Catania differenzia. E ha messo in piedi pure un sito internet per spiegare ai catanesi come, dove e perché. Si chiama Io differenzio Catania, ed è un bell’esempio di quel latinorum che rende nebulosi certi testi. Solo che, in questo caso, il latinorum non è un modo di dire. Niente di figurato.
«Lorem ipsum» è un attacco noto. Vecchio di un paio di millenni, è tratto da un brano di Cicerone del 45 a.C. ed è conosciuto da chiunque frequenti il web perché usato come testo di prova. Servono contenuti per verificare il funzionamento di template e visualizzazione? Cicerone è l’ideale, lo standard del temporaneo. Peccato che l’oratore non parlasse di rifiuti. Anzi, il testo di prova è in gran parte privo di senso: un collage di parole pescate a caso nello scritto di Cicerone e spesso storpiate. Proprio come il noto lorem che nell’originale è dolorem.
È così che la homepage pensata dall’amministrazione comunale è un chiarissimo invito allo studio della retorica classica, ma completamente priva di informazioni di qualsivoglia utilità. Forum senza discussioni, banner senza link, ma grafica impeccabile. Quando si dice la forma e la sostanza.
«Pulire, fare, differenziare»: è questo lo slogan che si legge sull’opuscolo diffuso dal Comune di Catania assieme ai sacchetti per la raccolta differenziata consegnati a domicilio ai cittadini. In ogni pagina il logo del sito web e, alla fine, l’invito a visitarlo per saperne di più.
«Fare la raccolta differenziata significa risparmiare energia», sostiene in sindaco Raffaele Stancanelli tra le pagine informative. A Catania si comincia riciclando i contenuti di secoli fa.
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