«Qui a Librino è mancata la presenza dei big del centrodestra, l’unico evento è stato un concerto per Crocetta». A novembre del 2012, qualche giorno dopo la vittoria dell’attuale presidente della Regione Sicilia, Massimo Nicosia, giornalista del giornale La Periferica, spiegava così quello che aveva visto nel suo quartiere durante le settimane precedenti. «Una campagna elettorale diversa dalle altre – diceva – perché sono mancati i big di centrodestra». Ecco un’altra delle anomalie che aveva spinto gli autori de La Linea della Palma a tornare in Sicilia per realizzare il documentario di cui domani pomeriggio MeridioNews proietterà una sintesi seguita da un dibattito su passato, presente e futuro del governo regionale siciliano. L’appuntamento è a Catania, al Piccolo Teatro di via Ciccaglione alle 18.
Massimo Nicosia non è il solo catanese intervistato dal giornalista Luca Salici e dall’attore Corrado Fortuna, due degli autori del doc. È lungo l’elenco di protagonisti etnei, anche perché l’ultimo governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, aveva costruito il suo sistema di potere proprio partendo da Catania. Non poteva quindi mancare il figlio dell’ex presidente, Toti Lombardo, cioè colui che avrebbe dovuto ereditare quella rete di consenso. A Toti, giovane parlamentare all’Ars, gli autori chiedono del ruolo della mafia alle elezioni appena concluse: «Se non sbaglio – risponde lui – c’è stato un collaboratore di giustizia che ha dichiarato che la mafia non è andata a votare». In realtà lo spunto che in quelle settimane scatenò un dibattito attorno al ruolo, più o meno attivo, di Cosa nostra alle urne, era stato un dato: nelle carceri siciliane la percentuale di voto era stata bassissima. Lo ricorda Salvo Pogliese, altro deputato catanese sentito: «Non so se è stata una scelta ponderata o se il vento dell’antipolitica abbia soffiato forte dentro l’Ucciardone, piazza Lanza e Bicocca». Di una cosa, però, si diceva certo, rispetto alla sconfitta del centrodestra: «Sommando solo i voti di Grande Sud (che invece si presentò da solo ndr) avremmo vinto». Grande Sud, formazione autonomista, era allora guidata da Gianfranco Micciché, fresco nuovo numero uno di Forza Italia in Sicilia.
Di come è cambiato il panorama politico nell’Isola attorno all’annunciata rivoluzione del primo governo antimafia, si discuterà domani sera insieme ai deputati regionali Nello Musumeci, Giovanni Panepinto e Giancarlo Cancelleri, all’antropologo dell’università di Torino, Antonio Vesco, e all’attore Ninni Bruschetta.
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