La città di Trapani contro le restrizioni della Fase 2 Chiavi dei negozi al Prefetto, Comune impugna Dpcm

Si sono accese ieri sera le luci dei locali di Trapani. Che, così come Palermo e altre città, ha partecipato al flash mob Italia Risorgi, per chiedere aiuti economici concreti e la ripertura delle attività dopo oltre un mese di stop causato dal lockdown imposto dal governo per arginare l’emergenza Coronavirus. Stamattina poi una delegazione dei commercianti trapanesi si è recata in Prefettura per consegnare simbolicamente le chiavi delle attività al rappresentante del governo. Presenti anche il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida e la sindaca di Erice, Daniela Toscano.

«Siamo in tanti e non abbiamo intenzione di arrenderci – dice la presidente dell’associazione Trapani Centro, Marina Biondo – perché questa volta la posta in gioco è troppo alta. Ci rivolgiamo a tutti i nostri amministratori. Mai come adesso abbiamo avuto bisogno del vostro sostegno, speriamo che tutti voi scegliate di schierarvi dalla parte dei lavoratori, facendo tutto ciò che è in vostro potere per aiutarci». Un grido che arriva anche dai commercianti del Comune di Erice. Il video realizzato dai titolari delle attività che per l’ultima volta hanno «spento le luci» dei loro locali ha fatto il giro del web. 

«È un problema che riguarda tutto il Paese – afferma il prefetto di Trapani Tommaso Ricciardi – purtroppo il nemico è subdolo. Io mi attiverò anche presso il governo regionale. Il problema della Sicilia è infatti anche legato alle misure che il governatore Musumeci attiverà a carattere sanitario per preservare l’Isola. Bisogna fare in modo che in maniera semplice e veloce tutti coloro che sono in regola possano accedere intanto agli aiuti previsti dal governo centrale. Da parte mia c’è il massimo impegno. Sono consapevole delle difficoltà che stanno attraversando gli esercenti. Dobbiamo però riporre fiducia nelle persone che devono decidere per il bene del Paese. Non possiamo correre il rischio di una seconda ondata». 

Frattanto il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, seguendo l’esempio di altri colleghi, si schiera contro le misure della Fase 2 contenute nell’ultimo decreto del premier Conte. Su proposta del primo cittadino e dell’assessore agli Affari legali, Dario Safina, l’amministrazione comunale ha conferito all’Ufficio legale l’incarico di impugnare il DPCM del 26 aprile 2020, con il quale, tra l’altro viene prorogata la chiusura delle attività commerciali, artigianali e dei servizi, la cui ripresa è fissata in alcuni casi il 18 maggio e altri il primo giugno. «La scelta – ha tenuto a precisare l’assessore Safina – parte da due presupposti importanti, il primo attiene alla constatazione che nelle ultime settimane, in Sicilia ed in Provincia di Trapani, si registra una diminuzione sensibile della diffusione del virus e l’assenza di una pressione sul nostro sistema sanitario, ovviamente ciò grazie alla compostezza dei cittadini e l’abnegazione del personale sanitario. Il secondo attiene alla grave situazione economica in cui si trovano gli imprenditori dei settori interessati che costituiscono la fonte principale di sostentamento nonché il motore dell’economia trapanese». 

Il ricorso – si legge in una nota dell’amministrazione – non rappresenta «un insensato libera tutti ma la possibilità per le nostre attività imprenditoriali di riavviare i motori, al fine di consentire alle tante famiglie trapanesi di ritornare alla dignità del lavoro senza abbandonare il rispetto delle norme di sicurezza e della prudenza, che sono state individuate dai competenti organismi».

Pamela Giacomarro

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