La maggioranza di Sala d’Ercole contro il Governo Crocetta

L’appello al presidente della Regione è unanime e, visto da quante voci arriva, prende le forme di un coro che si può sintetizzare così: Rosario Crocetta, basta con le gag, con le uscite a effetto. La Sicilia è in ginocchio e non hai una maggioranza in Parlamento. Si apra un confronto con le forze parlamentari sugli interventi più urgenti e sulle priorità da affrontare per far ripartire la nostra regione. Altrimenti, l’opposizione è pronta anche alla mozione di sfiducia al governatore.

Mentre Sala d’Ercole si accingeva a riprendere i lavori per l’esame dei disegni di legge di Assestamento di Bilancio e la proroga alle attività dei precari, il cui utilizzo negli enti locali è scaduto proprio ieri, sempre ieri, seduti uno a fianco all’altro, nella sala stampa dell’Ars, Luisa Lantieri di Grande Sud, Totò Cordaro del Cantiere Popolare Pid, Roberto Di Mauro del Partito del Sud-Mpa, Girolamo Fazio del gruppo misto, Marco Falcone del Pdl, Santi Formica della lista Musumeci, elencano i “disastri” e le brutte figure accumulati dal Governo, in questi mesi, e chiedono allo stesso esecutivo di avviare una nuova fase di confronto costruttivo, per evitare che la Sicilia scivoli nel caos.

La novità della giornata è la presenza al fianco dell’opposizione “canonica” a Crocetta, del grillino Giancarlo Cancelleri. Una presenza che appare come una pietra tombale sul tanto decantato “modello Sicilia”, l’utopia di un Governo che contasse anche sul’appoggio non istituzionalizzato, ma dinamico del Movimento 5 Stelle. Invece, anche i grillini erano lì’, ieri, a elencare gli errori e gli orrori del Governo del “rivoluzionario” Crocetta, insieme agli altri partiti di una minoranza che, forte delle divisioni della presunta maggioranza, cerca nuovi spazi di dialogo per dire e far pesare le proprie proposte in Parlamento.

“I numeri – ha detto Roberto Di Mauro – mostrano nella migliore delle ipotesi uno stato di totale confusione mentale; se volessimo considerare la peggiore, dovremmo ipotizzare uno scellerato piano mirato al default della Regione siciliana e all’impoverimento dei suoi cittadini. Crocetta sta ipotecando il futuro dei siciliani con un mutuo trentennale che ci costringerà a pagare 53 milioni di euro ogni anno. Ma quel che è peggio è che questo mutuo non servirà sostanzialmente a nulla, perché non metterà in sicurezza i conti della Regione e non offrirà certezze alle imprese.

Di Mauro ha definito “ballerine” le proposte del Governo in materia finanziaria.

“I numeri riportati nei disegni di legge del Governo – attacca Di Mauro – sono del tutto scollegati dalla realtà”.

Quindi, l’affondo politico: “Crocetta e il suo Governo hanno perso tempo, lanciandosi in proclami e dichiarazioni ad effetto – prima il Muos, poi i Casinò, quindi la fantomatica compagnia aerea, per chiudere con la sceneggiata concordata con il Pd su Irpef sì-Irpef no. Tutte buffonate che rendono la Sicilia ancora più vulnerabile sul fronte della credibilità nazionale ed Europea e rendono il ‘confronto’ con le altre Istituzioni poco più che una questua con il cappello in mano”.

A entrare ancora di più nel concreto, analizzando quanto avvenuto in parlamento in questi mesi, è stato Cordaro, del Cantiere Popolare Pid, che usa toni crudi verso quanti hanno scelto, dopo le elezioni, di lasciare i banchi dell’opposizione per sostenere, invece, il governatore: “Crocetta non ha una maggioranza, con buona pace degli accattoni che hanno cambiato casacca per passare con Crocetta. Anzi, la maggioranza si è dilaniata, ancora oggi (ieri per chi legge ndr) in prima commissione, sul disegno di legge antiparentopoli, mentre il Governo è del tutto inerte. Ci sono 10 disegni di legge pronti per andare in aula”.

“Alcuni di questi – aggiunge – devono avere la priorità, come quello sulla proroga dei contratti dei precari. Ma tutto è avvolto nell’ombra, a partire da Rendiconto e Assestamento di bilancio, sui cui anche nella stessa maggioranza non c’è intesa. E, poi, ci sono le emergenze provocate dalle scelte di questo Governo. Come quelle legate allo scioglimento delle Province, con i rischi per gli stipendi dei dipendenti o, a settembre, per l’apertura dell’anno scolastico nelle scuole provinciali o per la manutenzione delle strade. Il Governo si era impegnato a reperire le risorse necessarie con una variazione di bilancio della quale, però, non c’è la minima traccia. L’unica soluzione, allora, per Cordaro, è “aprire una nuova stagione di confronto e di concertazione con le forze parlamentari sulle cose da fare o il destino della Sicilia sarà irrimediabilmente segnato. O si parla con le opposizioni o il problema diventa serio”.

Il deputato del Pid è drastico anche davanti all’ipotesi, tutt’altro che remota, che Crocetta respinga l’invito: “In quel caso, siamo pronti anche a soluzioni estreme. Aspetteremo fino al 31 dicembre, anche per valutare l’esito della spesa dei fondi comunitari per presentare una mozione di sfiducia al governatore”.

Ma, per il pidiellino Falcone, “i prossimi 10 giorni saranno cruciali per la Sicilia. Il suicidio del lavoratore della formazione di oggi (ieri per chi legge) rappresenta la tragicità della situazione sociale in cui versa l’isola. Le risposte del Governo sono inadeguate”.

Per Santi Formica, sembra esserci una sorta di accordo tra certa stampa, che vuole ogni giorno nuove notizie, e Crocetta, che è una fonte inesauribile di gag e che insegue sempre nuovi fatti su cui tuffarsi per saziare la sua fame di protagonismo.

“Certa stampa – ha detto Formica, suscitando la reazione piccata di qualche cronista – è fin troppo accondiscendente con Crocetta, che ha fatto atti, anche nella sanità, con la nomina di suoi fedelissimi a commissari, che se li avesse fatto Cuffaro, sarebbe stato arrestato subito”.

Per il grillino Cancelleri, esiste un grave problema di eccesso di burocrazia che frena lo sviluppo, come nel caso della legge sul credito d’imposta, e l’inadeguatezza degli assessori, latitanti in aula e nelle Commissioni legislative. “Le brutte figure e le marce indietro del Governo – ha detto il capogruppo del M5S – screditano l’azione politica e gettano la Sicilia nel ridicolo, ma bisogna capire cosa c’è dietro. È un Governo influenzato da Confindustria e fa paura pensare a un’azione di Governo pilotata dall’esterno. Davanti a una maggioranza che latita e si sgretola, anche noi chiediamo un confronto programmatico con il Governo per indicare le criticità da affrontare e le priorità. Noi abbiamo già predisposto un documento con 8-10 punti che siamo pronti a proporre agli altri gruppi e al Governo, per far ripartire l’economia della Sicilia”.

 

Stanislao Lauricina

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