IN ATTESA DI LEGGERE LE ‘CARTE’ DI BILANCIO E FINANZIARIA, COMMENTIAMO LO ‘SPIRITO’ DI UN PASSAGGIO PARLAMENTARE CHE FINIRA’ DI MASSACRARE LA GIA’ FRAGILE ECONOMIA SICILIANA. IL PRECARIATO, CHE DOVREBBE ESSERE PAGATO DALLO STATO, VERRA’ INVECE PAGATO DAI SICILIANI. INSOMMA, IL GOVERNATORE E IL PD PROPONGONO ALLA NOSTRA ISOLA UN 2014 ALL’INSEGNA DEL SOTTOSVILUPPO ECONOMICO
I lettori ci chiedono perché, a differenza di altri giornali cartacei e on line, noi non commentiamo la manovra. La risposta è semplice: perché la vera manovra è quella che, nelle prossime ore, la presidenza dell’Ars ‘girerà’ alle Commissioni legislative. Dunque, noi abbiamo due buoni motivi per aspettare che la presidenza completi l’esame.
Il primo motivo è tecnico. La legge assegna alla presidenza dell’Ars il potere di stabilire ciò che è ammissibile e ciò che non lo è. Di conseguenza, il presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, in questa fase, che è piuttosto delicata, sta vagliando ciò che è ammissibile da ciò che non è ammissibile.
Questo ci porta al secondo motivo per il quale preferiamo attendere: i risvolti politici. La ‘bozza’ della manovra, è inutile che ci prendiamo in giro, è stata sì redatta da un alto dirigente dell’Ars, ma è ‘targata’ PD: e siccome il segretario regionale dell’Udc, il senatore Giovanni Pistorio, ha già fatto sapere che il suo Partito è stato tenuto all’oscuro di tutto, è probabile che il presidente Ardizzone, che è dell’Udc, faccia un po’ di luce…
Detto questo, anche per accontentare i nostri lettori, a giudicare da quello che abbiamo letto qua e là – e che verificheremo nelle prossime ore leggendo le ‘carte’ di Bilancio e Finanziaria 2014, non escludendo ‘sorprese’ – dobbiamo avvertire subito i nostri lettori che la manovra che il Parlamento siciliano si appresta ad esaminare si prefigura come l’ennesimo attacco alla e famiglie e alle imprese siciliana.
Il primo, gravissimo dato politico che emerge da questa manovra è che il Governo – e i Partiti che lo appoggiano, PD in testa – per salvare il culo ai precari della Sicilia non sta esitando a massacrare i cittadini siciliani che lavorano.
Il Governo punta a togliere soldi e servizi ai siciliani – famiglie a reddito fisso e imprenditori – per pagare gli stipendi ai precari.
Si tratta di una manovra di bassissimo profilo morale che ha un solo obiettivo: convincere i circa 100 mila precari della Sicilia a votare per i Partiti di Governo, PD in primo luogo, alle elezioni europee del prossimo maggio. Come ci è capitato di scrivere, gli 80-100 mila precari muovono 320-350 mila voti. Quella che la manovra mette in atto non è altro che una mega-operazione di voto di scambio.
L’aspetto che sconcerta è che il mostruoso costo di quest’operazione truffaldina – circa un miliardo di euro per il solo 2014! – non lo pagherà lo Stato (che ha avallato tutte le assunzioni nel precariato per chiamata diretta dalla politica, in barba alla Costituzione italiana) – che anzi, a propria volta, si prenderà dal Bilancio regionale 2014 un miliardo di euro circa – ma lo pagheranno i cittadini siciliani!
