La Lega? E’ finita perché non si è accorta che il Nord è oggi il Sud dell’Europa dell’euro


Egregio direttore,

sono una siciliana che, da oltre trent’anni, vive in Lombardia. Oggi, dopo aver lavorato per un’azienda, mi godo la mia pensione. E osservo. Guardo quello che succede nel luogo dove, tanti anni fa, decisi di vivere. Mentre ho deciso di non tornare più in Sicilia.

Un’immagine eloquente degli effetti della retorica leghista: cartina geografica “d’opinione” circolata sul web. Tratta da www.lavyrtuosa.com.

Questa decisione l’ho maturata lo scorso anno quando, tornata in vacanza in Sicilia, ho passato quasi un mese in mezzo all’immondizia. Nessuno, per un mese, ha spazzato via l’immondizia che restava ammucchiata lungo la via dove si trova la villa di famiglia che abbiamo venduto.

Ricordo che eravamo in primavera inoltrata e ci chiedevamo come mai, con tanta immondizia sotto casa, la gente non scendeva in piazza a protestare. Lo scorso anno, andando via, non prima di aver venduto la villa, io e i miei familiari ci siamo convinti che una terra dove la gente accetta di vivere in mezzo all’immondizia non può essere considerata civile.

Mi dispiace scrivere queste cose – mi dispiace perché sono siciliana – ma la Sicilia di oggi sconta un pauroso sottosviluppo che è culturale prima che economico. A Milano, quello che voi tollerate, non sarebbe tollerato. E sorrido amaramente quando penso a Palermo candidata a ‘Capitale’ della cultura. ‘Capitale’ dell’immondizia non raccolta, come giustamente ha scritto il vostro giornale.

Ce ne siamo andati via di corsa, da questa Sicilia piena di rifiuti non raccolti (a proposito, ma è vero quello che scrivete? e cioè che, in Sicilia, tutta l’immondizia finisce nelle discariche?). Ve ne siamo andati per la felicità di mio marito e dei miei figli che non ne potevano più di vivere il mezzo ai rifiuti.

Detto questo, non è della Sicilia che voglio parlare, ma della Lega, formazione politica che conosco molto bene e che, da meridionale, non ho mai sopportato. Da lettrice attenta del vostro giornale, le scrivo per dirle che, a mio modesto avviso, tra le tante cause che hanno determinato la crisi della Lega, ce n’è una che non mi sembra sia stata messa bene a fuoco.

Da persona che ha vissuto in Lombardia lavorando per tanti anni un un’impresa, penso di conoscere piuttosto bene l’economia del Nord Italia. Sempre a mio modesto avviso, solo adesso i lombardi – ma anche i titolari delle imprese di altre regioni del Nord Italia – si stanno rendendo conto che, con l’avvento dell’euro, sono ormai diventati la periferia dell’Europa Unita. In altre parole, la Lombardia e, in generale, il Nord Italia, sono oggi il Sud dell’Europa.

Quello che, per 150 anni, il Mezzogiorno è stato per l’Italia, lo è, oggi, il Nord Italia per la Germania. I lombardi, insomma, per dirla con lo scrittore napoletano Luciano De Crescenzo, stanno amaramente scoprendo di essere meridionali di qualcuno.

Per essendoci nata, non ho mai amato il Sud e la Sicilia. Troppo lassismo. Troppa spesa pubblica improduttiva. Troppa politica da quattro soldi. Però ho sempre pensato che, al di là delle responsabilità delle classi dirigenti meridionali, c’è anche una responsabilità dell’Italia, che, in 150 anni, ha fatto poco o nulla per unificare il nostro Paese.

Seguo con attenzione il vostro giornale. Avendo studiato Giurisprudenza proprio in Sicilia, so di cosa parlate quando, giustamente, vi battete per l’applicazione dello Statuto. Ed è giustissimo chiedere a Roma i soldi che sta depredando alla Sicilia, per esempio in ambito sanitario.

Ma non dovete dimenticare i soldi che il Nord Italia ha drenato al Sud, prima con le grandi opere pubbliche realizzate, nella prima fase, dalla Cassa per il Mezzogiorno (negli anni ’50 e ’60 del secolo passato le imprese che realizzavano le grandi opere pubbliche al Sud, tranne poche eccezioni, erano tutte le Centro Nord Italia) e poi, sempre con la Casmez, con la costituzione dei cosiddetti “Poli industriali” realizzati a Napoli, in Puglia e in Sicilia. Giustissimi, al riguardo, i vostri rilievi sulla mancata applicazione dell’articolo 37 dello Statuto.

