La finanziaria regionale? A ‘polpette’…

Di solito, negli uffici del commissario dello Stato per la Regione siciliana, si lavora in ‘punta di coltello’. Ma questa volta, in occasione della manovra economica messa a punto dal governo presieduto da Raffaele Lombardo e approvata da Sala d’Ercole, è arrivato un grande tritacarne nuovo di zecca.

“Di carne al fuoco da impugnare ce n’è troppa”, ci ha detto riservatamente un giurista-chef che lavora presso le ‘cucine’ del commissariato dello Stato. “Dopo l’esperienza di sette anni fa, con quelle famigerate variazioni di bilancio abbiamo preferito andare sul sicuro…”.

Il 2005, è noto, è l’anno di un’impugnativa storica: quasi la metà di quella legge venne ‘cassata’. Uno ‘spezzatino’ preparato tutto a ‘punta di coltello’. Una grande sfaticata. Questa volta, addirittura, per la manovra finanziaria di Lombardo & compagni, si prevede un’impugnativa ancora più sostanziosa: da qui il ricorso al tritacarne per fare una bella ‘passata’ di ‘polpette’ con tutti gli articoli di legge che verranno impugnati.

Ci saranno – questa è notizia di stamattina – quattro o cinque tipi di ‘polpette’. Non a caso, oggi – stando a quanto riferiscono le indiscrezioni – il presidente Lombardo e l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, si sarebbero recati presso gli uffici del commissario dello Stato. Una visita di ‘cortesia’ che avrebbe consentito agli chef di illustrare – e fare pure ‘assaggiare’ in anteprima ai due ‘ospiti’ – i quattro o cinque tipi di ‘polpette’ che lo stesso presidente, la giunta e i ‘califfi’ di Sala d’Ercole potranno ‘gustare’ nei prossimi giorni.

LinkSicilia è in grado di anticipare, in esclusiva’, alcune delle preparazioni gastronomico-giuridiche a base, naturalmente, delle già citate norme che verranno impugnate. Si sa, per esempio, che con la sceneggiata dei concorsi per i precari dei Comuni siciliani è prevista un’impugnativa con polpette classiche: mollica di pane (‘bagnata’? asciutta? non si sa), cipolla, prezzemolo, forse uova, aglio, semi di finocchietto e, naturalmente, l’articolo impugnato della legge che, a quanto di sussurra, verrà tritato due volte per dare una consistenza pastosa al ‘piatto’. Quindi sale e pepe quanto basta.

Per dieci, venti o trenta autorizzazioni di spesa più o meno abusive – ma questa è un’indiscrezione che andrà verificata sul campo – si prevedono vari tipi di ingredienti. Si racconta che per la norma sui dissalatori sarebbe previsto un solo passaggio dal tritacarne. Questo tipo di polpette, che verranno preparate rigorosamente senza sale (c’è, infatti, quello degli stessi dissalatori), verranno ‘consate’ con le melanzane passate prima al forno e poi, una volta cotte, ‘passate a forchetta’ e insaporire con la mentuccia fresca. E una spruzzatina di pepe bianco.

Diversa la preparazione per l’impugnativa dell’Eas, sigla che sta per Ente acquedotti siciliani. In questo caso – altra indiscrezione da verificare – gli chef del commissariato dello Stato avrebbero scelto una preparazione a tinte forti: cipolla calabrese (originale, assicurano, e non cinese), capperi di Pantelleria, pomodoro San Marzano sfilettato, acciughe di Sciacca sott’olio e mollica di pane lievemente tostata. Non si sa ancora se ci sarà il pepe o il peperoncino.

Per l’impugnativa sull’emergenza Palermo si dovrebbe andare sul classico: polpette al sugo, naturalmente di pomodoro. Quanto agli ingredienti, ci sarà senz’altro la mollica di pane (forse ammorbidita nel latte: ma non è sicuro), semi di finocchiello fresco, aglio, sale, pepe.

Nella mega impugnativa ci potrebbe essere anche la norma che dovrebbe consentire ai dodici assessori ‘tecnici’ di tenersi il ‘porco dentro’. La frase, che a tanti sembrerà strana, era molto comune in Sicilia tra le famiglie contadine fino ai primi del Novecento. Allora, nelle campagne, la povertà si tagliava con il coltello (proprio come oggi il commissario dello Stato taglie le tante leggi di spesa senza copertura finanziaria approvate dall’Ars). E ogni famiglia allevava almeno un porco che, durante il giorno, veniva tenuto fuori, sempre controllato a vista.

La sera, quando la famiglia si ritrovava a tavola, il capo famiglia chiedeva – ed era quasi un rito -: “‘U porcu rintra è?” (Traduzione per i non siciliani: “Avete appurato che il porco sia in casa, onde evitare che ce lo rubino?”). Al che la risposta dei figli era immediata: “Vossia si stassi quetu, ‘u porcu rintra è”.

La stessa cosa, o giù di lì, sta succedendo con le indennità – o se preferite gli ‘stipendi’ mensili dei dodici assessori tecnici. Come abbiamo più volte raccontato in questi giorni, fino ad oggi si sono messi in tasca oltre13 mila euro a testa ogni mese. Solo che si è scoperto – con circa un decennio di ritardo, a quanto pare – che a consentire questa ricca contribuzione mensile non è una legge, ma una semplice delibera di giunta. Morale: i dodici assessori ‘tecnici’, insieme con l’Ars (ma erano tutti d’accordo?), hanno preparato una bella sanatoria. Per continuare a intascare 13 mia euro al mese (al posto degli ‘striminziti’ 4 mila) e, soprattutto, per evitare di restituire i soldi che fino ad oggi hanno percepito senza una legge.

Se il commissario dello Stato farà passare questa legge, i dodici assessori ‘tecnici’ avranno “il porco dentro”. Se, al contrario, il commissario dello Stato dovesse impugnare pure questo articolo di legge, il porco rimarrà fuori e i dodici assessori ‘tecnici’ dovranno affrontare qualche problemino… Cosa prevedono, in questo secondo caso, gli chef? In questo caso, la notizia è notizia scura – niente polpette, ma, addirittura!, un ‘polpettone’ che verrebbe preparato con tutti i condimenti e con gli aromi del caso direttamente dai magistrati della Corte dei Conti…


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Giulio Ambrosetti

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