E’ TEMPO NON SOLTANTO DI CAMBIARE UNA LEGGE ELETTORALE DEMENZIALE, MA DI ABOLIRE IL PARERE DELLE COMMISSIONI LEGISLATIVE SUGLI ATTI DEL GOVERNO
La notizia che pubblichiamo stamattina in altra parte del giornale – la Corte di Cassazione che conferma la condanna a 17 parlamentari ed ex parlamentari dell’Ars – impone qualche riflessione.
La prima riguarda il vezzo, tutt’altro che tramontato, di creare consenso elettorale attraverso le assunzioni, le promesse di assunzioni e le promesse di ‘stabilizzazioni’ di precari. Qualche settimana fa, piena campagna elettorale, tanto per gradire, abbiamo assistito al trasferimento in massa di oltre 400 precari Asu negli uffici dell’assessorato regionale ai Beni culturali.
Già i beni culturali siciliani sono gestiti, buona parte, con i piedi. Basta fare il giro dei musei e delle aree archeologiche gestite dalla Regione e cercare chi, tra i custodi, parla l’inglese e il francese, per capire che noi, qui in Sicilia, non abbiamo proprio dove andare.
In questo disastro si continuano a trasferire precari ai Beni culturali, luoghi che la politica siciliana non considera mezzi per attrarre turisti e creare era economia e sviluppo del territorio, ma ‘stipendifici’ dove sistemare personale senza arte né parte in cambio di voti.
Dai Beni culturali al Servizio 118 il passo è breve. Lì la Corte dei Conti è arrivata. E ha picchiato duro. Forse in modo un po’ eccessivo.
Se da un lato – e qui siamo arrivati alla seconda riflessione – è giusto chiedere conto e ragione al Governo regionale delle scelte compiute, appare piuttosto singolare estendere la responsabilità anche ai deputati di Sala d’Ercole che compongono una Commissione parlamentare (nel caso specifico, la Commissione legislativa Sanità).
La responsabilità ‘azziccata’ ai Componenti della Commissione Sanità dell’Ars che allora si pronunciò sulle nomine nel 118 sembra eccessiva. Dobbiamo ricordare, infatti, che il parere delle Commissioni legislative dell’Ars è obbligatorio, ma non vincolante per il Governo. Ciò significa che il Governo può decidere di assumere chi vuole, o di nominare chi vuole, a prescindere dal parere della Commissione legislativa di merito.
Detto questo, sarebbe ora di riformare un po’ tutto il funzionamento del Parlamento dell’Isola. Dovrebbe essere cambiata la legge elettorale – che è demenziale – e dovrebbe essere abolito il parere delle Commissioni legislative negli atti di Governo.
Il Governo deve governare e il Parlamento deve controllare. Il coinvolgimento – con una pesante condanna ai componenti della passata Commissione sanità dell’Ars per la vicenda del Servizio 118 – dovrebbe fungere da monito agli attuali parlamentari per riformare un sistema consociativo che, adesso, alla luce della doppia pronuncia – Corte dei Conti e Cassazione – è diventato molto rischioso per gli stessi deputati.
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