POLITICA A PARTE, I TUTORI DELL’UMANITA’ HANNO USATO DUE PESI E DUE MISURE: HANNO OMAGGIATO IL SOLITO TEATRO PASQUALINO E LASCIATO FUORI IL TEATRO DELLE MADONIE
Nemmeno i pupi siciliani, ormai, sono esenti dalle polemiche. A seminare discordia tra Orlando e la bella Angelica ha pensato l’Unesco che, dopo aver dichiarato bene dell’umanità da preservare per il futuro del mondo il rigassificatore di Porto Empedocle e la Valle dei Templi di Agrigento, ha deciso di estendere la tutela all’opera dei pupi della Sicilia.
Per un attimo la presidenza dell’Ars si era sentita lusingata: si pensava, infatti, che l’Unesco volesse mettere sotto tutela Sala d’Ercole, dove, da almeno cinque anni, va in scena l’opera dei pupi della politica. Ma tanta è stata la delusione – un dispiacere più grande della Finanziaria impugnata, addirittura! – quando si è saputo che l’Unesco non vuole premiare l’opera dei pupi della politica siciliana, ma i veri pupi: e cioè il Museo delle Marionette Antonio Pasqualino di Palermo, istituzione che la Regione siciliana premia da decenni, ogni anno, con ricchi contributi purtroppo diradatisi nel tempo.
Il premio che l’Unesco vuole assegnare ai pupi del Museo del professore Pasqualino ha scatenato le proteste dei pupi antimafia. Non si tratta, ovviamente, del Governo di Rosario Crocetta e degli industriali dell’antiracket: anche in questo caso a protestare sono i veri pupi: quelli del Museo dei pupi siciliani delle Madonie e non i pupi della politica e dell’antimafia siciliana.
Insomma, la consegna del premio dei pupi previsto per domani a Palermo sta scatenando polemiche al vetriolo. Ironia a parte, a quanto abbiamo capito, ci sarebbero pipi di serie “A” e pupi di serie “B”.
Detto questo, non possiamo non rimarcare l’atteggiamento scorretto dell’Unesco: non tanto e non soltanto per avere escluso il Museo dei pupi siciliani delle Madonie (questa discriminazione se la potevano risparmiare), quanto per aver escluso dal ‘premio’ i pupi della politica siciliana e i pupi dell’antimafia…
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