Detto questo – tornando alla Lombardia – da osservatrice disincantata, ho l’impressione che, solo ora, i lombardi si stiano rendendo conto di essere diventati i meridionali della Germania dell’euro.

Un’altra cosa che mi piace del vostro giornale sono i dubbi che manifestate sull’euro. In questo i lombardi sono un po’ indietro. La stessa posizione degli industriali è timida. Non hanno il coraggio di ammettere che, per ridurre di almeno 10 punti il costo del lavoro, si deve uscire dall’euro. Perché il Fiscal Compact, come giustamente scrivete voi, non consente il raggiungimento di tale obiettivo.

Anche io, come voi, sono convinta che l’Italia, a differenza delle banalità pronunciate dal nostro Presidente del Consiglio, non si salverà con “più Europa” ma, semmai, uscendo dall’Europa dell’euro.

Se non ci riprenderemo la nostra sovranità monetaria il nostro destino è segnato: diventeremo sempre più poveri. Con la Lombardia e, in generale, il Nord Italia, destinati a diventare, organicamente, il Sud del Sud dell’Europa.

Direte: cosa c’entra con questo la Lega? C’entra. Perché se c’è una formazione politica che ha capito poco o nulla di quello che sta avvenendo nel Nord Italia, ebbene, questa è la Lega. Che ancora si attarda a denunciare gli sprechi di un Sud Italia che ha ormai sprecato tutto e che non ha più nulla da sprecare (l’immondizia non raccolta per le strade di mezza Sicilia ne è la palmare testimonianza), mentre non si accorge che è il Nord Italia ad essere diventato il Sud dell’Europa.

La Lega, ormai, è una forza politica fuori dalla storia, che guarda al passato e non si accorge che il modo è cambiato. Parlano ancora male dei meridionali senza accorgersi di essere, ormai, i meridionali dell’euro.

Lettera firmata

 

Egregia signora,

la ringraziamo per la bella lettera. Iniziando col dire che, sull’immondizia, non possiamo che essere d’accordo con lei. Aggiungendo una cosa che lei non ha detto: e cioè che, per questo pessimo servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, i siciliani pagano, in media, il doppio e, forse, il triplo di quanto pagano i milanesi. Non siamo solo abituati a convivere con l’immondizia (a Palermo l’immondizia per le strade è ormai la normalità), ma anche a pagare per un servizio che non riceviamo. A nessuno viene in testa di ribellarsi. Siamo fatti così.

E’ vero, purtroppo, che tutta l’immondizia finisce nelle discariche. Perché, in tanti anni, non siamo riusciti né a far decollare la raccolta differenziata, né a utilizzare ‘tecnologie’ diverse dalle discariche. 

Lei ha venduto la villa? Ha fatto bene. E, a giudicare dalla sua descrizione, abbiamo anche capito dove, con molta probabilità, si trova la villa che ha venduto. Vivendo – come lei giustamente ci fa notare – da due anni in mezzo all’immondizia, pensiamo di conoscere il luogo con tante ville dove l’immondizia, quando va bene, viene raccolta una volta ogni 15 giorni. Per riformarsi a montagne 48 ore dopo.

Anche il resto della sua lettera non fa una piega. Apprezzabile la breve ma ricca analisi sula Cassa per il Mezzogiorno. E interessante la tesi di un Nord che è ormai il Sud della Germania dell’euro.

Da siciliani che, da 150 anni, subiscono, da un lato, la ‘colonizzazione’ dell’Italia e, dall’altro, una classe dirigente, o presunta tale, collusa con le varie mafie e camarille e fondamentalmente ‘ascara’, cioè venduta, dovremmo gioire del fatto che il Nord, che ci ha sempre vessato, ha trovato un “Nord” (la Germania dell’euro) che lo sta vessando.

Invece la cosa non ci piace affatto. In primo luogo, perché non siamo vendicativi. In secondo luogo, perché l’impoverimento del Nord renderà ancora più povera l’Italia tutta.

Uscire dall’euro? Noi ce lo auguriamo. Ma, forse, a finire sarà prima l’euro. Questo, almeno, è quello che ci auguriamo.

g.a.

 

Redazione

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