«Augusta è morta senza avere verità e giustizia, ma non si può vivere sperando che la giustizia arrivi nell’aldilà. Oggi sono qui anche per lei». Cosi Vincenzo Agostino apre idealmente la marcia di Libera da Palermo, nella Giornata della memoria e dell’impegno. Indossa una maglietta con il ritratto della moglie, Augusta Schiera, recentemente scomparsa, e del figlio Antonino, agente di polizia ucciso con la moglie Ida Castelluccio nel 1989. Per quell’uccisione, avvolta da misteri e depistaggi, porta una barba bianca che non ha più tagliato. La sua è la prima Giornata della memoria senza la moglie.
Con lui sfilano in corteo altri familiari di vittime della mafia, come Placido Rizzotto, tutti circondati da una folla colorata di studenti delle scuole di Palermo che oggi sono scesi in piazza contemporaneamente alla manifestazione nazionale di Padova. La mafia uccide, il silenzio pure urlano in coro mentre mostrano cartelli con scritto Le loro idee camminano sulle nostre gambe. La memoria che questa mattina si è data appuntamento a Palermo si congiungerà all’impegno di chi oggi manifesta: da piazza Bologni passando per i Quattro Canti e fino al teatro Massimo, dove saranno letti più di mille nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali uccisi dalle mafie solo perchè hanno fatto il loro dovere.
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