La linea della palma, un doc sul voto 2012 L’inizio della finta rivoluzione di Crocetta

«Crocetta mi ha convinto,
ha fatto la giunta più pazza del mondo. Lui è in tensione fortissima con l’Udc, ha fatto quello che ha voluto, non ha preso assessori proposti da loro. È la prima giunta del mondo in cui nessuno è stato mai assessore». Così parlava Franco Battiato all’indomani delle elezioni regionali del 2012. Quelle del primo governo siciliano dichiaratamente antimafia. I risultati rivoluzionari del voto di tre anni fa – astensionismo oltre il 50 per cento, Movimento cinque stelle primo partito e l’ex sindaco di Gela a palazzo d’Orleans – spinsero un giovane team a tornare in Sicilia e girare un documentario su quanto successo, La linea della palma. È possibile che la mafia si sia davvero astenuta come sosteneva in quei giorni Lirio Abbate su L’Espresso? E cosa bisognava aspettarsi dalla nuova giunta? Sono le domande che si sono posti l’attore e regista palermitano Corrado Fortuna, il regista Gaspare Pellegrino, la produttrice Lucia Vesco e il giornalista catanese Luca Salici. Ne è nato un viaggio on the road nelle due principali città siciliane. Molte le voci messe insieme in quelle tre settimane. E un presentimento che cresceva: che la rivoluzione annunciata fosse un bluff. Gli elementi per capirlo emergono già nel documentario che, dopo aver girato diversi festival, viene oggi reso pubblico in esclusiva da MeridioNews. 

LA LINEA DELLA PALMA from Club Silencio on Vimeo.

«Avevamo la convinzione che la cosa fosse molto più complessa di come veniva raccontata in quei giorni – spiega Luca Salici – da una parte quelli che lodavano l’antimafia al governo, dall’altro chi diceva che Crocetta era il Gattopardo. Ma
la Sicilia non è mai stata bianca o nera. Noi volevamo scoprire le sfumature, volevamo raccontare la Sicilia di oggi, senza fare l’errore di chiedere sempre alle stesse persone, ma piuttosto mostrando i volti meno noti». A spiegare davanti alle telecamere cos’era successo in quella campagna elettorale sono quindi giornalisti under 35 come Giuseppe Pipitone, la magistrata Lia Sava, il sindacalista della Cgil Massimo Malerba, Franco Battiato, l’ex presidente di municipalità a Librino Rosario Patanè, il ricercatore all’università di Palermo Attilio Scaglione e il sindaco di Palagonia, Valerio Marletta.

«Rivederlo ora fa impressione – commenta Corrado Fortuna – sembrava una rivoluzione, sia nei numeri che nei modi. Invece bastarono tre settimane in giro per la Sicilia per far suonare il campanello d’allarme. Crocetta ha rivelato un attaccamento alla vecchia politica che non ha niente di rivoluzionario.
È impossibile dichiararsi antimafia se non si fa pulizia nelle liste, se le sedi elettorali si fanno nei Caf di Brancaccio. Il Pd ha annacquato la distinzione che provava a insegnare padre Puglisi tra diritti e favori». Il documentario prova a tirare fuori gli aspetti oscuri della rivoluzione antimafiosa. «Scombussola sentire citare frasi di Giuseppe Fava, di Falcone e Borsellino, da parte di chi raccoglie voti in maniera clientelare a Librino – spiega Salici – non è una questione di confusione, ma di strategia, queste persone erano perfettamente consapevoli dell’immaginario a cui facevano riferimento». 

Fortuna e Salici, l’attore e il giornalista, insieme alla produttrice Lucia Vesco e al regista Gaspare Pellegrino si portano dietro anche il punto di vista di chi ha lasciato la Sicilia. «Venivamo con quella sensazione di stomaco chiuso, tipica degli emigrati», spiega il cronista catanese. Un approccio che lascia ampio spazio alle interviste ai giovani palermitani e catanesi, in gran parte convinti di andare via dall’Isola. La Linea della palma è prodotto da Club silencio e dall’associazione daSud. Il nome del documentario riporta a una citazione del Giorno della civetta di Leonardo Sciascia. «Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia… A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno… La linea della palma… Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato… E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già, oltre Roma…». 

Salvo Catalano

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