Da due giorni oramai una parte della città di Catania è invasa dalla munnizza. I cassonetti non riescono più a contenere la spazzatura e i cumuli di rifiuti indifferenziati che si accatastano crescono sempre di più. Passando nelle vie del Centro e della periferia c’è un forte odore nausabondo. Sacchetti di plastica, cartoni, scarti alimentari, cassette della frutta, indumenti e perfino oggetti ingombranti come un divano in pelle nera e un materasso. È questo l’effetto più tangibile della protesta che stanno portando avanti una parte dei 105 lavoratori del bacino prefettizio, in attesa da anni di essere stabilizzati nel servizio di nettezza urbana.
Eppure sembra essersi creato un effetto di città nella città. C’è infatti una parte di catanesi che non si è nemmeno accorta che alcune zone sono sommerse dalla spazzatura. Nelle aree coperte dal servizio porta a porta la raccolta è andata avanti con le ormai solite difficoltà. Mentre nelle zone in cui il servizio è stato esternalizzato dal Comune di Catania, da oltre 48 ore, gli operatori non rispettano i turni di lavoro e non effettuano regolarmente il servizio. Gli effetti, in pieno periodo delle festività pasquali, sono evidenti. «Con il massimo rispetto per i problemi che spingono i lavoratori a portare avanti la protesta – dichiara a MeridioNews il presidente di Federalberghi, Nico Torrisi – è vero però che è un disagio enorme che ci stiamo autoinfliggendo. Sarà una pessima cartolina della città che, tramite il passaparola dei turisti, farà il giro del web e questo ci tornerà indietro come un boomerang. C’è da dire, inoltre, che al di là della questione attuale quello della spazzatura in città è una piaga che esiste da molto tempo e che torna ciclicamente».
La doppia faccia della città emerge anche parlando con i titolari di alcune strutture ricettive. Su dieci che abbiamo contattato in più della metà di queste nessuno aveva notato la quantità di spazzatura rimasta non raccolta lungo le strade. Nessuna lamentela diretta, a quanto pare, nemmeno dai turisti. «Forse – si giustificano in due – perché la stagione non è ancora partita davvero». Alcuni gestori di alloggi non sono nemmeno a conoscenza della protesta dei lavoratori e lamentano il fatto che la cronaca racconti troppo spesso una città sporca e poco accogliete: «Così fate cattiva pubblicità e il turismo non decolla». Eppure, i dati parlano di un trend positivo del turismo in città. Stando ai numeri degli arrivi all’aeroporto di Catania, c’è un miglioramento complessivo del dieci per cento rispetto allo stesso periodo del 2017 e di questo il 15 per cento arriva dall’estero. «Il problema della mancata percezione di questo incremento da parte delle strutture ricettive – commenta Torrisi che è anche amministratore delegato della Società aeroporto Catania – dipende dalla enorme quantità di sommerso illecito che esiste in questo settore, di strutture che non pagano le tasse, in cui lavora personale in nero, che fanno concorrenza sleale a danno dei lavoratori onesti». Il riferimento è a hotel e b&b abusivi che non sono tracciabili e rendono impossibile avere dati certi sulle presenze.
«Nella zona di piazza Cavour i cassonetti straripano». A notarlo è una signora che gestisce una piccola struttura ricettiva. «È evidente che non può essere l’ordinaria amministrazione di qualche sacchetto di spazzatura lasciato fuori orario da un incivile – afferma – Per adesso i miei ospiti non mi hanno chiesto nulla e spero non lo facciano perché mi vergognerei e non saprei come rispondere per giustificare i disagi che stiamo subendo». Lungo via San Giuliano c’è un bed and breakfast in cui sono ospiti un gruppo di turisti austriaci venuti in questo ponte pasquale per la classica vacanza da fare sull’Etna. «Loro non si sono lamentati – spiega il titolare – probabilmente per buona educazione o forse, che sarebbe peggio, perché arrivando al Sud si aspettano di trovare città in queste condizioni di degrado. Ma, mi lamento io perché sono certo non solo del fatto che loro non torneranno mai più ma anche che faranno recensioni negative che scoraggeranno altri a scegliere Catania come meta. È giusto scioperare per i propri diritti – conclude – ma questo non giustifica una categoria di lavoratori a creare danno alla collettività e ad altri lavoratori».
Alla base della protesta degli operatori ecologici c’è l’organizzazione del servizio in vista della nuova proroga del mini bando da tre mesi per l’appalto della raccolta dei rifiuti. A ottenerlo, ancora una volta, sarà il consorzio Sen.Eco, che raggruppa le società Senesi ed Ecocar. Nei giorni scorsi, sono stati convocati, per firmare un nuovo contratto a tempo determinato, 21 lavoratori provenienti dalla lista del bacino prefettizio – i più anziani d’età – nonostante il sindaco Enzo Bianco avesse annunciato un impegno per farli assumere tutti e 105. Alcuni degli esclusi hanno passato anche questa seconda notte rimanendo in presidio permanente nei due autoparchi del Comune di Catania a Pantano d’Arci, dove ci sono i depositi dei mezzi per la raccolta dei rifiuti cui non è stato permesso di uscire.
Ha piovuto, ha nevicato, l'acqua è arrivata, l'emergenza sembra passata. La situazione della diga Ancipa,…
«Era colui che si sporcava le mani con personaggi compromettenti perché così si arrivava al…
Dieci parcheggiatori abusivi sono stati sanzionati a Catania negli ultimi giorni. Durante il periodo delle…
Colpi d'arma da fuoco sparati per uccidere a Licodia Eubea, in provincia di Catania. Per…
«Fermi tutti, questa è una rapina». Il più classico degli esordi per il giovane rapinatore…
Dieci anni di reclusione. Questa la condanna chiesta dalla procura di Catania nei confronti di…