Chiarissimo direttore. Le scrivo per la stima che ho nei confronti della sua testata in ragione delle battaglie che porta avanti riguardo l’inadeguatezza di questo governo, sul tema dell’euro, sulla svendita delle nostre prerogative statutarie e su tanti altri temi da voi portati avanti e da me condivisi.
Voglio inanzitutto precisare che nella mia vita non ho mai cambiato casacca. A differenza di molti altri frequentatori di questo e di altri ‘Palazzi’, ero nel Msi poi in An quindi nel Pdl e dopo la scissione del Nuovo centrodestra sono rimasto in Forza italia.
L’iscrizione al gruppo (peraltro concordata con il Pdl) è stato un atto di ulteriore coerenza: non potevo assistere al fatto che proprio per i voltagabbana il nostro candidato presidente non riuscisse nemmeno a formare il gruppo parlamentare.
Detto questo, voglio correggere alcune affermazioni contenute nel suo articolo a cominciare dall’affermazione che la dott.ssa monterosso fosse il direttore della formazione professionale quando io ero assessore. Il direttore dell’assessorato Lavoro e Formazione era la dott.ssa Russo.
Quanto alla condanna della Corte dei Conti mi basta solo ricordarle che proprio il suo giornale più volte è intervenuto nel merito per sottolineare i dubbi e le incongruenze presenti in quella sentenza di 1° grado.
Mi basta precisare, per quanto mi riguarda, che a proposito delle cosiddette integrazioni agli enti, agivo(come da voi sottolineato) in virtù di una legge e, sopratutto nel mio caso, essendo autorizzato dalla Cri in sede di approvazione del Prof.
A riprova di quanto sostengo basta constatare che, pur essendo stato l’assessore alla Formazione che è riuscito a varare gli ultimi Piani formativi, il mio nome non compare mai in nessuno degli scandali della Formazione, non ho figli né parenti che abbiano qualsiasi cointeressenza con gli enti di formazione, e dopo cinque legislature non mi sembra una cosa di poco conto.
Quanto all’accenno al caso Giacchetto, sappia che la Procura ha già chiesto la mia archiviazione.
Rispetto poi al 118, proprio l’esito di quella vicenda doveva consigliarle maggiore prudenza, visto che eravamo stati assolti in 1° grado, inspiegabilmente condannati a risarcire un danno erariale inesistente in appello, e infine con la sentenza di revocazione della sentenza di appello ci è stato riconosciuto il nostro diritto annullando di fatto la condanna.
Tutto questo per dirle, caro direttore, che il sottoscritto è a persona più onesta di questa scena politica che per la sua storia mai svenderebbe qualunque fosse la posta in palio. Le basti pensare che nella passata legislatura ho rifiutato la presidenza dell’Ars (altro che vicepresidenza) offertami alle 2 di notte da Raffaele Lombardo al posto di Cascio, solo per mantenere la parola data, e sempre nella passata legislatura ho rinunciato a fare l’assessore perché mi si chiedeva di lasciare il mio partito.
E veniamo alla vicenda mozioni: da oltre un mese l’Ars non lavora in quanto contro il mio parere espresso in tutte le conferenze capigruppo si è sostenuto da parte della presidenza dell’ars che, stante le (assurde) elezioni a Siracusa, non si dovevano votare leggi né affrontare argomenti importanti sino all’esito delle elezioni per un asserito difetto nel plenum dell’Ars.
Ora siccome mi ritengo una persona che fa della coerenza la sua stella polare ho fatto notare al presidente Ardizzone che ha stabilito il rinvio del voto sulla vicepresidenza per mancanza del plenum in quanto non c’era stata la proclamazione degli eletti e contestualmente metteva ai voti la possibilità di votare le mozioni di censura, che il plenum non poteva essere variabile e che si doveva votare per tutte e due gli argomenti o per nessuno dei due.
Infine circa la mia presa di posizione contraria alla mozione di censura contro il segretario di palazzo d’Orleans, sempre per la mia testarda coerenza, ho ritenuto e ritengo che lo strumento era ed è esclusivamente indirizzato verso il governo e i suoi componenti.
In ultimo riguardo alla vicenda vicepresidenza, magari la maggioranza ci facesse il regalo politico di prendersi anche questo strapuntino (sarebbe l’unico Parlamento al mondo dove non è rappresentata l’opposizione).
La verità è che, consapevole che la carica tocca a Forza Italia per motivi istituzionali e regolamentari oltre che politici, ancora una volta come spesso è accaduto in questi due anni, il presidente Ardizzone ha tolto le castagne dal fuoco alla maggioranza, altrimenti bastava procedere come prevedeva l’ordine del giorno e cioè votazione del vice presidente e a seguire le mozioni. Tanto le dovevo per chiarezza e verità.
On Santi Formica.
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