I testimoni riferiscono di un incontro cordiale e fattivo. Il presidente della Sezione di controllo della Corte dei Conti per la Sicilia, Maurizio Graffeo, ieri in visita presso la Commissione Bilancio e Finanze di Sala dErcole, ha affrontato, insieme con i parlamentari, con in testa il presidente dellArs, Giovanni Ardizzone, a fare gli onori di casa, e il presidente della stesa commissione legislativa, Nino Dina, i tempi caldi legati alla situazione finanziaria della Regione.
Unico neo – che è stato notato e non certo ben commentato – lassenza del Governo. Non cera il presidente della Regione, Rosario Crocetta (giustificato perché preso da mille impegni) e, soprattutto, non cera lassessore regionale allEconomia, Luca Bianchi.
Stando a quello che ci hanno riferito, il presidente Graffeo ha ribadito lesigenza di costituire una sorta di fondo di garanzia per fronteggiare i cosiddetti residui attivi, ovvero le entrate incerte, se non impossibili.
Il presidente della Sezione di controllo della Corte dei Conti non ha quantificato la somma che Governo e Parlamento dellIsola dovranno utilizzare per costituire il Fondo di garanzia. Perché questo, ovviamente, è un tema che dovrà affrontare lAssemblea regionale siciliana in totale libertà: e la Corte dei Conti non si sogni nemmeno di mettere in discussione la libertà del Parlamento dellIsola.
Ma, accanto alla libertà cè anche la responsabilità. Stando sempre a quello che sarebbe avvenuto, il presidente della Commissione Bilancio e Finanze, Nino Dina, avrebbe sottolineato limportanza del fondo di garanzia, ma anche lesigenza di dare alcune risposte alle emergenze sociali del momento.
Forse non sarebbe stato male se allincontro fosse stato presente il Governo. Anche per capire quale potrebbe essere la strategia di questa sessione legislativa estiva: su quali emergenze intervenire e, soprattutto, come costituire il fondo di garanzia. Ma, come già accennato, i rappresentanti del Governo regionale hanno preferito disertare un appuntamento nel corso del quale, più che annunci, avrebbero dovuto affrontare temi concreti.
Resta da capire come il Governo e lAssembla coniugheranno lesigenza di costituire il fondo di garanzia e le risposte da dare alle emergenze sociali. Non è, questo, un tema che può essere affrontato solo dal Parlamento. E il Governo che deve dare precise direttive di marcia, e non chiacchiere, a Sala dErcole.
Sfuggire ai problemi reali, come ha fatto ieri il Governo, non serve. Semmai aggrava lo scenario. La nostra sensazione è che il presidente Crocetta e lassessore Bianchi navighino a vista, non sapendo che pesci prendere.
Lunica cosa che abbiamo capito – e labbiamo scritto ieri – è che il Governo pensa di scaricare sul Commissario dello Stato il non improbabile mancato rinnovo dei contratti ai 23 mila precari degli enti locali.
Per il rinnovo di questi contratti ci sono circa 120 milioni di euro raschiati dai fondi globali. Dovrebbero bastare per rinnovare i contratti ai precari degli enti locali fino a dicembre di questanno.
Ma cè anche da costituire il fondo di garanzia. Su questo fronte, lunica disponibilità certa sono i 36 milioni di euro della Tabella H impugnata. A questi gli uffici dellassessorato al Bilancio, non senza la solita, buona dose di fantasia, hanno aggiunto 80 milioni di euro circa di residui contabili che stanno più nel mondo dei sogni che nella realtà.
La domanda è una: basteranno 36 milioni di euro per costituire un fondo di garanzia che dovrebbe fronteggiare residui attivi di entità superiore ai 3 miliardi di euro? Agli osservatori la somma sembra non bastevole, se non irrisoria.
Non è improbabile, insomma, che debba essere raschiato almeno una parte del fondo destinato ai precari. Per esempio, ipotizzando una proroga fino a ottobre. Insomma, tutto da verificare.
Poi cè da trovare 60 milioni di euro circa per i forestali. Soldi che il Governo vorrebbe togliere allAzienda foreste demaniali.
Tutto questo, si badi, tra il detto e il non detto. Perché ieri il Governo non si è fatto vedere.
Dimenticavamo: in tutto questo, lunica certezza è che i fondi per i Teatri e per le Associazioni, Fondazioni e Istituzioni culturali non ci sono più. Le promesse del Governo sono rimaste tali. I 36 milioni della Tabella H impugnata dal Commissario dello Stato – questa è lunica certezza contabile fino ad oggi – verranno utilizzati per la costituzione del fondo di garanzia.
Il messaggio è semplice: chi, nel mondo della cultura siciliana, non ha risorse per andare avanti può iniziare a chiudere i battenti.
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