La centrale di smantellamento delle auto rubate Capannone di campagna trasformato in un fortino

Era un capannone di campagna, in mezzo a un terreno incolto e senza recinzione, con le finestre parzialmente schermate. Dall’esterno non si vedeva ciò che accadeva dentro, dall’interno c’era una visuale completa su quanto avveniva fuori. Un vero e proprio fortino destinato allo smantellamento di autoveicoli rubati. Con l’accusa di riciclaggio sono stati arrestati, in flagranza, Agatino Alfio Biondi (incensurato, classe 1996), Antonino Grasso (pregiudicato, classe 1976), Sergio Simone Grasso (pregiudicato classe 1995), e Pietro Vasta (incensurato, classe 1978). 

Il blitz della polizia è stato portato a compimento lo scorso 6 settembre. Gli uomini della stradale avevano notato i movimenti strani nel terreno incolto lungo la strada provinciale 207, in territorio del Comune di Belpasso. Lì quel giorno era entrata prima una Fiat Qubo e poi un autocarro Ford Transit. In entrambi i casi con alcune persone a bordo. L’ipotesi più plausibile era che qualcuno stesse tentando di smontare il Qubo, per trasferirne altrove i pezzi. 

Mentre alcuni agenti accerchiavano il capannone, altri si avvicinavano fino a sentire, dall’interno, il rumore dello smantellamento del mezzo. Uno dei quattro all’interno, però, si è affacciato proprio in quel momento e ha notato i poliziotti, dando l’allarme a tutto il gruppo. I complici sono saliti tutti a bordo del Transit (tre i cabina e uno sul cassone posteriore) e hanno tentato di darsi alla fuga, «percorrendo – scrive la questura – una strada privata ad alta velocità».

Il terreno, però, era stato blindato dagli agenti. Uno dei quali, a scopo intimidatorio, avrebbe sparato un colpo di pistola in aria. Bloccato il veicolo e ammanettati i quattro, i poliziotti hanno effettuato un sopralluogo all’interno del capannone: c’erano quattro veicoli rubati: una Fiat 500 L, una Fiat Panda e una Lancia Y già interamente smontate, e il Fiat Qubo in fase di smontaggio. Nonostante il veicolo fosse entrato appena venti minuti prima, erano già state portate via portiere, portellone, paraurti e cofano. Di tutte le vetture era stato denunciato il furto.

Secondo le forze dell’ordine, però, quelle macchine erano solo le ultime di una lunga serie. A confermare questa teoria, il rinvenimento di targhe e documenti di circolazione, oltre che tappetini e accessori che, per la loro elevata quantità, potrebbero appartenere a numerosi altri veicoli di analoga provenienza, smantellati di recente. Un lavoro, del resto, al quale almeno uno degli arrestati (Sergio Simone Grasso) era già dedito in passato: il 29 maggio la polizia lo aveva beccato a smantellare diversi veicoli Fiat nei pressi del cimitero inglese, alla periferia sud di Catania.

Luisa Santangelo

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