La genetica mafiosa nel Crocetta-pensiero

Nel corso di una delle ormai ordinarie conferenze stampa-fiume convocate a Palazzo d’Orleans non tanto per parlare di ‘notizie’, quando per discettare sui “Massimi sistemi antimafiosi” (dall’accoppiata Rosario Crocetta-Beppe Lumia che cosa ci possiamo aspettare di diverso?), il presidente della Regione prima ha lasciato intendere un’origine ‘genetica’ della mafia e, poi, forse pensando di essere andato al di là de “L’origine delle specie” di Charles Darwin, ci ha ripensato e, con una lettera pubblicata su LiveSicilia, ha precisato meglio il suo pensiero.

Insomma, dopo un consulto, supponiamo con ‘Genetisti’ di Palazzo d’Orleans (con tutti i dirigenti ‘esterni’ all’amministrazione regionale che ci sono e con tutti i consulenti è statisticamente impossibile che non ci sia almeno un cultore di genetica applicata alla politica e, magari, all’amministrazione), il governatore ha escluso anche l’ipotesi teoretica dell’eredità fenotipica della mafia.

Il presidente Crocetta ha fatto bene a definire i contorni metafisici di un’affermazione esegetica che rischiava di essere allegoricamente equivocata. Con la genetica in politica non si scherza, perché chi ha provato a scherzarci, infilandoci magari l’estetica, si è bruciato le mani.

La stessa cosa vale per l’analisi politica. Noi, per esempio, leggi di Mendel alla mano, non ci sogneremmo mai di definire il Governo regionale di Rosario Crocetta ‘geneticamente’ inutile.

Se non altro perché nutriamo un profondo rispetto per la genetica…