La morte di Sebastiano Tusa a 66 anni lascia un vuoto profondo non solo nel panorama dell’archeologica e della cultura italiana, ma anche nella giunta di Nello Musumeci. Il lavoro dell’assessore negli ultimi mesi era stato apprezzato in maniera trasversale e anche le opposizioni si fidavano dello studioso, considerato tra i migliori assessori del governo regionale.
«Se ne va un uomo di profonda cultura e di grandissimo spessore – commenta il capogruppo del Movimento 5 stelle, Francesco Cappello – con cui spesso abbiamo avuto modo di relazionarci in maniera cordiale e proficua. Una persona dalle indiscusse doti umane e istituzionali, era un siciliano che amava la sua terra e un amministratore capace di far apprezzare il valore della cultura. Le nostre condoglianze anche al governo regionale». Anche secondo Claudio Fava, di Cento passi per la Sicilia, «in pochi mesi abbiamo imparato ad apprezzare la capacità dell’assessore Tusa di imprimere un taglio di straordinaria professionalità alla gestione dei beni culturali della Sicilia. Un’opera in continuità con il suo infaticabile lavoro di studio e di ricerca. Per tutti noi una perdita grave». Sulla stessa scia anche il Pd, che si stringe «alla famiglia dell’assessore Tusa, manifestando la vicinanza dell’intera comunità democratica».
Dalla maggioranza le prime parole sono state del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè: «Tra quegli italiani morti c’era anche un uomo delle istituzioni, un uomo di profonda cultura che aveva fatto della sua domenica di riposo una qualsiasi altra giornata di lavoro, allo scopo di promuovere l’immagine della Sicilia all’estero, per adempiere al suo ruolo di assessore ai Beni Culturali. Ciao Sebastiano, è stato un onore conoscerti e lavorare con te». Poco dopo seguito dal presidente della Regione Musumeci, che è rimasto per ore in contatto con la Farnesina nella speranza di ricevere una buona notizia a cui aggrapparsi che però non è arrivata: «Sono distrutto – ha detto il governatore – È una tragedia terribile, alla quale non riesco ancora a credere: rimango ammutolito. Perdo un amico, un lavoratore instancabile, un assessore di grande capacità ed equilibrio, che stava andando in Kenya per lavoro. Un uomo onesto e perbene, che amava la Sicilia come pochi. Un indimenticabile protagonista delle migliori politiche culturali dell’Isola».
Sono seguite le parole degli assessori Marco Falcone e Ruggero Razza. «Ho conosciuto una persona dalle grandi qualità umane – ha detto Falcone – prima ancora che studioso di statura internazionale e ottimo assessore, capace di intervenire con una visione di ampio respiro nel campo dei Beni culturali. Condividere con Sebastiano l’esperienza di governo è stato un onore, la sua assenza sarà un vuoto profondo, così come resterà insostituibile il suo contributo di intelligenza, garbo, rigore e profonda conoscenza». Razza ricorda che «in questi anni il suo contributo di idee e di passione ci ha dato linfa vitale per affermare l’idea di una Sicilia che ha dentro di sé la sua piu’ grande ricchezza: la bellezza».
Un ricordo anche da chi lo ha preceduto alla guida dell’assessorato ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi. «Resta il suo pensiero, l’intelligenza, la disponibilità ad ascoltare, la gentilezza, e tanti studi, tante ricerche sospese, tanti sospiri di conoscenza. In pochi casi l’archeologo, lo scienziato si era fatto politico con tanta naturalezza, continuando a vedere le cose, la storia e il mondo senza calcoli e strategia, per amore della bellezza, per la certezza che il mondo antico in Sicilia era ancora vivo. Potevano risorgere sculture, rinascere kouroi, uscire Venere dall’acqua. E come vive la storia con noi, vive anche lui oltre la sua apparente fine».
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