A pochi giorni dagli attentati in Francia, Tunisia e Kuwait, la delegazione curda di Kobane arriva a Palermo per raccontare alla città la propria esperienza di resistenza contro l’Isis e l’esperimento di autogoverno che coinvolge le minoranze etniche del paese. «Palermo abbraccia Kobane, simbolo di libertà e democrazia» è il titolo dell’incontro organizzato da SottoSopra Sicilia in collaborazione con il Ciss – Cooperazione internazionale Sud Sud e con Palermo solidale con il popolo curdo, che si è tenuto oggi alla Real Fonderia alla Cala di Palermo.
La delegazione, composta da Anwar Muslem (co-presidente del Cantone di Kobane nel Rojava), Nessrin Abdalla (comandante YPJ – Unità di difesa delle donne) e Yilmaz Orkan, portavoce dell’Ufficio di informazione del Kurdistan in Italia Uiki Onlus, è stata in giro per l’Italia e ha incontrato anche il presidente della Camera Laura Boldrini e alcuni parlamentari per chiedere sostegno al loro governo. «Abbiamo organizzato questo incontro a Palermo come Sel per far conoscere uno degli esempi migliori di lotta contro l’Isis, una delle esperienze più importanti di liberazione – dice il deputato di Sel, Erasmo Palazzotto -. Kobane contrasta l’Isis prima che con le armi con la cultura e la politica, hanno dato vita ad una nuova forma di democrazia, fondata su principi di convivenza, tolleranza e rispetto della vita umana».
«Un seme importante di civiltà in una terra arida – aggiunge -. Oggi siamo qua per dirvi che c’è una parte istituzionale che il governo italiano dovrà fare, ma c’è anche una parte che riguarda i popoli perché loro non stanno lottando solo per Kobane e per i curdi, ma per la civiltà e per l’umanità e, quindi, anche per noi, che dobbiamo supportare Kobane. Abbiamo il dovere di fare la nostra parte per sostenere una delle più grandi democrazie, abbiamo una grande responsabilità dobbiamo fare tutto quello che è nelle nostre forze per sostenere l’esperienza di Kobane».
Nel mezzo della guerra civile siriana e sotto i continui attacchi del Califfato, il movimento curdo sta tentando un esperimento di democrazia e di autogoverno nelle aree del nord del paese, a Rojava, in cui le minoranze curde, assire, turcomanne, armene e cecene convivono pacificamente e lottano insieme per la libertà. L’esercito che loro stessi definiscono di natura popolare, però, è in affanno e loro chiedono aiuto all’Italia e all’Europa. Sorridono poco, e dalle loro parole si capisce che si sentono molto soli nella loro lotta contro l’Isis.
«La prima cosa che abbiamo deciso è di avere parità tra uomini e donne, così tutti possiamo partecipare alla lotta contro il fascismo – ha detto Nessin durante il suo intervento -. Abbiamo deciso di creare un esercito sole di donne e abbiamo lottato contro l’Isis. Adesso, però, dobbiamo avere un aiuto militare forte da parte di qualcuno. Chiamiamo tutto il mondo a raccolta in questo momento, serve un aiuto concreto per il popolo curdo». Durante la loro permanenza a Palermo hanno anche incontrato il sindaco Leoluca Orlando, che ha promesso che a breve Palermo e Kobane saranno gemellate tra loro.
«Confermiamo l’impegno della città di Palermo per la la promozione della pace e del dialogo fra i popoli – ha detto il primo cittadino, nel corso dell’incontro -. Per questo annunciamo il gemellaggio con la città di Kobane, poichè riteniamo che il riconoscimento istituzionale di quanti si prodigano per la pace fra i popoli sia il primo, importante, passo verso l’apertura della breccia nelle maglie del terrore e dell’indifferenza».
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