La guerra tra il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando e il ministro dell’Interno, Matteo Salvini per la sospensione delle procedure previste dal decreto sicurezza e le direttive impartite al capo area Maurizio Pedicone si sposta dalle piazze agli uffici. È giallo sulla presenza di alcuni agenti della Digos che si sarebbero recati all’ufficio anagrafe del Comune.
Nonostante la presunta dichiarazione degli impiegati battuta dall’agenzia Ansa: «Hanno chiesto cosa accade quando vogliamo regolarizzare la posizione di un richiedente asilo e quali sono le procedure che stiamo seguendo» e una prima reticenza alla replica da parte della questura di Palermo, che non ha voluto né confermare né tantomeno smentire la notizia, nel pomeriggio ecco arrivare la nota ufficiale.
«Con riferimento alla notizia diffusa in data odierna da organi di stampa locale – si legge – in ordine ad un asserita presenza di personale della Digos di Palermo presso l’Ufficio Anagrafe del Comune, per assumere informazioni sulle procedure, inerenti i richiedenti asilo politico, adottate da quell’ufficio, si riferisce che tale notizia è destituita di ogni fondamento e che nessun dipendente della locale Digos ha fatto accesso nei predetti uffici comunali, in data odierna».
E in serata arriva anche la smentita del sindaco Leoluca Orlando, che con una nota ufficiale dichiara: «Con riferimento alla notizia circolata oggi circa una presunta presenza di agenti della Digos presso gli uffici dell’Anagrafe, prendo atto di quanto chiarito dalla Questura di Palermo, per altro confermato dai dirigenti che smentiscono richieste di informazioni e documentazione da parte della Polizia».
Intanto sono dieci le richieste di residenza presentate oggi allo stesso ufficio da parte di stranieri. Il primo appuntamento per verificare le pratiche è stato fissato dagli impiegati per il 28 gennaio e date successive. I richiedenti sono originari di Bangladesh e Ghana.
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