“È possibile che il personale di alcune Aziende ospedaliere universitarie si ritrovi, da un giorno allaltro e senza alcun preavviso, con un nuovo datore di lavoro? È quello che è accaduto in Sicilia, solo qualche mese fa, grazie ad alcuni accordi stipulati tra la Regione e le Università di Catania, Palermo e Messina, che hanno ‘spostato’ le competenze per il personale non docente delle Aziende ospedaliere dallUniversità allente regionale. Accordi che riteniamo illegittimi, poiché non rispettano la normativa vigente e, soprattutto, rischiano di affossare una Regione già sullorlo del baratro economico”.
Sembra incredibile, ma a difendere le ‘casse’ della Regione siciliana ormai ‘prosciugate’ non sono il presidente, Raffaele Lombardo e, in questo caso, l’assessore alla salute, Massimo Russo, ma Antonio Di Pietro, Presidente dell’Italia dei Valori, e Antonio Palagiano, responsabile sanità del partito. Sono loro gli autori di un’interrogazione parlamentare che avrebbe dovuto essere presentata in Assemblea regionale siciliana prima che a Roma. Ma tant’è.
Alla fine dei disastri economici e finanziari della Regione siciliana se ne occupa – e a ragione – il parlamento nazionale. L’interrogazione porta la firma anche dall’onorevole Pierfelice Zazzera, vicepresidente della commissione Cultura della Camera dei deputati.
“Il trattamento economico del personale delle Aziende ospedaliere universitarie -si legge nell’interrogazione – è a carico degli Atenei che, per questo, ricevono il relativo finanziamento dal Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica mediante lassegnazione del Fondo di finanziamento ordinario. Attraverso gli accordi stipulati dalla Regione Sicilia, però – sottolineano i due esponenti Italia dei Valori – questo fondo continuerà ad arricchire gli Atenei, mentre le ‘casse’ regionali si prosciugheranno senza soluzione”.
Insomma, dicono i parlamentari nazionali di Italia dei valori: gli Atenei siciliani incasserebbero i soldi da Roma per pagare il personale delle Aziende ospedaliere universitarie e li metterebbero in ‘cassa’. Lasciando il ‘disturbo di pagare il conto alla Regione, ovvero agli ignari contribuenti siciliani. Se le cose stanno così non resterebbe che porgere i ‘complimenti vivissimi’ a Lombardo e a Russo.
“Inoltre – insistono puntuti i parlamentari nazionali di Italia dei Valori – è bene ricordare che alle procedure per il trasferimento o l’utilizzazione del personale non docente alle Aziende ospedaliere universitarie si provvede con uno o più decreti interministeriali dei Ministri della Salute, dell’Università e della Ricerca, della Funzione Pubblica e del Tesoro, mai, ad oggi, promulgati”.
Così scopriamo che non ci sono nemmeno i decreti ministeriali: possibile che di tutto questo negli uffici della Regione siciliana non si siano accorti di nulla?
“Lavvio di tali accordi comporterebbe, quindi, il concreto rischio di determinare un incremento della spesa pubblica di molti milioni di euro in un periodo di grave crisi economica per lintero Paese, circa 200 milioni nei prossimi 7 anni. Per queste ragioni – concludono Di Pietro e Palagiano – abbiamo chiesto al Governo l’adozione di provvedimenti volti a definire le modalità di utilizzazione del personale universitario operante presso le Aziende ospedaliere universitarie che annullerebbero, di fatto, gli accordi quadro sottoscritti in data 21 e 22 dicembre 2011 dall’assessore alla Salute della Regione Sicilia e dalle Università di Catania, di Palermo e di Messina, nonché tutti gli atti che ne sono seguiti, in difetto di legittimità istituzionale”.
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