La Lega entra nei consigli comunali siciliani Tre donne e un ex Forza Italia di origini iraniane

In 3.844 hanno messo una x sulla lista Matteo con Salvini nei sette Comuni siciliani dove era presente. Meno preferenze rispetto ai candidati a sindaco, ma sufficienti per entrare nei consigli comunali di tre cittadine: Villabate nel Palermitano, Pedara e San Giovanni La Punta nel Catanese. 

È la prima volta che la Lega Nord ottiene una rappresentanza politica nell’Isola. L’unico precedente è rappresentato da Lampedusa, dove nel 2007 fu il terzo partito e la sua esponente principale, Angela Maraventano, divenne vicesindaco. Poi ci fu il caso di Maletto, un anno fa, ma erano elezioni Europee. Adesso l’avanzata di Matteo Salvini in Sicilia si è rafforzata. «Ci sono molti Comuni in cui non esistevamo e che oggi sono a doppia cifra», ha commentato il leader del partito. 

La lista col suo nome era presente in sette centri: Gela, Marsala, Milazzo, Agrigento, Pedara, San Giovanni La Punta e Villabate. In quasi la metà ha superato la soglia di sbarramento del 5 per cento. Lo ha fatto a Villabate dove il candidato sindaco Paolo Corrao ha raggiunto il 9,38 per cento e la lista il 5,90 per cento, facendo scattare un seggio in consiglio per la 20enne Rosaria Semilia. A sostenere Corrao c’era anche una lista civica, Villabate libera. Pure questa sarà rappresentata nell’assemblea cittadina da Natascia Valenti, anche lei giovanissima. Semilia è al secondo anno di giurisprudenza. «Non avevo mai fatto politica, sono alle prime armi – racconta a MeridioNews – mi è piaciuto questo progetto, mi piace lui, Salvini e poi Corrao (il canidato sindaco ndr) è come un padre per me». Nelle ultime settimane di è difesa dall’accusa di aver abbracciato un partito antimeridionalista. «È vero, in passato ci hanno criticato ma nella vita si cambia idea. La verità – continua – è che i nostri politici ci hanno abbandonato, mentre al nord, dove governa la Lega, le cose vanno meglio». Condivide gli slogan di Salvini: meno Europa, sugli immgrati dice «non possiamo accogliere tutti». E, dovendo scegliere una battaglia da fare in consiglio comunale, non ha esitazioni: «La differenziata, i rifiuti nelle strade sono il problema principale, ma ho anche un fratello autistico e mi impegnerò per i progetti per i disabili». 

Nel Catanese, il miglior risultato per la lista arriva da Pedara dove raggiunge il 6,12 per cento. In consiglio entrerà un’altra donna, Elisa Pasqualino. Nel Comune etneo il candidato sindaco di Salvini, Gaetano Petralia, ottiene il 9,37 per cento. Numeri simili anche a San Giovanni La Punta, dove Lorenzo Seminerio, candidato primo cittadino, arriva all’11,77 per cento e la lista sfonda per un soffio lo sbarramento: il 5,20 per cento delle preferenze garantisce il posto in consiglio a Giovanni Bottino, faccia nota nel paese del Catanese. In consiglio comunale dal 1995, anche vicesindaco e assessore. «Sempre con Forza Italia – precisa – fino al 2010, quando l’onorevole Firrarello si presentò dicendo che dovevamo allearci con chi fino a quel momento era stato nostro avversario, un miscuglio Pd-Pdl». Realpolitik che Bottino non accettò. Gli ultimi cinque anni è stato in consiglio da «indipendente di centrodestra». Poi la folgorazione di Salvini: «Sono d’accordo su tutto: tasse, imu agricola, abolizione di Equitalia». E l’immigrazione? «Io sono di origine iraniana – spiega – arrivai qui per scappare dalla guerra tra il mio Paese e l’Iraq e fui adottato da una famiglia italiana. Come potrei essere razzista? Solo che, tra chi arriva nel nostro Paese, c’è anche chi se ne approfitta, non scappano tutti dalle guerre». 

Proprio a San Giovanni La Punta, durante il comizio di Salvini, alcuni sostenitori del leader della Lega avrebbero rivolto insulti razzisti ad Alex Beraki, 34enne catanese di origini eritrei. Accusandolo di essere «uno sporco negro», dopo essersi messo in mezzo tra loro e una ragazza che urlava contro il palco.

Nel resto della Sicilia le percentuali sono nell’ordine dell’1 o 2 per cento. Ma questo non basta per guastare l’entusiasmo del referente di Salvini in Sicilia, Angelo Attaguile, ex Mpa. «Tre seggi rappresentano un risultato impensabile per un movimento nato tre mesi fa – commenta – soprattutto nelle elezioni amministrative che sono tradizionalmente le più difficili. Sono soddisfatto anche per i dati sui candidati sindaci che superano il 10 per cento nei Comuni dove entriamo in consiglio». Prova a buttare acqua sul fuoco il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che afferma: «Dalla Sicilia è arrivato ieri un messaggio molto chiaro a Matteo Salvini, di rifiuto netto della cultura dell’intolleranza della Lega». Intanto la Lega è sbarcata nelle istituzioni siciliane. 

Salvo Catalano

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