La mafia tra Sicilia e Sud America e il ruolo di Ingroia: parla il Governo del Guatemala

New York

Nei giorni scorsi, al ‘Palazzo di Vetro’, abbiamo incontrato con il ministro della Giustizia del Guatemala, Claudia Paz y Paz e il ministro dell’Interno dello stesso Paese, Mauricio Lopez Bonilla (foto a destra, tratta da prensalibre.com).

L’occasione ci è stata offerta dalla riunione del CICIG, la Commisione internazionale dell’Onu contro l’impunità in Guatemala. Quando ci siamo appostati fuori dalla sala delle riunioni in attesa di poter parlare con il ministro della Giustizia del Guatemala, Claudia Paz y Paz, siamo stati fortunati: mentre eravamo seduti al caffé dell’Onu, ecco che proprio accanto al nostro tavolino si viene a sedere il ministro Paz y Paz e con lei pure il ministro degli Interni del Guatemala Maurizio Lopez Bonilla.

Quando diciamo loro che vorremmo fare delle domande sulla venuta del magistrato Antonio Ingroia, sorridono e ci dicono che avranno pochi minuti a disposizione, ma si rendono subito disponibili.

Ministro Paz y Paz (foto a sinistra tratta da nobelwomensinitiative.org) , contenta che Ingroia verrá in Guatemala? E come si aspetta che l’esperto pubblico ministero italiano che ha indagato sui rapporto tra Stato e mafia in Italia, possa aiutare la giustizia in Guatemala?

Paz y Paz – “Ingroia era venuto giá a trovarci in Guatemala e ha condiviso con noi l’esperienza che ha avuto nel combattere il crimine organizzato in Italia. Ha condiviso con noi i suoi metodi e le sue esperienze e noi speriamo che queste sue capacità siano in grado di migliorare la nostra lotta contro questo tipo di crimini”.

Lopez Bonilla: “Nella nostra lotta interna al crimine organizzato, è molto importante l’aiuto che ci viene dato da cinque anni dalla commissione internazionale dell’ONU. Ma questo momento è ora molto importante, anzi, è un momento critico. Abbiamo bisogno di aiuto per tutte le istituzioni dello Stato, sia per la sicurezza che per la giustizia”.

– Antonio Ingroia aveva appena terminato l’indagine sui rapporti tra Stato e mafia in Italia ai tempi delle stragi del 1992. Un’inchiesta ancora da ultimare con il processo. Ma ora lui andrà a lavorare per voi alla CIGG dell’Onu… In Guatemala c’è forse lo stesso problema, si deve ancora indagare nei rapporti tra le istituzioni e la criminalità organizzata?

Paz y Paz: “Cinque anni fa lo Stato del Guatemala chiese aiuto alle Nazioni Unite perché sapevamo benissimo di avere questo tipo di problema. Questa è la ragione per cui la commissione internazionale contro l’impunità è stata istituita. Per combattere certe strutture che collaborano con il crimine organizzato e che hanno connessioni anche con il sistema giudiziario…”.

In Guatemala da 8 mesi è stato eletto un nuovo presidente, Otto Perez Molina. Lei era stata ministro della Giustizia nel governo precedente ma è rimasta al suo posto. Cosa significa che in Guatemala c’è un’unità d’intenti per la lotta contro l’impunità per la giustizia?

Paz y Paz: “Infatti con il ministro degli Interni lavoriamo molto bene insieme, perché questo non è più un problema che interessa solo i magistrati e i giudici, ma che è una priorità di tutto lo Stato”.

Quando è stata annunciata la notizia che il pm Ingroia sarebbe andato in Guatemala, in molti in Italia hanno pensato che volessero allontanare quel magistrato scomodo dalle sue indagini… Ingroia invece ha detto che sarebbe andato a svolgere un lavoro molto importante, perché la lotta al crimine organizzato non è un problema locale ma soprattutto internazionale. E’ così?

Paz y Paz: “Ovviamente è una lotta internazionale. Il crimine organizzato non rispetta i confini. Ma per combatterlo dobbiamo però usare anche il livello di indagine regionale e saper coordinare le forze di polizia locali con il lavoro dei magistrati”.

Foto di prima pagina tratta da lonelyplanet.com

Stefano Vaccara

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