è nulla della Pasqua che ricordo – torna a dire -. A quest’ora sarei potuto essere con la mia famiglia, a festeggiare in una tavola piena di cibo, con i nipotini che giocano, aspettando il momento di spacchettare le uova, tutti felici! Purtroppo forse, come la maggior parte di noi pensa, dovremmo archiviare questa festa il prima possibile, in modo da pensare alla prossima, a quando tutto tornerà normale, a quando tutto tornerà più bello». È solo un arrivederci, in un certo senso, quello di Alessandro ai festeggiamenti e alle tradizioni. Anche se in realtà a qualcosa sembra non aver resistito. «L’uovo di cioccolato a dire il vero l’ho comprato – rivela infatti -, lo scarterò in videochiamata con il mio fidanzato, non sarà come essere accanto, ma sarà comunque come essere insieme».
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