Di fatto, conti alla mano – e qui purtroppo nemmeno gli alti e bravi dirigenti dell’Ars ci potranno smentire – il Bilancio regionale 2014 parte con un ‘buco’ di circa 2 miliardi di euro: un miliardo di euro circa se lo prenderà Roma per pagare quella truffa che si chiama Fiscal Compact, il ‘pizzo’ che l’Italia pagherà ogni anno per i prossimi vent’anni per continuare a far parte di quella mega-truffa che si chiama Unione europea dei furbi e dei coglioni (i furbi sono i tedeschi, in quale categoria si trovano gl’italiani lo lasciamo indovinare ai nostri lettori); un secondo miliardo di euro servirà per pagare (e per far votare ‘bene’) i 24 mila precari (che forse sono di più) degli enti locali dell’Isola.
Da dove verranno fuori questi due miliardi? Il miliardo dello Stato è già nelle ‘casse’ romane. Sono i soldi che l’Agenzia delle entrate ha già scippato ai siciliani.
Il secondo miliardo lo tireranno fuori famiglie e imprese siciliane. Come? Con Irpef e Irap ai massimi livelli; con il taglio della spesa sociale (di fatto, per pagare lo stipendio ai precari si stanno togliendo soldi agli anziani poveri, ai malati, ai diseredati, ai minori a rischio); con i taglio della sanità (verranno appena sfiorate le due voci di spesa che fanno lievitare a 9 miliardi di euro l’anno la spesa sanitaria in Sicilia: la spesa farmaceutica governata dalla triade case farmaceutiche-medici di famiglia-farmacie e le forniture ad Aziende sanitarie e ospedaliere: forniture che, in realtà, forniscono soldi alle politica; mentre verranno chiusi ospedali, ridotti i posti letto, tagliati i Punti nascita, con la prospettiva che, a metà del prossimo anno, dopo le elezioni europee, il Governo regionale aumenti i ticket per i medicinali e per le visite specialistiche).
A quanto abbiamo capito, sul fronte degli enti locali si profila una manovra altrettanto truffaldina con il ruolo ‘attivo’ dei Comuni. Il Governo vorrebbe abolire il Fondo per le Autonomie locali dando ai Comuni una maggiore quota di Irpef. C’è un piccolo problema: già quest’anno l’Irpef pagata dai siciliani si è ridotta, perché il gettito Irpef aumenta se c’è sviluppo e si riduce se c’è recessione economica. E poiché questa manovra di 2 miliardi di euro tutta a carico di famiglie e imprese siciliane non è recessiva, ma depressiva, nel senso che provocherà depressione economica, il gettito Iprpef si abbasserà ulteriormente.
Di conseguenza i Comuni siciliani, che dovrebbero finanziarsi con l’Irpef, resteranno con il culo a terra già a metà del prossimo anno. Che faranno a quel punto? Semplice: aumenteranno le tasse locali.
Di fatto, nel 2014, le famiglie e le imprese siciliane pagheranno le già pesantissime tasse statali. Poi subiranno la mazzata da parte della Regione con Irpef e Irap ai massimi livelli. E dalla metà del prossimo anno in poi, quando i Comuni saranno alla frutta, verranno ulteriormente ‘spennati’ dalle tasse e dalle imposte comunali.
Che succederà, alla fine? Poiché questi 2 miliardi di euro verranno tolti ai siciliani, si abbasseranno ulteriormente i consumi: ristoranti e bar vedranno meno gente, meno cinema e meno teatri per tutti, i negozi di vestiti venderanno ancora meno, si ridurranno anche i consumi alimentari (con la presenza sempre maggiore di prodotti di bassa qualità), aumenteranno i poveri. E aumenteranno i morti.
L’ultima parte vi ha lasciato un po’ di stucco. Tranquilli: queste cose ve le diciamo solo noi, perché, grazie a Dio, la Regione siciliana ha un Osservatorio epidemiologico che non ha mai osservato una mazza. Nessuno ve l’ha detto, ma con la pesantissima riduzione della spesa sociale gli anziani non assistiti – e ce ne sono tanti – muoiono prima.
Del resto, già negli ospedali siciliani soffia un vento ‘spartano’: quando arriva un anziano non si guarda più a come curarlo, ma a quanto costerebbe curarlo: e ci siamo capiti…
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