La battaglia dei genitori della bimba nata senza rene «Chiediamo che venga riconosciuta l’invalidità civile»

«Porteremo avanti la battaglia per nostra figlia senza paura per ottenere un diritto che non può esserle negato». A parlare a MeridioNews sono Daniele e Magda, la mamma e il papà di una bambina di Zafferana Etnea nata otto mesi fa senza un rene. I genitori adesso chiedono che le venga riconosciuta l’invalidità civile. Ma l’Asp 3 di Acireale ha espresso parere contrario

La bambina è nata lo scorso 11 febbraio all’ospedale Policlinico di Catania. «A novembre – racconta papà Daniele – mia moglie aveva già fatto la morfologica: dall’ecografia fetale era stato possibile vedere il rene destro ma non quello sinistro». Con la gravidanza ancora in corso, però, i medici si erano riservati di dire l’ultima parola solo dopo la nascita. «Così, sei giorni dopo il parto – continua il genitore – abbiamo fatto una nuova ecografia che ha mostrato il modo chiaro l’assenza del rene sinistro». Per sicurezza, l’esame è stato ripetuto anche l’8 aprile e ha dato lo stesso risultato. «Non nego che per noi è stata una mazzata». 

Per la bambina e i genitori comincia un iter fatto di visite mediche molto costose e documenti da presentare per il riconoscimento della patologia. «Il pomeriggio dell’1 luglio siamo andati all’Asp 3 ufficio invalidità civile di Acireale – ripercorre Daniele – Lì, dopo avere guardato gli incartamenti sul caso di mia figlia ci hanno detto che il verbale della commissione sarebbe stato recapitato direttamente a casa nostra». È il 28 agosto quando la coppia di genitori riceve il documento della commissione medica per l’accertamento dell’invalidità civile: la bambina viene riconosciuta come monorene destro congenito dunque viene rilevata la disabilità dovuta alla sua malformazione ma «non invalida civile» in quanto affetta da una «patologia non invalidante». 

Adesso, i genitori si sono rivolti a un avvocato «per fare ricorso a quanto messo nero su bianco dalla commissione e denunciare questa ingiustizia e fare in modo – dicono – che a nostra figlia venga riconosciuto ciò che le spetta. Dall’Asp insistono sulla necessità di sottoporre la bambina a una scintigrafia renale (un esame che permette di verificare la funzionalità renale che si esegue somministrando in vena una sostanza radioattiva, ndr) ma per noi è follia anche perché, essendo così piccola, dovrebbe essere sedata e noi temiamo le eventuali conseguenze». 

Marta Silvestre

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