«Con rammarico, alla luce delle condizioni in cui versa l’impianto in seguito a cinque mesi di inattività e al fine di evitare qualsiasi interpretazione fuorviante dopo i recenti incontri, il comitato regionale della Federnuoto si trova costretto a comunicare come non sussistano più i presupposti per procedere a una gestione temporanea della piscina comunale di Paternò». A parlare il presidente della Fin Sicilia Sergio Parisi, ufficializzando la rinuncia alla piscina comunale di Paternò Giovanni Paolo II. Nelle scorse settimane Federnuoto aveva annunciato la propria disponibilità a gestire l’impianto nelle more del bando di gara per l’affidamento definitivo. Oggi l’addio: la Fin lascia definitivamente l’impianto dopo oltre 10 anni di gestione.
«I tempi sempre più stretti, incompatibili con la necessità di programmare in modo adeguato l’attività – si legge nella nota stampa – e l’incertezza legata all’acquisizione dei documenti richiesti per l’utilizzo della struttura e al decorso del relativo iter burocratico sono ostacoli che precludono ulteriori sviluppi di segno positivo. Dopo l’avventata decisione di revocare anticipatamente la gestione che le era stata affidata sino al 2021, la Federnuoto Sicilia aveva individuato nell’affidamento pluriennale l’unica soluzione valida e, nel contempo, una preziosa opportunità occupazionale per i numerosi collaboratori della piscina che hanno operato con profitto e professionalità in questi anni. Proprio in quest’ottica – si chiude il comunicato – la Fin aveva aperto uno spiraglio di discussione, ma l’evolversi (anzi, il mancato evolversi) della vicenda impedisce ulteriori considerazioni in tal senso».
Una vera e propria doccia fredda che lascia spiazzati gli amministratori locali. «Sono rammaricato per la decisione del presidente Parisi», ha detto l’assessore allo sport Vito Rau. La piscina comunale resta così chiusa, ormai da giugno. Pochi giorni fa è stato emanato il bando per l’affidamento in concessione pluriennale: un bando pubblico da oltre 7 milioni di euro per gestire dell’impianto sportivo per quindici anni.
Dopo le polemiche, sono intervenuti anche i dipendenti rimasti senza lavoro: «Il bando è pronto dopo quasi 2 anni, “dall’operazione verità” siamo passati al “ci siamo quasi” e trascorrono altri giorni, precisamente 22, ma tutto – si legge in una nota – ancora rimane nel limbo. Che ne sarà della piscina? Oltre a togliere uno sport e una struttura importante al paese, sono stati tolti gli stipendi a noi dipendenti, lasciandoci mesi e mesi senza nessun tipo di risorsa economica, dopo 10 anni in cui abbiamo lavorato e fronteggiato tutti gli eventi nel bene o nel male. Cari amministratori non siete stati capaci di fare uno sforzo in più, non siete stati capaci di dare una continuità al fiore all’occhiello di Paternò».
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