Una festa a luci spente. Anzi, lammaina bandiera dellAutonomia siciliana. UnAutonomia che ormai non cè più. La metafora di quello che succede alla nostra disastrata Isola è andata in scena a Palermo, al Teatro Politeama.
Avrebbe dovuto essere, quella di ieri, la solenne celebrazione della Festa dellAutonomia siciliana. Invece è stato un flop totale. Un fallimento.
Tutto, in verità, era stato preparato per il giardino di Villa Malfitano. Ma ieri il tempo, come si dice dalle nostre parti era allacqua. Insomma si temeva la pioggia. Così il servizio del cerimoniale di Palazzo dOrleans ha disdetto tutto e, forse, approfittando che un assessore regionale è double-face (il riferimento è allassessore al Lavoro Ester Bonafede, che si divide tra lassessorato e lEnte Orchestra Sinfonica Siciliana della quale resta Sovrintendente, svolgendo male entrambi i ruoli) per trasferire la Festa al Teatro Politeama.
Appuntamento alle 19,00. Solo che ieri, alle 19,00, a parte i rappresentanti delle Istituzioni, non cera manco un cane. A Palazzo dOrleans non si sono persi danimo. Intanto hanno acchiappato la solita scolaresca per riempire una parte del Teatro. Ragazzi che si saranno fatti due palle così… Poi telefonate a tempesta.
Così, alla spicciolata, in unatmosfera raffazzonata – atmosfera che, poi, in fondo, è lo specchio non soltanto della Giunta Crocetta, ma della Sicilia gestita da questo disastroso Governo tutto fumo e niente arrosto – sono cominciate ad arrivare le persone. Arrivavano alla spicciolata,, abbuttate. Della serie: Minc che camurria .
Alla fine è arrivato anche il presidente Crocetta. Ma ormai la frittata era fatta. Teatro mezzo pieno solo grazie alla scolaresca. Senza i ragazzi sarebbe stato il vuoto. Proprio ieri, dal C.A.A.S, era arrivata la denuncia contro la mancanza di iniziative d’degne’ per celebrare la giornata.
Anche su questo fronte, insomma, Crocetta non incanta più. In campagna elettorale, ma anche nei primi due mesi di governo era quasi impossibile avvicinarsi a lui. Si faceva fatica, molta fatica a stringergli la mano. Ieri, invece, il vuoto. E dire che era la festa dell’Autonomia siciliana…
Nel disastro di un fine pomeriggio cominciato male e finito peggio, è emerso, finalmente il vero volto della Sicilia di Crocetta: una Sicilia sottotono, impoverita, incaprettata da Roma, che si arrabatta, con un governatore che promette di qua e di là. Solo che i siciliani, adesso, oltre il fumo, vorrebbero vedere l’arrosto…
Il flop di ieri descrive bene l’immagine di una Sicilia che affonda lentamente tra lavori pubblici bloccati, industria scomparsa, imprese
non pagate, consumi ridotti al minimo, Comuni al dissesto finanziario, formazione professionale in sciopero, operai della forestale in attesa di capire che cosa gli combineranno.
Insomma, nel tardo pomeriggio di ieri, in una festa che sembrava un mortorio cerano la metafora e l’immagine dellAutonomia siciliana nellanno di grazia 2013 sotto il Governo Crocetta: lo scippo di 800 milioni di euro dal bilancio della Regione perfettamente riuscito al Governo nazionale; la sceneggiata dellapplicazione dellarticolo 37 finito a fischi e piriti; lazzeramento dellarticolo 38.
Insomma, una grande festa
Festa dellAutonomia: Governo e Ars la snobbano (in puro stile ascaro)
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