Non ne vuole sentire parlare. Resiste. Talmente tanto che per schiodarlo dall’Ars, bisognerà chiamare l’Esercito. Scherzi a parte, Giuseppe Buzzanca non molla. Il deputato regionale del Pdl, che incompatibilmente con una sentenza della Corte Costituzionale, è anche sindaco di Messina, non condivide la decisione dell’Assemblea siciliana, che costretta dal Tar, ha dovuto pronunciarsi sul caso, invitando il parlamentare a scegliere per una delle due cariche.
‘Io resisto, e non sono il solo – ha detto Buzzanca a Radio 24 – ci sono tanti deputati e senatori nel parlamento nazionale che, come me, hanno ritenuto di doversi legittimamente difendere da una sentenza della Corte costituzionale che e’ giunta dopo le elezioni”. Buzzanca dovra’ decidere entro dieci giorni quale poltrona mantenere, altrimenti l’Ars lo considerera’ decaduto. “Rispettero’ il termine e ovviamente decidero’: anticipo che decidero’ di rimanere sindaco. A meno che non intervenga nel frattempo una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa, a cui ho fatto ricorso”. Buzzanca ha sostenuto che “non sta occupando abusivamente uno scranno’ perche’ ‘legittimamente eletto dai miei concittadini in due distinte corse elettorali’. Per l’esponente del Pdl la ‘Casta e’ chi non si sottopone al giudizio degli elettori’ e ‘la mancanza di preferenza”.
La casta/Deputati-sindaci: meno uno
Buzzanca schiodato da Sala dErcole
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