La mattina a scuola, il pomeriggio in piazza: succede a Mazara del Vallo

La mattina vanno a scuola e il pomeriggio in piazza a protestare. Un modo per far sentire la propria voce e non perdere lezioni. Insomma: si può protestare senza bloccare il diritto allo studio. E’ questo il messaggio che parte da Mazara del Vallo, Comune di circa 55 mila abitanti della provincia di Trapani.

Le occupazioni nelle scuole superiori siciliane, per la verità, si stanno estendendo in tutta la Sicilia. In molti casi la protesta è sfociata in tumulti. Forme di autogestione e assemblee permanenti non sempre gestite in democrazia.

Sono alcune delle critiche piovute in queste settimane dove la protesta, in alcuni frangenti, si è fatta incandescente. A rischio lezioni e profitti. Un caso va sottolineato per la scelta di una forma di protesta consapevole ed intelligente. E’ quello dell’Istituto Istruzione Superiore (IIS) “Francesco Ferrara” (Istituto tecnico commerciale statale) di Mazara del Vallo.

Il comitato studentesco spontaneo dell’IIS ha deciso, differentemente dall’autogestione negli altri istituti superiori cittadini, di scendere in piazza per far sentire il disagio di una scuola che non va e di un diritto allo studio messo in pericolo da scelte politiche romane non condivise. (sopra, a sinistra, foto tratta da novara.com)

La diversità è legata alla decisione di protestare nelle ore pomeridiane. I leader del movimento, Alessandro Pipitone e Giuseppe Sardo, ci tengono a precisare che l’iniziativa è stata condivisa con il corpo docenti e con il dirigente scolastico, Licia Ingrasciotta.

La manifestazione si è svolta l’altro ieri, 30 novembre, con una massiccia partecipazione di circa 300 studenti e si è sviluppata con un corteo pacifico lungo le vie principali della città di Mazara del Vallo. Simbolica la formula, dicevamo, a dimostrazione del concreto impegno partecipativo dei ragazzi lontano dalle ore di lezione.

Un modo di protestare per rivendicare i propri diritti responsabile, consapevole ed intelligente. Studenti che studiano di mattina e, nel pomeriggio, esprimono il loro malcontento in maniera seria e democratica, impegnandosi al confronto aperto sui temi di attualità che riguardano il futuro della scuola italiana.

Al termine del corteo i ragazzi si sono riuniti in Piazza della Repubblica, mettendo in campo un dibattito alternato dal lancio di slogan contro una politica ottusa che vessa il diritto allo studio. In particolare, sono stati affrontati gli effetti della riforma scolastica e l’impatto rispetto ai principi sanciti dalla Costituzione italiana. E stato sottolineato, infatti, che la Costituzione dispone all’art.34 : “Il libero accesso all’istruzione scolastica, senza alcuna discriminazione (comma 1), l’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione dell’obbligo (comma 2), il riconoscimento del diritto allo studio anche a coloro che sono privi di mezzi, purché capaci e meritevoli mediante borse di studio, assegni ed altre provvidenze da attribuirsi per concorso (comma 3)”.

I promotori, Alessandro Pipitone e Giuseppe Sardo, hanno anticipato il programma delle iniziative di protesta, dichiarando: “L’abbiamo definita una manifestazione seria, organizzata da studenti che la mattina studiano ed il pomeriggio manifestano. Dopo la grande partecipazione, da sabato 1 dicembre 2012, nel nostro istituto cominceremo un’azione di autogestione, che vede i ragazzi come veri soggetti della scuola. Tratteremo temi di attualità, analizzeremo il testo della legge di stabilità, soprattutto nella parte che riguarda i tagli alla scuola pubblica, dei tagli al fondo d’istituto, discuteremo del disegno di legge a firma dl deputato del Pdl, Valentina Aprea”. (sopra, a destra, foto tratta da zenzeroquotidiano.it)

L’idea di una riforma che spinga verso la direzione della scuola-azienda non piace proprio agli studenti. “La scuola è uguale per tutti”, hanno sottolineato i promotori della manifestazione studentesca mazarese. Aggiungendo: “Parleremo del nostro ‘Statuto Studentesco’ e di come far valere e mettere in atto i nostri diritti di studenti, realizzeremo cartelloni, visioneremo film, incontreremo esperti, puliremo i nostri spazi scolastici e ripasseremo le materie in cui abbiamo più lacune. Sarà una protesta per la salvaguardia del diritto allo studio, in cui noi studenti, ormai stanchi di non essere ascoltati dalle svogliate cariche politiche, metteremo in atto una didattica nuova ed alternativa”.

Un messaggio chiaro, letto dalle parole degli studenti, far capire all’opinione pubblica che si può manifestare in maniera organizzata e proficua, senza perdere giorni di scuola, testimoniando che si può gestire una protesta prevedendo nel contempo azioni intelligenti come le lezioni direttamente gestite dai ragazzi con la mediazione del corpo insegnanti.

 

Giuseppe Messina

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